Benché ospite di una società in un albergo romano, un consigliere provinciale al suo ritorno si sarebbe fatto rimborsare da Palazzo di Vetro le spese non sostenute (in quanto a pagare era stata la ditta ospitante) grazie alla fattura emessa da un’agenzia di viaggi compiacente. Altri invece nella Capitale non ci andavano affatto, eppure – secondo l’accusa – fioccavano i rimborsi per inesistenti soggiorni in hotel romani. Mamma Provincia avrebbe rimborsato anche pernottamenti di sconosciute signore, giunte in missione all’ombra del Colosseo al seguito di consiglieri di manica larga (a spese altrui). E per coltivare i buoni rapporti tra Catanzaro e Montecatini qualcuno avrebbe chiesto la liquidazione (per sé e famiglia) delle spese sostenute nel paradiso delle terme. Spese comunque di entità modesta, al massimo qualche centinaio di euro. In alcuni casi qualcuno si è visto contestare fatture false per pochi spiccioli. Un affresco singolare quello che emerge dagli otto avvisi di conclusione indagini emessi nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal procuratore vicario, Salvatore Murone e dal sostituto Cristina Tettamanti, sulle spese gonfiate alla Provincia. I finanzieri della polizia giudiziaria diretti dal comandante Saverio Miniaci, all’esito di accertamenti durati diversi mesi, hanno ieri avviato la notifica degli “avvisi” nei confronti di otto indagati: sei amministratori della Provincia (di cui 4 dell’Udc) e due titolari di agenzie di viaggio. Nei confronti dei sei sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di truffa aggravata ai danni di ente pubblico e falsità ideologica in atto pubblico, falsità in scrittura privata e furto aggravato. I destinatari dei provvedimenti sono Mario Magno (52 anni di Sambiase in Lamezia), vice presidente della Provincia, dell’Udc; Emilio Verrengia (42 anni di Catanzaro), ex assessore comunale ed attuale capogruppo dell’Udc in consiglio provinciale; Tommaso Brutto nato a Settingiano (44 anni) e residente a Catanzaro, assessore provinciale ed ex capogruppo dell’Udc in consiglio comunale; Peppino Ruberto (36 anni, nato e residente a Lamezia), consigliere provinciale dell’Udc; Vincenzo Bruno (48 anni di Vallefiorita), consigliere provinciale dei Ds e presidente della Comunità montana Fossa del lupo; Domenico Critelli, di 56 anni, catanzarese, consigliere provinciale del Nuovo Psi; ed i titolari di agenzie di viaggi Giuseppe Cacciatore (38 anni di Lamezia) ed Ercole Vescio (43 anni di Catanzaro). Secondo l’accusa alcuni consiglieri si sarebbero fatti rimborsare le spese sostenute sia dalla Provincia che dal Comune quando, all’epoca dei fatti, ricoprivano anche l’incarico di consiglieri comunali, mentre gli altri le avrebbero gonfiate. Il vicepresidente dell’Ente intermedio, Magno, avrebbe allegato al rendiconto delle spese di missioni effettuate per conto della Provincia documentazione attestante spese in tutto o in parte non effettuate o comunque non rimborsabili in quanto relative a soggetti diversi, estranei all’Ente. In particolare avrebbe allegato una ricevuta fiscale per 727,50 euro rilasciata da un hotel di Milano, relativa anche al pernottamento della di lui moglie, conseguendo l’indebito rimborso di Euro 80; per un’altra missione, allegando ricevuta per 170 euro rilasciata da un hotel di Roma, relativa anche al pernottamento di un’altra persona, avrebbe conseguito l’indebito rimborso di 30 euro
Fonte gazzettadelsud.it