Dopo la scandalosa vicenda che ha coinvolto il corso di laurea specialistica in Biotecnologie dell’università Magna Grecia di Catanzaro gli studenti chiedono chiarezza ed un incontro risolutivo con l’istituzione.
E’ insopportabile il silenzio tenuto in questi giorni dall’università Magna Graecia di Catanzaro sulla vicenda corso di laurea specialistica in Biotecnologia. Un silenzio colpevole che alimenta sentimenti di sfiducia nei tanti ragazzi che hanno deciso di vivere il proprio percorso di formazione professionale, culturale e sociale in Calabria; un dilettantismo che allontana e fa passare in secondo piano quanto di buono l’importante presidio ha fatto in questi anni e sta facendo ancora oggi.
Una sfiducia generalizzata, tutte le istituzioni ne sono colpite in Calabria, ma il mondo universitario non la merita e deve fare di tutto per allontanarla. Per numerosi studenti calabresi, a quanto si apprende da inchieste giornalistiche ad ora non smentite dall’università, dopo aver raggiunto la laurea di primo livello è venuto meno il sacrosanto Diritto di poter completare qui la propria formazione accademica. Rimane ancora una volta la via dell’emigrazione sia per chi non si è potuto permettere per motivi economici di studiare lontano dalla Calabria sia per chi aveva scelto di non abbandonare il proprio territorio. Ma oltre al danno la beffa, gli studenti sono costretti ad emigrare in altre sedi accademiche, con la possibilità di trovare piani di studio non del tutto simili e, cosa più incresciosa, crediti formativi non esattamente corrispondenti per le stesse materie; il tutto con evidenti e conseguenti disagi.
L’università deve chiarezza ai suoi studenti e alle loro famiglie; motivando, fugando dubbi e rispondendo alla voci che parlano di un grave errore della segreteria didattica nella compilazione della domanda fatta al Miur (Ministero dell’Università e Ricerca) in merito all’attivazione del corso di laurea specialistica in Biotecnologia. Un appello che arriva all’università dagli studenti, fine della stessa istituzione e cuore del neo Campus “Salvatore Venuta”. Questo silenzio deve essere rotto perché a nulla varranno tutti gli sforzi, fatti in questi mesi, di apertura al territorio. L’università faccia chiarezza; si assuma, ove ve ne siano e sia necessario, le proprie responsabilità; convochi gli studenti interessati per dialogare, per affrontare con loro, insieme, questa problematicità e per risolverla con una soluzione che tenga conto dei bisogni degli studenti e delle esigenze fondamentali di territorio e di università. Solo così si compenserà ad un grave deficit di fiducia e credibilità; solo così si eviterà l’emorragia di forze giovani che dopo essersi formate in Calabria andranno a portare il patrimonio di competenze accumulato in altre realtà nazionali ed in altre università, senza magari tornare mai più in una terra che li ha delusi, persi ed allontanati. Non possiamo e non dobbiamo più permetterlo. E poi dicono che i giovani fuggono via!
ASSOCIAZIONE UNIVERSITARIA CALABRESE ULIXES
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