Quel suono temibile e spesso lancinante ci avverte che qualcuno ha bisogno di urgente soccorso. Dentro ad ogni autoambulanza, su e giu per strade spesso intasate, un gruppo di persone è sempre allerta per evitare conseguenze peggiori a chiunque ne abbia bisogno.
L’equipe di ogni mezzo, per legge, è composto da un medico, un infermiere ed un autista. Quest’ultimo non è solo abilitato alla guida (particolarmente abile) del mezzo, ma è inquadrato come ‘soccorritore’: a loro spetta il compito fondamentale di estrarre da mezzi incidentati i feriti (operazioni precluse ad esempio a vigili del fuoco o forze dell’ordine) e di recente sono stati abilitati- mediate apposito corso – all’utilizzo dei defibrillatori automatici.
Negli ultimi giorni, però, gli oltre 90 Autisti Soccorritori della provincia di Catanzaro hanno avuto una brutta sorpresa. Con atto monocratico, di cui non si conosce ancora bene la paternità, l’Azienda Sanitaria ha disposto la cancellazione della relativa indennità cosiddetta di ‘disagio’. In poche parole. Gli Autisti Soccorritori si sono visti decurtare la busta paga marzo di una competenza sostanziale quanto legittima.
Immediata la reazione del gruppo il quale, nel corso di un’affollata assemblea tenuta
nei locali del 118 di Catanzaro Marina, ha approvato la richiesta di un incontro urgente con i vertici dell’Asp.
E così i delegati Salvatore Cosco, vice presidente Coes Calabria nonché responsabile area di Catanzaro, Angelo Vonella, membro direttivo Coes nonché responsabile dell’area di Soverato e Tonino Renda, presidente Coes e resp. Area Lamezia Terme, sono stati ricevuti dal Direttore Sanitario Maurizio Rocca.
Cosco ha ricordato che la figura professionale di Autista Soccorritore è stata richiesta espressamente dal bando dell’ex ASL 7 con cui, attraverso titoli e documentazione approvata, furono assunte 55 unità specializzate, poi aumentate nel corso degli anni; che la medesima indennità, essendo divenuto diritto acquisito, non può essere subordinato o alienato senza validi motivi (comunque mai comunicati) o cambio completo di funzioni (il che postulerebbe varie conseguenze, la mancata operatività degli autisti nel soccorso delle persone; e l’assunzione di nuovo personale, cosa del tutto inutile e dai pericolosi risvolti clientelari).
I delegati degli Autosti Soccorritori hanno quindi richiesto un colloquio con la Direzione Strategica dell’Asp al fine di discutere e riaffermare il riconoscimento della qualifica, delle mansioni durante la catena del soccorso e della relativa indennità.
Il dirigente Rocca si è mostrato molto sensibile alle garbate rimostranze mosse dalla fondamentale categoria ed ha promesso una risposta entro pochi giorni.
Gli autisti del 118 si sono detti soddisfatti di questo primo impegno rassicurando che nel contempo sono pronte forme di protesta più forti, come il ricorso all’assessore regionale ed un’azione legale nei confronti dell’Asp.
Intanto a livello nazionale, allo scopo di decongestionare i ‘pronto soccorso’ di tutti gli ospedali italiani, il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, in un articolo apparso sul giornale dell’ Ipasvi, , ha ribadito la necessita di istituire i PIT (Presidi d’Intervento Territoriali) con la presenza diuturna di personale qualificato. A tal proposito il sottosegretario ha ricordato la recente audizione in commissione sanità relativa ai corsi di aggiornamento per riconoscere a livello giuridico la figura dell’Autista-Soccorritore verso cui c’è già un provvedimento favorevole in Senato.
118: Protestano gli autisti
DECLASSATI IN BUSTA PAGA, GLI AUTISTI DEL 118
SCENDONO SUL PIEDE DI GUERRA