Sono le 20:30 di Domenica .
A sorpresa allo stadio Luigi Ferraris di Genova va in onda il re-make di “Trecento”, la pellicola bellico-fantasy di Zack Snyder.
A differenza del regista americano, Mazzarri e Gasperini non propendono per la trattazione bidimensionale e non necessitano di sfondi pastellati per conferire durezza alla scena.
Sampdoria-Genoa è ai primi posti della classifica dei derby più “sentiti” al mondo secondo FootballDerbies.com. Pur sottolineando che la credibilità del sito crolla di fronte alla mancata menzione di Catanzaro-Vigor Lamezia.
Dovrebbe essere il “derby della lanterna”, sembra di assistere al derby della randella.
Non alludiamo ai soliti inqualificabili episodi di teppismo che precedono la partita, ma ai fatti del campo.
Gomiti alti, entrate scomposte, labbra sanguinanti, perdite di sensi e via vai di barelle.
Le telecamere di Sky indugiano avidamente su un vistoso taglio dietro l’orecchio del centrocampista genoano Coppola.
Il tezino blucerchiato Pieri subisce un colpo fortuito in volto e presenta una dirompente emorragia dal naso.
A Genova un bollettino del genere non se lo ricordavano dalla riunione del G8 del 2001. Del resto a P.zza Alimonda ha sede l’Ottavio Barbieri, storico club Genoano. E ai pestaggi non pensa la polizia ma Genny Del vecchio, indimenticato pennellone giallorosso ai tempi di Agatino Cuttone e dello psicodramma sorano.
La zona rossa, quella invalicabile, prende forma nelle due aree di rigore.
Montella, Di Vaio, Bellucci e Cassano non riescono ad accendere una brutta partita, il cui unico epilogo non poteva che essere un risultato ad occhiali.
Era la giornata del fair-play.
E’ emblematico che questa giornata venga indetta a Settembre, e non in primavera, magari in quel mese di Maggio che decide le sorti dei campionati, condiziona il futuro di molte società e la bontà dell’investimento di grandi e piccoli azionisti.
Perché il concetto di fair play è strettamente legato a quella lealtà sportiva che molte squadre ( e molti calciatori) dimenticano a fine stagione.
Quando si gioca con svogliatezza o si schierano le seconde linee, andando a condizionare l’esito finale di una competizione.
“Favorino a me, prestitino a te”, e della giornata del fair play non rimane che un gagliardetto scambiato in un mite pomeriggio di settembre.
La reale motivazione è da ricercare nell’argomento scottante del momento, che tante polemiche ha suscitato nella scorsa settimana.
La carenza di posti sul pulmino dell’effeccì, ultimamente gremito.
D’altronde, un traghettatore meglio si adatta ad un’esigenza di viaggio all’impiedi.
Francesco Guerrieri
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