Non c’era certo bisogno della visita di Clemente Mastella a Reggio Calabria, lunedi 14 maggio, per ritornare sull’argomento relativo allo scippo della Scuola Superiore della Magistratura, essendo questa una vicenda che difficilmente sarà dimenticata e le cui sorti sono ancora da stabilire considerando che vi è un ricorso al Tar del Lazio. Ma indubbiamente la presenza in terra calabrese del guardasigilli è una buona occasione per riprendere la discussione e ribadire con tutte le forze la nostra contrarietà all’arrogante decisione di Mastella.
La cosa che ci stupisce e che ci infastidisce è aver letto, sugli organi di stampa, le indifendibili considerazioni del ministro quando tenta, pur non riuscendovi, di discolparsi da qualsiasi responsabilità circa il dirottamento da Catanzaro a Benevento della prestigiosa Scuola. Rispetto alla vicenda Scuola della Magistratura Mastella ha avuto il coraggio di affermare proprio ieri e proprio in Calabria (la terra che ha umiliato dopo esserne stato eletto) che “tutto è avvenuto prima del suo arrivo” e che – appena nominato, nel passaggio di consegne – si sarebbe trovato dinanzi al diniego del Demanio che non avrebbe fornito utili indicazioni circa la realizzazione della Scuola a Catanzaro. Da ciò il guardasigilli ha pensato di dedurre e costruire il suo “imperfetto” alibi mascherando il suo scippo come se si trattasse di una volontà a lui imposta. Quasi come se portarsi tutto a Ceppaloni fosse una scelta obbligata e a lui non gradita!
E’ fin troppo vergognosa una tale considerazione. Mastella si è fatto eleggere dai calabresi, gli ha tolto ogni rappresentatività, li ha derubati di una grande occasione, e oggi – con tali affermazioni fatte a Reggio – addirittura si fa gioco della loro intelligenza. E’ troppo! Mastella non conosce limiti e non ha nemmeno il buon senso di tacere. E’ l’unico responsabile, l’unico ideatore, l’unico malefico artefice dello scippo della Scuola per magistrati: non può difendere l’indifendibile. Nel suo stesso decreto del 30 novembre 2006 in cui lo scippo viene messo nero su bianco, parla di necessario coinvolgimento degli enti locali nel reperire immobili idonei, dunque non può essere il solo Demanio a decidere le sorti di una struttura. Poiché agli Enti Locali è demandato il compito di reperire un immobile adeguato è bene evidenziare che Comune di Catanzaro, Provincia di Catanzaro e Regione Calabria non sono mai stati contattati dal Demanio per verificare la disponibilità dei suddetti Enti, mentre il ministro Mastella si è prodigato personalmente per stabilire tali contatti nella sua Benevento, il che palesa l’estrema faziosità del comportamento. A questo si aggiunga che il Comune di Catanzaro aveva ed ha tuttora in essere una convenzione proprio col Ministero della Giustizia: qualche anno fa doveva essere ubicata nel capoluogo calabro la Scuola di Polizia Penitenziaria (poi insediata a Catania) e a motivo di quell’eventuale necessità il Comune trovò degli immobili e li offrì al Ministero. Oggi quegli immobili sono ancora disponibili, ma Mastella ha avuto tutta la convenienza per ignorarli.
Il guardasigilli credeva di venire in Calabria e buttare acqua sul fuoco e invece ha alimentato l’incendio. C’è un ricorso al TAR del Lazio e ne attendiamo l’esito sperando che la Giustizia, quella vera, non si faccia influenzare da niente e da nessuno. Contestualmente continuiamo ad invocare disperatamente un’azione più incisiva della politica, quella fatta di contatti tra segreterie, nella speranza che l’interesse del territorio prevalga sulle logiche dei partiti.
Movimento Civico “CATANZARO NEL CUORE”