Botticella voto 6 – Avvio da brivido, probabile abuso di polenta e spuntature di maiale. Nella ripresa è felino in più di una circostanza. Capitola ad un metro dal traguardo, disdetta.
Priolo voto 5,5 – E’ sulla sua fascia di competenza, quella destra, che il Catanzaro dà l’impressione di poter fare molto, molto di più. Il pareggio del Celano punisce l’ostinata dedizione al compitino.
Ballanti voto 6,5 – Il suo testone lucido è una calamita per i palloni alti. Luiso non ne vede una. Quando esce lui, crollano le certezze difensive, cambia la partita.
Zini voto 6 – Con Ballanti forma una coppia collaudata. Al fianco del centurione romano regge l’urto del tandem Ciofani-Luiso senza particolari affanni.
Gimmelli voto 5,5 – Sulla fascia sinistra si trova a suo agio come un elefante in una stanza di cristalli. Impacciato e poco propositivo. Il confronto con Morleo è avvilente.
Coppola voto 6 – Il samurai salentino dà il suo contributo alla causa giallorossa in termini di corsa e interdizione. Generoso, ma niente di eccezionale.
Cuffa voto 6,5 – Sembrano lontani ormai anni luce i tristi esordi di questa stagione. Il ventiseienne di Alta Gracia sfodera una prestazione da centrocampista moderno, cervello-piedi-polmoni, capace di brandire il fioretto o la sciabola a seconda della circostanza.
Wahab voto 6,5 – Sin dalle primissime battute, il ragazzo di Portharcourt dimostra di essere in palla. Il repertorio di Adi è quello che abbiamo imparato ad apprezzare in questi mesi: scatti, dribbling, ottimo palleggio. Peccato non ci provi con maggiore convinzione sotto porta.
Cunzi voto 5 – Non pervenuto, rimbalza contro la linea Maginot dell’Olimpia. Probabilmente crede di essere spettatore de “La domenica del Villaggio”, puntata dedicata all’entroterra abruzzese. Mengacci-Domenicali lo sostituisce nel finale.
Cunzi voto 5 – Non pervenuto, rimbalza contro la linea Maginot dell’Olimpia. Probabilmente crede di essere spettatore de “La domenica del Villaggio”, puntata dedicata all’entroterra abruzzese. Mengacci-Domenicali lo sostituisce nel finale.
Merito voto 5,5 – Mezzo voto in più per la rete del momentaneo vantaggio giallorosso (chapeau, per il gesto tecnico). Per il resto, è l’immagine speculare di Cunzi sulla fascia opposta. Evanescente.
Guidone voto 6 – Il saldo di gennaio, arrivato dalla Brianza, è attaccante vero. L’airone milanese sgomita, lotta senza sosta contro i centrali avversari e li pressa in fase di costruzione.
Non riesce mai a liberarsi per la conclusione ma risulta prezioso nel gioco di sponda.
Alderuccio S.V. – Speriamo davvero che l’infortunio di Ballanti non sia nulla di rilevante.
Non riesce mai a liberarsi per la conclusione ma risulta prezioso nel gioco di sponda.
Alderuccio S.V. – Speriamo davvero che l’infortunio di Ballanti non sia nulla di rilevante.
Fiore voto 5,5 – Entra per Cunzi dopo il vantaggio e, posizionato sulla sinistra, cerca di far guadagnare tempo prezioso difendendo palla. Avrebbe l’occasione per chiudere la partita, ma conclude da sciagurato Egidio.
Ballarino S.V. – Senza infamia e senza doccia.
Domenicali voto 5 – E’ la media tra il 5,5 della gara ed il 4,5 delle dichiarazioni post-partita.
Il Catanzaro non riesce ad imporre il proprio gioco, non utilizza le fasce ed isola Guidone in avanti.
Una volta passati in vantaggio, si potrebbe e dovrebbe fare qualcosa di più per chiudere la partita o quantomeno per non subire l’arrembaggio del Celano.
Ed invece, le scelte in corsa del Mister non ci convincono proprio.
Per non parlare delle dichiarazioni in sala stampa.
Un lessico fatto di “episodi” ed “assenti” per giustificare una prestazione assolutamente sottotono, potrebbe essere sintomo di un primo stadio della “Sindrome del Mancio”, patologia che colpisce frotte di allenatori convinti di essere perseguitati dal fato avverso, mandandoli in analisi nel giro di poche settimane.
Non buttiamoci giù.
Il Catanzaro non riesce ad imporre il proprio gioco, non utilizza le fasce ed isola Guidone in avanti.
Una volta passati in vantaggio, si potrebbe e dovrebbe fare qualcosa di più per chiudere la partita o quantomeno per non subire l’arrembaggio del Celano.
Ed invece, le scelte in corsa del Mister non ci convincono proprio.
Per non parlare delle dichiarazioni in sala stampa.
Un lessico fatto di “episodi” ed “assenti” per giustificare una prestazione assolutamente sottotono, potrebbe essere sintomo di un primo stadio della “Sindrome del Mancio”, patologia che colpisce frotte di allenatori convinti di essere perseguitati dal fato avverso, mandandoli in analisi nel giro di poche settimane.
Non buttiamoci giù.
Francesco Guerrieri