Il derby con la Vibonese si chiude in parità. A secco Bueno & C.
di Giuseppe Mangialavori
Il derby si conclude in parità. I giocatori hanno risposto all’appello, la terna arbitrale anche ma il dodicesimo in campo ha risposto solo per i rossoblu tirrenici. I giallorossi oramai devono farsene una ragione, ma il famigerato calore della Massimo Capraro, ancora una volta è stato assente.
E’ veramente un atteggiamento comprensibile ma da biasimare quello della tifoseria organizzata del capoluogo di regione. Soprattutto perché quella curva si intitola a Massimo, un ragazzo speciale che se fosse stato tra noi, certamente, si sarebbe arrabbiato e non poco per questo contesto disgustoso. Ho la presunzione di dirlo anche perché ho avuto l’onore di tifare qualche volta al suo fianco (il più delle occasioni incollato alle inferriate dell’allora “Ovest”). Era tra quelli che, proprio nei momenti più difficili, cercava di lanciare i cori da solo, con il suo urlo. Questa era la sua filosofia di vita, quella di dare il “massimo”, proprio nei momenti più gravosi. Questa dovrebbe essere la dottrina di coloro che occupavano (occupano ancora?) la parte della curva arredata dal pino che tanta storia e tanto lustro ha portato all’immagine di una tifoseria impareggiabile. Un grande amore esige ancor più partecipazione nei momenti difficili. Amare l’amata o l’amato quando tutto va bene, quando le condizioni affettive/di salute/economiche sono rigogliose, è più facile. Il qualunquismo non ha mai pagato, non paga e non pagherà mai.
Tornando al derby, cori e striscioni di reciproca stima hanno fatto da cornice alla storica gara. Dalla “Mammì”, i Vibonesi esponevano uno striscione con su scritto:”U.S. 1929, RISPETTO E ONORE”, dall’altra la Massimo Capraro (seppure priva di tutto il potenziale che sarebbe in grado di esprimere):” VIBO: CATANZARO E’ FIERA DELLA VOSTRA AMICIZIA”. In tribuna tra gli “ex”, il buon Mariotto già da qualche stagione nelle vesti di DS della Vibonese.
Uno zero a zero che se non fosse stato per una frazione del primo tempo, si sarebbe rivelato incolore. Ad una Vibonese ben coperta e arrivata al Ceravolo con il fermo intento della conquista di un risultato positivo, si è contrapposto un Catanzaro che per l’ennesima volta ha palesato evidenti limiti nell’organico a disposizione del tecnico. Unica nota positiva della squadra di Domenicali è la sistemazione del reparto arretrato dove i giallorossi da qualche gara, sembrano aver trovato il bandolo della matassa. A centrocampo il buon Whaab (convincente la sua prova), e il povero Bueno unico messia in attacco, costretto a fare l’impossibile per procurarsi una palla utile a sbloccare il risultato, fotografano la sterilità del gioco delle Aquile.
Se il Catanzaro volesse ambire ad alti traguardi, urgono rinforzi o un assetto diverso in mezzo al campo. Dal 4-2-3-1 delle precedenti edizioni, si è passati ad un 4-3-3 che spinge poco, un 4-3-3 sostanzialmente corto ma troppo arretrato. L’unico punto di riferimento in attacco, Bueno, è stato più volte costretto a tornare indietro (cosa che peraltro l’argentino ha fatto anche nelle precedenti gare). Risultato? Sfiancamento totale dell’atleta, resa minima dello stesso e per finire i crampi che hanno costretto Domenicali a sostituire il bomber. I “compagni di reparto” di Bueno, con il solo Whaab a centrocampo, hanno arretrato anch’essi il proprio raggio d’ azione con l’intento (mal riuscito) di dare più verve e idee al gioco.
Dalla gara che ha visto gli uomini di Pittelli opporsi ai rossoblu Vibonesi, si è evinta un’indicazione chiarissima: urgono rinforzi a centrocampo e anche qualche puntello in attacco. Con gli uomini a disposizione Mister Domenicali non può fare altro che tentare di sbagliare il meno possibile. E’ la solita storia della coperta troppo corta… Forse l’unico tentativo sarebbe quello di provare con un 4-4-2, in modo da affiancare pianta stabile un compagno in appoggio a Bueno e garantire al centrocampo idee e un uomo in più, ma la musica non cambierebbe ugualmente: urgono rinforzi. E il gioco sulle fasce?
Domenica prossima si fa visita alla capolista: il Sorrento! Chi lo avrebbe mai detto? La terribile matricola arrivata dal girone “I” del CND è nettamente in testa alla classifica e i rossoneri vantano addirittura sei punti di vantaggio sulle seconde (Gela e Monopoli). Tra gli attaccanti, un certo Ingenito e Rastelli, vecchie conoscenze per un Catanzaro in ritardo di appena quattro punti dai playoff. Una classifica ancora cortissima che dovrà di certo motivare la Dirigenza dell’F.C. a fare passi decisivi per acquisti importanti per la causa giallorossa e la tifoseria a tornare da protagonista sugli spalti. Il sottoscritto rischia di diventare stucchevole, ma l’acquisto più importante e che esula dalle operazioni societarie, dovrà essere proprio quello del dodicesimo uomo in campo.
Giuseppe Mangialavori
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