Durissima presa di posizione di Ulixes sulla vicenda
Telespazio
Gli universitari di Calabria pongono l’accento sui doveri dei
mezzi d’informazione locali e sul ruolo dei pubblici poteri
Forse
si sta sottovalutando od omettendo la portata del licenziamento coatto degli
otto giornalisti di Telespazio Calabria, non fosse altro che la stessa
Telespazio rappresenta una delle più importanti emittenti locali ed una delle
voci e degli spazi di pubblico dibattito, che più di ogni altro hanno inciso e
continuano a incidere sul contesto regionale. Uno smantellamento così urgente e
determinato ci colma di preoccupazione per ragioni di metodo e di merito.
Cominciamo
dagli ultimi e cioè dalle ragioni di merito. Vengono eliminati dall’azienda
stimati ed apprezzati professionisti che non solo hanno garantito un’informazione
qualitativamente ineccepibile ma anche spazi importanti di approfondimento, con
momenti di sana critica e contraddittorio. Quando professionisti riconosciuti
si ritrovano fuori in questa maniera, la collettività evidentemente si ritrova
orfana di risorse importanti.
Secondo
punto: il metodo. Un dialogo più vivo e democratico con gli otto licenziati,
una trasparenza più ferma circa i progetti e lo status dell’azienda avrebbero
dovuto essere obbligatori e pretesi con coerenza e rigore da chi tutela gli
interessi della collettività e cioè i rappresentanti politici. Infatti, secondo
Costituzione, ogni azienda deve rendicontare di una propria funzione sociale e
non può trincerarsi dietro propositi autoreferenziali. Se poi teniamo conto, ed
arriviamo al punto vero della nostra riflessione (che giustifica le
affermazioni forti condotte sul merito), che qui si parla di un’importante emittente
televisiva locale, la questione assume più ampie proporzioni di gravità. Nei
dibattiti che l’associazione ha riservato all’informazione, non ultimo quello
che ha visto la presenza di Gian Antonio Stella, l’attenzione è stata
concentrata su un punto nodale: l’informazione nei territori meno sviluppati ha
un ruolo di responsabilità sociale attiva, nel senso che deve proporsi quale
strumento di indagine plurale, critica, libera e deve relazionarsi con le
attese della collettività in tal senso.
Questo
ruolo di responsabilità sociale attiva ben e solo si concilia con principi
minimi di trasparenza e pubblico contraddittorio. Questo feed back non c’è
stato come non v’è stato neppure una minima forma di rispetto delle singole
professionalità coinvolte. Un quadro inaccettabile che lede le prospettive di
un intero contesto. Quando si parla di informazione, in Calabria, il discorso
non è personale e specifico ma assolutamente pubblico e collettivo.
Per
questo oltre ad esprimere la piena solidarietà ai professionisti dell’emittente,
sentiamo di mobilitarci attivamente per la presa di coscienza forte e
determinata della società civile e dell’associazionismo tutto. Chiediamo con
forza che i pubblici poteri esprimano una dura replica e impongano il confronto,
con tutti i mezzi a loro disposizione. Già a partire dal consiglio comunale di oggi.
Il cammino verso la tutela del bene
informazione, nella sua più ampia accezione, passerà anche dalla risoluzione di
questa tristissima vicenda.
L’associazione
Ulixes