Analizziamo questa partita partendo da alcune questioni che ritengo fondamentali.
Se cercavamo conferme, che questo era il campionato più scarso della C2 mai visto, oggi, dopo aver visto il Benevento, la conferma l’abbiamo avuta.
Domenicali a mio avviso, oggi ha commesso un madornale errore tattico (ma malgrado tutto, la partita si era incanalata nel modo migliore) cioè quello di schierare Merito a sinistra.
Il colombiano tecnicamente non è eccelso, ma a destra almeno corre e sa farsi valere, oggi a sinistra, in pratica, ha tenuto bloccato Morleo per gran parte della partita e nelle ripartenze non ha per nulla inciso.
Non riesco a comprendere perchè nessuna variazione tattica è stata effettuata.
Oggi al Ceravolo abbiamo assistito a qualcosa di strano, pareggiare in nove contro undici non è una cosa che accade tutti i giorni.
Anche nei peggiori anni bui della C2 e negli ultimi due della B, mi pare che non ci era mai successo. Quando si voleva regalare qualcosa all’avversario, si faceva con una certa classe, non così, quasi spudoratamente, infischiandosene delle nostre speranze e di tutti coloro i quali ogni domenica viaggiano per i campi più sperduti del nostro paese.
Sia chiaro, l’errore in campo ci può anche stare, ma subire tre contropiedi in nove contro undici è alquanto ridicolo e anche se il pallone è rotondo, non può esserlo fino a questo punto.
Come pubblico dovremmo crescere, il caloroso applauso a Ballanti mi è sembrato esagerato, non tanto per il valore tecnico del calciatore (le doti tecniche non si discutono, in effetti è uno stopper più che buono per la C2) ma la mancanza di rispetto verso gli altri undici che erano in campo e che nel bene e nel male stavano vincendo questa partita, mi è sembrata palese.
Capitan Coppola, a nome di tutti i suoi compagni aveva spiegato che lo stopper romano, non aveva rispettato le regole dello spogliatoio.
Noi, intesi come pubblico, non dico che dovevamo fischiarlo, ma abbiamo rispettato il resto della squadra?
Peccato che l’ingresso di Ballanti non è servito a nulla, anzi…il Benevento ha pareggiato su un suo errore, ma a quel punto anche i compagni, dal 25° minuto in poi stavano commettendo errori su errori.
Tacchi e tacchetti, giocate di fino e sufficienza nel concludere le tante azioni che potevano tranquillamente portarci al terzo goal.
Gli ultimi venti minuti sono stati veramente da mai dire goal…e dire che ci giocavamo le ultime speranze di play off.
V’invito a riflettere su alcune partite di questo campionato: non conto Melfi (quella degli stipendi non pagati, perchè è lontana) ma vi segnalo, il ko interno con il Lamezia, Vibo, Barcellona e gli ultimi venti minuti di oggi. Queste partite hanno tutte qualcosa in comune, e la domanda che nasce spontanea è la seguente: ma una squadra ed una società che vuole andare in C1, le affronta così?
E’ qua casca l’asino.
E’ chiarissimo che questa società NON VUOLE SALIRE DI CATEGORIA.
Qualcuno dice che ci vuole chiarezza, trasparenza, professionalità ed organizzazione.
Sono tutte belle parole, ma ora che big ben ha detto stop bisogna tirare le somme, bisogna ripartire facendo tesoro di tutti gli errori commessi e bisogna soprattutto avere l’umiltà e la consapevolezza di capire se si è in grado di affrontare un progetto serio oppure continuare a vivacchiare.
Lo deve capire il Presidente Pittelli in primis, il pallone non è come la politica, se perdi le elezioni puoi sempre rimanere in gioco riciclandoti, nel calcio conta vincere non partecipare (specie in questa vergognosa categoria).
Se si è in grado di vincere, bene, altrimenti trovi una soluzione, a costo di rimetterci…anche perchè i giri sulla giostra si pagano.
SF
Se cercavamo conferme, che questo era il campionato più scarso della C2 mai visto, oggi, dopo aver visto il Benevento, la conferma l’abbiamo avuta.
Domenicali a mio avviso, oggi ha commesso un madornale errore tattico (ma malgrado tutto, la partita si era incanalata nel modo migliore) cioè quello di schierare Merito a sinistra.
Il colombiano tecnicamente non è eccelso, ma a destra almeno corre e sa farsi valere, oggi a sinistra, in pratica, ha tenuto bloccato Morleo per gran parte della partita e nelle ripartenze non ha per nulla inciso.
Non riesco a comprendere perchè nessuna variazione tattica è stata effettuata.
Oggi al Ceravolo abbiamo assistito a qualcosa di strano, pareggiare in nove contro undici non è una cosa che accade tutti i giorni.
Anche nei peggiori anni bui della C2 e negli ultimi due della B, mi pare che non ci era mai successo. Quando si voleva regalare qualcosa all’avversario, si faceva con una certa classe, non così, quasi spudoratamente, infischiandosene delle nostre speranze e di tutti coloro i quali ogni domenica viaggiano per i campi più sperduti del nostro paese.
Sia chiaro, l’errore in campo ci può anche stare, ma subire tre contropiedi in nove contro undici è alquanto ridicolo e anche se il pallone è rotondo, non può esserlo fino a questo punto.
Come pubblico dovremmo crescere, il caloroso applauso a Ballanti mi è sembrato esagerato, non tanto per il valore tecnico del calciatore (le doti tecniche non si discutono, in effetti è uno stopper più che buono per la C2) ma la mancanza di rispetto verso gli altri undici che erano in campo e che nel bene e nel male stavano vincendo questa partita, mi è sembrata palese.
Capitan Coppola, a nome di tutti i suoi compagni aveva spiegato che lo stopper romano, non aveva rispettato le regole dello spogliatoio.
Noi, intesi come pubblico, non dico che dovevamo fischiarlo, ma abbiamo rispettato il resto della squadra?
Peccato che l’ingresso di Ballanti non è servito a nulla, anzi…il Benevento ha pareggiato su un suo errore, ma a quel punto anche i compagni, dal 25° minuto in poi stavano commettendo errori su errori.
Tacchi e tacchetti, giocate di fino e sufficienza nel concludere le tante azioni che potevano tranquillamente portarci al terzo goal.
Gli ultimi venti minuti sono stati veramente da mai dire goal…e dire che ci giocavamo le ultime speranze di play off.
V’invito a riflettere su alcune partite di questo campionato: non conto Melfi (quella degli stipendi non pagati, perchè è lontana) ma vi segnalo, il ko interno con il Lamezia, Vibo, Barcellona e gli ultimi venti minuti di oggi. Queste partite hanno tutte qualcosa in comune, e la domanda che nasce spontanea è la seguente: ma una squadra ed una società che vuole andare in C1, le affronta così?
E’ qua casca l’asino.
E’ chiarissimo che questa società NON VUOLE SALIRE DI CATEGORIA.
Qualcuno dice che ci vuole chiarezza, trasparenza, professionalità ed organizzazione.
Sono tutte belle parole, ma ora che big ben ha detto stop bisogna tirare le somme, bisogna ripartire facendo tesoro di tutti gli errori commessi e bisogna soprattutto avere l’umiltà e la consapevolezza di capire se si è in grado di affrontare un progetto serio oppure continuare a vivacchiare.
Lo deve capire il Presidente Pittelli in primis, il pallone non è come la politica, se perdi le elezioni puoi sempre rimanere in gioco riciclandoti, nel calcio conta vincere non partecipare (specie in questa vergognosa categoria).
Se si è in grado di vincere, bene, altrimenti trovi una soluzione, a costo di rimetterci…anche perchè i giri sulla giostra si pagano.
SF