Intervistiamo

Malaffare al Comune di Catanzaro, 26 indagati

Scritto da Redazione
Palazzo degli ignobili atto secondo. Dopo le inchieste sulla compravendita dei voti, sulle false firme, su multopoli, nuova stangata sul malaffare al Comune di Catanzaro. 

 

I magistrati Gerardo Dominijanni e Graziella ViscomiUna nuova ondata di indagati travolge Palazzo De Nobili nell’inchiesta aperta dai sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro, Gerardo Dominijanni neo procuratore aggiunto di Reggio Calabria e Graziella Viscomi sul malaffare nel Comune del capoluogo. Sotto accusa 26 persone tra consiglieri, assessori, dipendenti comunali, professionisti, titolati di alcuni esercizi commerciali , vigili urbani e agenti di spettacoli. Destinatari di un avviso di conclusione indagine che vale come avviso di garanzia Massimo Lomonaco (assessore al Personale), Stefania Lo Giudice (assessore alla Pubblica istruzione), Roberto Politi (dipendente del Comune), Giuseppe Cardamone (direttore dell’area tecnica del Comune), Rosaria Paola Barbuto (architetto), Carolina Ritrovato(dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Catanzaro), Salvatore Sangiuliano e Maurizio Rafele agenti di cultura e spettacolo, Francesco Leone (consigliere comunale), Giovanni Merante(assessore alle attività produttive), Rita Cavallaro (assessore al Turismo), Francesco Eugenio Giovanni Lorenzo (fornitore), Anna Scutieri( vigile), Patrizia Verdooliva(vigile), Salvatore Tarantino (maggiore), Giuseppe Antonio Salerno(comandante del corpo della polizia municipale), Domenico Tallini (consigliere comunale), Carlo Nisticò (consigliere comunale), Raffaele Luigi Riso (colonnello, medico militare), Salvatore Megna (titolare esercizio commerciale a Lido), Luciano Paparazzo, Pietro Folino (architetto), Gianmarco Plastino (architetto), Salvatore Mauro (titolare di un esercizio commerciale), Giuseppe Curcio (vigile), Emilia Laureana (vigile). Le accuse, contestate dai contitolari del fascicolo vanno a vario titolo dal peculato, all’induzione indebita a dare e promettere utilità, alla truffa, all’abuso di ufficio. E ancora turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, estorsione, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico o dai pubblici ufficiali in certificati e autorizzazioni amministrative, falsità in registri e notificazioni. C’è di tutto in questa nuova inchiesta. Appalti affidati senza indire una gara pubblica, (al diavolo qualsiasi valutazione di merito) per favorire l’amico dell’assessore o del consigliere di turno. Soldi per agevolare trasversalmente i parenti di amministratori che per ottenerli usano lo strumento estorsivo con tanto di minacce di morte, occhi chiusi sulle irregolarità edilizie in alcuni locali commerciali, nessuna sanzione, nessuna penale, A Palazzo De Nobili, che di nobile non ha nulla, almeno a giudicare dalle carte, tutto ruota intorno a pochi eletti che si accaparrano i gazebi per la Notte piccante, il progetto di recupero delle scuole del centro e tanto altro. Un sistema clientelare, dove c’è il politico, amico di alcuni vigili compiacenti, che all’occorrenza si adoperano per scortare favoriti in concessionarie per avere i pezzi di ricambio della propria auto in tilt o spediti in altri luoghi per scopi personali, quando dovrebbero starsene a lavoro, beccandosi anche gli straordinari, in beffa alle casse del Comune. C’è anche l’amministratore che utilizza il telefonino pubblico per scopi personali. E non per le emergenze, su quelle l’occhio si poteva anche chiudere, ma per farsi promettere prestazioni sessuali da una straniera, che il mestiere lo conosce bene. Ed ecco fatto, il politico, una volta soddisfatto, le fa ottenere in cambio la carta d’identità.

 Fonte

Gabriella Passariello – lacnews24

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Redazione

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