Nel memoriale del pm che ha messo sotto indagine anche il presidente del Consiglio Romano Prodi si parlerebbe in particolare di una telefonata giunta dal ministero all’indomani della notizia relativa alle telefonate intercorse tra Mastella e l’imprenditore Antonio Saladino, uno dei principali indagati dell’inchiesta Why Not su cui è impegnato De Magistris. In quella telefonata il ministero avrebbe chiesto alla Procura di diramare un comunicato in cui affermare che Mastella non era indagato e che le telefonate non erano penalmente rilevanti.
In effetti, il 20 giugno scorso la procura di Catanzaro diffuse un comunicato in cui si affermava, tra l’altro, «che nessuna richiesta è stata inoltrata al Parlamento circa l’utilizzazione di intercettazioni in cui compaiono nominativi di parlamentari» e che «nessuna attività investigativa è in corso nei confronti del ministro della Giustizia».
Nessun riferimento veniva fatto, invece, sulla rilevanza penale delle intercettazioni. Una decisione motivata dal netto rifiuto del pm ad acconsentire ad una precisazione in questo senso. Successivamente, il perito di De Magistris in una delle sue relazioni, a proposito di quelle intercettazioni, ha scritto che «per l’eventuale utilizzazione processuale dovrà richiedersi al competente ramo del Parlamento, la prescritta autorizzazione». Ed è probabilmente sulla base di quella relazione che nei giorni scorsi, in alcuni ambienti giudiziari, si è appreso che le intercettazioni sono ancora al vaglio degli inquirenti per valutarne l’eventuale rilevanza sul piano penale.