La procura di Catanzaro ha aperto un’indagine sui plichi dei test universitari risultati aperti ancor prima della prova di ammissione ai corsi di laurea di Medicina e Veterinaria dell’Università Magna Grecia. A denunciare l’accaduto erano stati nei giorni scorsi il Rettore, Francesco Saverio Costanzo, e il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Giovambattista De Sarro.
Sarà il sostituto procuratore della Repubblica Salvatore Curcio a prendere in carico l’indagine che dovrà anche verificare se all’interno dei plichi aperti mancavano anche dei moduli.
Dopo gli accertamenti, le autorità dell’università avevano deciso di segnalare le irregolarità “nell’interesse e a tutela dei candidati impegnati nelle prove di ammissione”. Per un caso simile avvenuto nel 2000 all’università Palermo, il ministro Ortensio Zecchino, fece ripetere i quiz a 22 mila candidati.
Caos quiz. Quanto accaduto a Catanzaro si va ad aggiungere ai quiz sbagliati per Medicina, a cui hanno partecipato 70 mila studenti con una domanda con due risposte esatte e una domanda con nessuna risposta esatta, e all’interrogazione parlamentare dei Verdi sullo svolgimento dei test.
Molte sono comunque le segnalazioni di irregolarità che continuano ad arrivare al ministro dell’Università Fabio Mussi. Appartengono a una piccola università del sud 4 dei 7 studenti che in tutta Italia hanno risposto a tutte le domande: un dato statisticamente anomalo.A Messina i primi 44 candidati di medicina sono risultati più bravi del primo di Siena.
Prima di prendere decisioni, il ministro ha spiegato di volere analizzare nel dettaglio gli elementi di quanto accaduto e ha ribadito la volontà di fare chiarezza sulla fuga di notizie relativa ai quiz. “Voglio avere una relazione ed un quadro completo della situazione – ha precisato il ministro – ma se ci fossero casi di illecito, ci sarà l’annullamento delle prove”. “Se gli errori derivano da sciatteria o trascuratezza, perché magari qualcuno non ha fatto i controlli che doveva – ha concluso Mussi – qualche testa salterà”.
fonte repubblica.it