Volge al termine il primo campionato della rifondazione e l’ F.C. Catanzaro mantiene la C2.
Questo l’unico risultato ottenuto dal primo anno di noviziato. Il “lascia e prendi” del D.G. Longo, si conclude con una separazione consensuale definitiva, voluta dall’oramai “ex” responsabile dell’area tecnica che ha declinato l’invito dell’On. Pittelli. Reciproci saluti votati alla massima cordialità e per i “soliti” motivi “strettamente personali” Carmine Longo saluta società, media e tifoseria.
Al di là dei motivi “strettamente personali”… sarebbe curioso andare ad analizzare le motivazioni vere e dette e non dette, sussurrate dall’ex D.G. in merito all’ impossibilità di fare calcio per l’assenza di una pianificazione imprenditoriale seria. Ci piacerebbe che i “motivi personali”, qualche volta lasciassero spazio alle motivazioni reali, tanto più che la mancanza di un progetto imprenditoriale, il buon Longo da ottimo professionista qual è , l’avrà già diagnosticata per tempo e non già solo al termine del campionato in corso. Tra le concause certamente avrà giocato un grande peso l’arrivo (sinora solo all’orizzonte) di Pasquale Logiudice. L’arrivo dell’ex giocatore/osservatore/DS dell’U.S. Catanzaro, forse avrà creato un problemuccio di lesa maestà o di impossibilità di coesistenza dei due? Il nostro è solo un quesito e nulla più. Ma il dubbio è più che lecito.
I tifosi si preparano (a dire il vero l’anno già fatto per tempo), ad andare a visionare le varie classifiche del CND, per vedere quali saranno le prossime matricole di C2. Non si tratta di certo di metropoli e comunque nel calcio questo conta poco. Il riferimento di chi scrive, è dedicato ai detrattori ostinati di Catanzaro e del Catanzaro. L’ignavia che ha pervaso questo anno di C2, interrotta dal sussulto improvviso e miracoloso delle oramai famigerate sei vittorie consecutive, ha trovato la massima compiutezza nella gara interna con il Melfi.
L’assenza di motivazioni, il menefreghismo votato al disinteresse attivo stanno diventando una moda pericolosa nel capoluogo di Regione, della serie: “me ne frego, ma critico e getto fango su tutto e tutti”. Sarebbe più opportuna una partecipazione attiva e una volontà così grande e reale da farla leggere anche ai destinatari del messaggio. Con tutto il rispetto per il Noicattaro (colori sociali: rossonero), la Sangiuseppese (colori sociali gialloblu) & C., chi scrive non crede che Catanzaro si possa “permettere il lusso”… di languire inerme nell’ultimo gradino del professionismo del calcio.
E non si tratta di F.C. o U.S., si tratta di altro… poi se vogliamo clonare alibi su alibi, siamo padroni di farlo. Le concause per una riedizione di C2 sono state molteplici e tutti hanno ragione a portare avanti quelle determinanti: partenza ad handicap; transfert arrivati in ritardo; società giovane; aspetto retributivo…; dimissioni pre-natalizie di Longo poi rientrate; Coppola “si”, Coppola “no”; comunicazione societaria deficitaria e votata più all’impulso che alla pacatezza; assenza di un mercato di riparazione all’altezza; casi interni allo spogliatoio (tanto per destare un po’ di interesse nel tifoso oramai in coma e sottolineare uno spirito di gruppo…)ecc. ecc.
La cosa che ha sconcertato di più tra tutte è stato il fatto che quando si era lì, lì per fare qualcosa di importante e nel momento in cui si gareggiava fianco a fianco con (addirittura) il Benevento (che ora ambisce al primo posto in graduatoria…), la navicella è andata a fondo. Il buon Longo dichiarò che “dalla gara contro il Lamezia in poi”… lui non avrebbe dovuto rispondere dell’accaduto perché da quella gara in poi la società ecc. ecc. E se bisogna riconoscere all’ex D.G. un certo buon senso nel costruire l’ossatura della nuova creatura, bisogna anche ammettere che il cordone ombelicale con il nascituro è stato utilizzato ad intermittenza e con una certa aritmia, tanto da produrre schizofrenia.
La società ha incassato i vari “no” di coloro che avevano promesso e rifiutato qualche “si”… di qualcun altro…; ha fatto, distribuito e ridistribuito mansioni e compiti e gli errori non sono di certo stati commessi (ne siamo certi e lo speriamo) volutamente.
La squadra (per gli sballottamenti vari) ha almeno garantito la salvezza (e se non fosse stato per quelle sei vittorie…) Senza infamia e senza lode e con qualche “vedente” in mezzo ai ciechi…
Il Tecnico, volenteroso e ribattezzato “mister 4-2-3-1”, non è giudicabile, ma certamente in quanto a testardaggine nella disposizione in campo dei suoi, può aspirare ad ottenere la cittadinanza onoraria di “calabrese D.O.C.”, più “capa tosta” di lui…
I tifosi, quando sono stati stimolati a dovere, hanno “risposto”, ma dovrebbero imparare anche altri a “rispondere”… dovrebbero rispondere alle pretese più che legittime di una Piazza che porta un nome della massima importanza. E’ pur vero che non bisogna anteporre in tutti i discorsi la storia ecc. ecc., ma se il Catanzaro possiede una storia importante, non è colpa di nessuno, perché disconoscerla? Il tifo espresso ad intermittenza sulle gradinate “F.C. si, F.C. no”, nel periodo dei diciotto punti consecutivi, si era dimenticato di quale acronimo fosse apposto al nome Catanzaro. Sarebbe più opportuno che la tifoseria, organizzata e non si rendesse conto che invece di preoccuparsi del bubbone (F.C. o U.S.) si dovrebbe tormentare del cancro che rischia di infettare un tessuto già in metastasi, e questo tumore si chiama: indifferenza. Indifferenza da parte delle Istituzioni che solo dieci mesi addietro si erano poste come garanti di certe operazioni. Indifferenza da parte di molti, ma tra questi non di certo UsCatanzaro.net che non “regalerà”/”concederà” mai e a nessuno la propria indifferenza. Indifferenza da parte di chi la dichiara e ne andava/va anche (addirittura) orgoglioso. Indifferenza dei grandi sacerdoti del sapere che si pongono super partes per indicare e giudicare questo o quello e, addirittura, quello che potrà essere o che sarà.
A tal proposito è in fieri l’investitura di Pasquale Logiudice quale nuovo responsabile dell’area tecnica. Non è dato sapere quando e come. Anzi, nel calcio come in tutte le cose, è meglio lasciare all’imponderabile il futuro, prima che lo stesso non venga formalizzato dalla Società.
Sulla situazione contrattuale dei vari Bueno, Morleo ecc. e dei “salvabili” del campionato 2006/2007, si assumerà la responsabilità chi ricoprirà ruoli specifici e sarà giudicato solo a risultati ottenuti (o – speriamo di no- non ottenuti). L’importante sarà lasciare in pace chi avrà il dovere/piacere di fare rinascere le Aquile.
Si spera che chi ha predicato maturità e tatto, si renda protagonista delle stesse qualità e che la Piazza si ponga e proponga serenamente, determinata e con le giuste pretese a chi di dovere.
In Italia, soprattutto in Italia c’è tanta “febbre” (chi ha visto “La febbre” di Fabio Volo comprende a cosa mi riferisco, chi non l’avesse visto è pregato di farlo). A Catanzaro, alla Catanzaro attuale è raccomandata una dose di Tachipirina, possibilmente con una posologia massiccia…
Alla Società, ai Tifosi tutti, agli imprenditori che vorranno sposare la causa giallorossa, alle Istituzioni (sperando che non facciano come Pilato…), a tutti i media/stampa, a Pasquale Logiudice (se dovesse essere investito del ruolo di DG o DS), l’augurio che si possa marciare uniti (e “sfebbrati”… ) verso traguardi, più consoni alla Storia calcistica delle gloriose Aquile.
Solo chi non ha storia teme quella altrui, ma chi la possiede ha il sacrosanto dovere di onorarla, nel rispetto di coloro che l’hanno creata e di coloro che vogliono riviverla.
Giuseppe Mangialavori