Associazione ”Nuova era” interviene sul caso Mastella-De Magistris

Riceviamo e pubblichiamo

NUOVA ERA: “NON CI SI DOVREBBE MERAVIGLIARE, MA  ATTENZIONE IL BELLO DEVE ANCORA ARRIVARE!”

Il diritto è uno strumento perché è il risultato di una attività creatrice dello spirito. Ogni attività umana è naturalmente e normalmente volta al soddisfacimento di un’ esigenza. Ecco perché il diritto è un fenomeno strettamente attinente all’attività pratica della vita sociale. E’ facile capire che il diritto come strumento adempie alla sua funzione quando soddisfa le necessità etiche della collettività. Su quali siano le necessità etiche potremmo aprire una discussione infinita, ma ci limitiamo a ricordare che l’etica, o ancor meglio in questa nostra fattispecie il comportamento “etico” viene utilizzato in contrapposizione ad un atteggiamento, ad un comportamento interessato. Si potrebbe aprirebbe ora una lunga discussione, ma ci riserviamo di affrontare il tema in altra sede e chiudiamo qui questa semplice ma significativa e fondamentale premessa.

Non avremmo mai pensato di iniziare un nostro comunicato con una simile introduzione, ma preghiamo i gentili lettori di non prenderla come un piccolo e semplice saggio di mera sapienza, ma semplicemente come due righe, indirizzate al Ministro Mastella, frutto dell’impegno di chi questi argomenti li affronta quotidianamente. Ci sembra, infatti, opportuno partire dall’abc del diritto e della giurisprudenza se il nostro interlocutore, se il protagonista delle pagine dei quotidiani di questi giorni è proprio lui, il Ministro Mastella, uno che nel proprio excursus tutto, ma proprio tutto, ha compiuto tranne che aver intrapreso studi attinenti alla materia che con professionalità oggi dovrebbe essere l’oggetto quotidiano del suo fare politico. Ma perché Mastella non potrebbe fregiarsi dell’appellativo professionale? Semplicemente ed appunto perché il Ministro essendo laureato in lettere e filosofia, poco ha a che vedere con il ruolo che oggi ricopre, un ruolo importante, delicatissimo, che richiede una conoscenza tecnica ed adeguata. Nel nostro paese però accade questo e ben altro(d’altronde il suo predecessore fu un “ingegnere”). Se poi ai percorsi accademici e formativi del dott. Mastella sommiamo la sua storia personale: ex Ministro del lavoro del governo Berlusconi, ora Ministro del governo Prodi, ex vice presidente dell’allora fallito Napoli calcio, ex raccomandato in Rai del potentissimo democristiano Ciriaco De Mita, bandiera e sbandieratore acclamato, testimone di nozze del “colletto bianco”, del pentito  Francesco Campanella, quest’ultimo uno che oltre ad aver collaborato con giunte di centro destra e centro sinistra indifferentemente ha, per così dire, “collaborato” con un certo Bernardo Provenzano (scusate se è poco); se insomma sommiamo il curriculum vitae e quello studiorum di un tipo come Mastella, capiamo il perché di tutta questa vicenda e forse anche molto di più.

Molto di più appunto perché ciò che è emerso e soprattutto ciò che secondo indiscrezioni emergerà farà probabilmente capire che in fin dei conti il “povero” Ministro altro non è che l’ennesimo strumento dell’ultimo, ma solo in ordine temporale, tentativo di attentare al sacro valore della giustizia.

La richiesta avanzata da Mastella è di una gravità inaudita, tanto da far sobbalzare il cittadino più indifferente, tanto da non credere alle proprie orecchie. Gravissima e irriguardosa, un insulto all’intelligenza umana. Chi dovrebbe credere alle motivazioni utilizzate dal Ministro? Semplice, un cretino. Chi le potrebbe far passare per buone? Semplice, un mafioso, un delinquente.

Riportare ancora una volta, cercare di commentare le motivazioni è tempo perso, gettato via. Il richiamo alle “gravi violazioni deontologiche” è pericoloso ed ingiustificato, se fosse vero tutto al più si configurerebbe il reato di abuso di ufficio, ma di questo per ora non vi è traccia. 

Mastella continua nelle pagine delle sue motivazioni affidando al Csm “la valutazione delle proprie richieste, formulate nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della giustizia”… bè, quale sia il senso di giustizia del Ministro “Clemente” non è dato sapersi.

E’ dato sapersi invece che anche se indirettamente Mastella è uno dei protagonisti dei fascicoli in possesso di De Magistris e che quindi la sua posizione è in una logica e palese posizione di conflitto di interessi. E’ dato sapersi che nell’inchiesta “Why not” sono contestati reati che vanno dal finanziamento illecito dei partiti fino alla violazione della legge sulle associazioni segrete.

E’ dato sapersi che i protagonisti delle c.d. associazioni segrete, i protagonisti accusati di truffa aggravata e di associazione per delinquere rappresentano il cancro di una terra che da decenni ormai è l’ultima regione d’Europa, di una regione che vede, su diversi livelli, i legami occulti governare su di essa, di una regione che è in ginocchio e che vede protagonisti della propria vita politica collezionisti di avvisi di garanzia, di scheletri nell’armadio e di “strane” amicizie.

Ma il bello deve ancora arrivare, perché se il lavoro di De Magistris ha il compito di smascherare, denunciare chi gode di quel potere oscuro che noi denunciamo,  vogliamo ora vedere chi avrà il coraggio di alzare la voce, di farsi sentire, di contestare questo attentato alla vita dei cittadini e dei politici onesti. Stiano certe quelle persone che non lo faranno che mai lo scorderemo. Stiano certi i protagonisti del mondo della politica e dell’associazionismo che si renderanno “urlatori” di un silenzio assordante che noi sempre lo rinfacceremo e sempre lo ricorderemo all’opinione pubblica affinché non dimentichi.

Nuova era nei prossimi giorni si farà promotrice, insieme a tutte quelle sane realtà che vogliono collaborare, di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica. Abbiamo già avviato i contatti con alcune realtà associative e politiche e crediamo che si sia già instaurato il giusto e doveroso clima di collaborazione e partecipazione propedeutico ad una vera e quanto mai opportuna mobilitazione. Crediamo che sia un occasione importantissima per far recuperare il giusto interesse dei cittadini nei confronti della vita politica e sociale, è l’occasione per far capire che è arrivato il momento di dire basta a furbastri e furfanti. Un basta che parte da Catanzaro, ma che deve coinvolgere, ne siamo convinti, tutto il Paese perché l’emergenza democratica, ci teniamo a sottolinearlo, non è assolutamente solo locale.    

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Redazione

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