Il regolamento del dehors, l’istituzione del Conservatorio Musicale, la predisposizione per la metropolitana di superficie e, da ultimo, la meravigliosa “notte piccante” sono le luci che hanno brillato in questi primi sedici mesi dall’insediamento della giunta comunale di Catanzaro. Di contro registriamo tante ombre che ascriviamo ad uno scarso peso politico della nostra città a livello regionale e nazionale se è vero che vicende quali la Scuola di Magistratura, il superprefetto, le funzioni del Questore, le Dogane e il DRAG palesano un’emarginazione del capoluogo di regione. Parimenti ascriviamo ad un civico consesso troppo litigioso e – all’interno di questo – ad una maggioranza che non vuole inserire all’ordine del giorno delle sedute consiliari tematiche importanti (vedi Soprintendenze, Farmacie Comunali, difesa dei confini provinciali, disegno di legge Lazzati, zona franca a Lamezia, conurbazione con l’hinterland, completamento strada del Savuto, e tante altre) un’altra drammatica zona d’ombra. Vorremmo maggior decisionismo e ci piacerebbe che Rosario Olivo chiedesse con forza e severità a Roma l’attenzione che Catanzaro merita ma che non riceve.
I cittadini lanciano grida d’allarme che restano inascoltati e i quartieri, a turno, chiedono interventi.
Solo qualche giovane amministratore di Palazzo De Nobili fa da pompiere ed emerge fra il grigiore totale con la sua operosità e concretezza. Noi da sempre siamo stati instancabili assertori delle giovani leve auspicando un cambio generazionale; in campo regionale si assiste al proliferare di indagati e al de profundis della sanità calabrese laddove chiudono case di cura e i nosocomi sono al collasso.
Dinnanzi a questo quadro poco edificante, pur prendendo atto che gli attori hanno una “faccia da gallina” che non consente loro di abdicare, dobbiamo registrare l’incapacità della società civile catanzarese e calabrese tutta a mandare finalmente a casa gli orchestrali che ci propinano sempre la stessa musica e le stesse facce riciclate. A tal proposito ci piace ricordare che il prossimo 14 ottobre vi saranno, anche nella nostra città, le primarie promosse dal nuovo Partito Democratico con candidato unico (alla faccia della democrazia e del rinnovamento!): si tratta di quel Marco Minniti che, a leggere le varie note stampa apparse negli ultimi mesi, non sembra per nulla vicino alle istanze della nostra città e dell’intera nostra provincia. Tutt’altro. Non ha assegnato al Questore di Catanzaro le funzioni di Dirigente Generale così come invece risulta in altri capoluoghi di regione, ma non ha mancato di farlo per Reggio! Anche il dispiegamento di uomini e mezzi promesso con il “Patto Calabria Sicura” hanno disatteso le istanze dell’intera provincia catanzarese attirandosi soprattutto le proteste della vicina Lamezia. La Direzione Regionale delle Dogane, prevista nei capoluoghi di regione, è stata deliberata per Reggio e anche stavolta pare vi sia il suo zampino. A leggere queste cose sembra che Mastella abbia fatto scuola!
Invitiamo pertanto i catanzaresi interessati al voto a voler fare un approfondito esame di coscienza prima di esprimere un qualsiasi consenso. Purtroppo è di moda il fattore “M”, citato sui giornali per identificare appunto in Mastella ma anche in Minniti gli accertati nemici della nostra amata città. Speriamo allora che la “M”, per una volta, possa evocare ed invitare alla Meditazione seria di tutti.
CASO CATANZARO – Il fattore M
riceviamo e pubblichiamo