Risultato ad occhiali ieri al Comunale di Acri, fra Catanzaro e Juve Stabia, che disputeranno rispettivamente nella prossima stagione i campionati di Serie C2 e C1 girone meridionali.
Prima di addentrarci nelle questioni tecniche è doveroso parlare della folta presenza di pubblico fede giallorossa.
Prima di addentrarci nelle questioni tecniche è doveroso parlare della folta presenza di pubblico fede giallorossa.
Circa 300 (una ventina provenienti da Castellamare) unità erano presenti sugli spalti del Comunale di Acri per assistere all’esibizione della compagine del Presidente Giancarlo Pittelli.
La voglia di pallone, dovuta all’astinenza estiva ma anche alla curiosità di vedere all’opera il nuovo Catanzaro costruito da Logiudice e guidato dal catanzarese Silipo era tanta.
E’ bastata qualche bella giocata affinché il pubblico presente scandisse quel coro, che malgrado tutte le vicende che ci hanno accompagnato in questi anni, fa ancora venire la pelle d’oca nel sentirlo, mi riferisco al classico GIA-LLO-RO-SSI – GIA-LLO-RO-SSI.
Questo significa che la voglia di calcio a Catanzaro e l’amore per la propria squadra del cuore è immutata, come sempre basta poco per svegliarci.
Il mio augurio è che sia i vertici societari che le istituzioni (soprattutto il Comune) comprendano che i catanzaresi amano lo sport del calcio e la propria squadra del cuore a prescindere e che è veramente un peccato non sfruttare questo potenziale che non può essere solo di “7.500 unità”.
Adeguare il vecchio Ceravolo o costruire un nuovo stadio, deve essere per i soggetti di cui sopra una priorità, è giunto il momento di finirla con plastici, parole e progetti tenuti nel cassetto.
Catanzaro ed i catanzaresi amano il calcio e la propria squadra del cuore, è necessario una presa di posizione forte e non soluzioni tampone come quelle adottate in questi ultimi giorni, bisogna, che gli addetti ai lavori suddetti, capiscano che se il Catanzaro va bene tutta la città ne trarrà vantaggi, gli esempi non mancano, basta ricordarsi cosa era Reggio Calabria alcuni anni addietro e cosa è adesso.
Ora parliamo di calcio.
Il Catanzaro è stato ieri schierato da Fausto Silipo nel primo tempo con un 3-4-3.
Nella ripresa sono entrati man mano tutti gli altri, ad iniziare da Caccavale che ha sostituito Gimmelli e da Sarli che è subentrato a Bueno, sono entrati anche De Franco, Merito, Marzeglia, Scuderi, Cianni e l’ultimo acquisto Mancinelli che dovrebbe giocarsi il posto di portiere titolare con Botticella.
Sono entrati anche due elementi che sono in prova e che nei pochi minuti che hanno giocato hanno dimostrato qualche qualità, mi riferisco ad Amato, ex della Fermana e alla mezza punta Garufo Desiderio elemento proveniente dal Catania.
La formazione del primo tempo ha visto in campo Botticella fra i pali, Gimmelli, Di Meglio e Cavola difensori, Ciano e Tomi esterni sulle fasce, a centrali di centrocampo Benincasa e Coppola, in avanti hanno agito Frisenda a destra, Bueno punta centrale ed il capitano Ferrigno a sinistra.
Analizziamo il Catanzaro edizione 2007/2008 reparto per reparto, sulla base di ciò che abbiamo visto ieri ed in questi ultimi giorni.
La difesa dispone di uomini di qualità e di personalità, caratteristiche indispensabili nel girone di C2 meridionale, Cavola, Gimmelli, Caccavale e Di Meglio sarebbero titolari anche in squadre di categorie superiori, alcuni movimenti, specialmente a sinistra quando ci si difendeva in cinque con i ripiegamenti di Ciano e Tomi sono ancora da limare.
Pur se ancora è presto per dare giudizi definitivi, il fatto che ieri la Juve Stabia abbia tirato in porta pochissime volte è già un segnale del potenziale del pacchetto arretrato che dispone anche di rincalzi interessanti come il giovane De Franco ed il cursore di sinistra Scuderi.
A centrocampo manca qualcosa, Benincasa e Coppola garantiscono grinta e muscoli ma non bastano.
Per come è stata impostata la squadra ieri e per le qualità dei nostri uomini, il metronomo (termine nuovo usato dagli esperti di calcio di professione) che io preferisco chiamare il mediano dai piedi buoni è necessario come il pane.
Serve un uomo che sappia allargare velocemente il giuoco sulle fasce, che faccia ripartire l’azione velocemente specie quando gli avversari perdono palla e che sappia anche lanciare lungo, perché sarebbe un peccato (ed ora dico dell’attacco) non sfruttare il potenziale offensivo che abbiamo.
Il tridente del primo tempo composto da Ferrigno, Bueno, Frisenda, ha fatto vedere belle giocate, triangolazioni veloci e verticalizzazioni hanno messo in difficoltà più volte la difesa stabiese.
Tutto questo è avvenuto solo quando i centrocampisti o i difensori indovinavano il passaggio allargando il gioco sulle ali e si è ripartiti velocemente.
L’uomo di centrocampo manca, Ferrigno ammirevole per l’impegno non può trasformarsi in trequartista accentrandosi (crea confusione in quanto non ne ha le caratteristiche) perché sappiamo bene quanto possa essere determinante sulla sua fascia di competenza.
Per quanto attiene agli attaccanti che abbiamo visto ieri in campo, in attesa del recupero di Marchano, penso che Frisenda nel ruolo del primo tempo e con il centrocampista nel mezzo può incidere molto in quanto riesce ad aggredire gli spazi, Sarli e Marzeglia che sono subentrati nella ripresa sono da rivedere.
Una certezza però l’abbiamo e si chiama Bueno, malgrado sia ancora a corto di preparazione è veramente BUENO, con Ferrigno sembrava che giocassero insieme da una vita.
Capita questo quando c’è gente che in campo sa giocare, ci si capisce al volo, basta uno sguardo e so già dove trovarti.
SF