POTREBBERO correre il rischio di trovarsi senza libri di testo moltissimi studenti delle scuole elementari, per
una sorta di protesta messa in atto dai librai della città, che in questi giorni hanno deciso di non approvvigionarsi delle quantità necessarie per accontentare i ragazzi del primo ciclo della scuola dell’obbligo. Le motivazioni che stanno alla base di questa pur sofferta decisione, sono tutte da ricercarsi
nelle percentuali di sconto applicate ai negozianti dalle case editrici le quali, sul territorio, si servono di intermediari. Il meccanismo dei libri di testo per le scuole elementari funziona con l’antico metodo dei cedolini, con i quali le famiglie, recandosi nelle librerie, possono ritirare i testi. Alla fine i titolari dei negozi , in base al venduto, emettono regolare fattura al comune di Catanzaro che provvede, nei tempi della burocrazia, a saldare loro quanto dovuto. Il vero problema sta nel fatto che, non solo i librai sono costretti a pagare ai fornitori, in anticipo quanto richiesto, quanto, in secondo luogo, il costo del trasporto è a loro carico (di solito si tratta del 2 o 3 per cento sul totale della fattura), le case editrici non riprendono indietro l’invenduto perchè praticamente l’anno successivo è diventato obsoleto e lo sconto applicato in fattura è talmente irrisorio che alla fine l’utile non costituisce un vero e proprio guadagno.
«Praticamente su un libro di inglese che costa, al pubblico, un pò più di 4 euro a noi restano 20 centesimi di utile, che comunque per incassare dovremo sempre aspettare il momento in cui il comune ci rimborserà la fattura. Su un importo di 16.000 euro in pratica a dicembre a noi restano non più di 1.000 euro ». Dicono i titolari delle librerie La Poligrafica e Mauro. Secondo loro l’unica soluzione sarebbe quella che a questo punto fossero le scuole ad approvvigionarsi direttamente dei libri di testo «Per noi la cosa è troppo costosa e a questo punto troppo macchinosa, preferiamo lasciar perdere». Una stoccata, i titolari delle librerie la lanciano anche alla moda dei passalibro «Noi non siamo contro questi ragazzi – dicono – però sappiamo che c’è anche chi in parte approfitta della situazione. A volte nei passalibro si trovano testi nuovi, quelli per intendersi destinati ai professori, che vengono venduti a metà prezzo, la stessa cosa dicasi per atlanti e
dizionari. Non vogliamo criminalizzare nessuno, però se devono essere insegnate delle regole ai ragazzi, è giusto che si insegni loro anche il modo di rispettare queste regole».
La spesa di libri di testo è sicuramente quella che grava in maniera più pesante sulle casse delle famiglie italiane, anche se a questo punto pare che diventi davvero difficile assicurare già fin dalle scuole elementari, il così tanto garantito diritto allo studio, visto che le ferree regole del mercato penalizzano il
bene primario della cultura e cioè i libri..
Giulia Zampina