Show di Tallini in Consiglio Regionale

Cacciato’ dal gruppo di Forza Italia inscena una protesta. ll consigliere regionale mette sulla spalle la bandiera di Forza Italia dopo l’esclusione dal gruppo: «Io e Orsomarso fuori per colpa di un patto trasversale». La replica di Scalzo: «Da noi solo una semplice presa d’atto». Scontro frontale tra il forzista e D’Agostino

Mimmo Tallini avvolto nella bandiera di Forza ItaliaPronti, via: e si parte col botto. A Mimmo Tallini l’esclusione dal gruppo di Forza Italia in consiglio non è andata proprio giù.

Il destinatario del suo j’accuse è il presidente del consiglio regionale, Tonino Scalzo. Secondo l’ex assessore regionale, sarebbe stato proprio Scalzo – con la complicità degli altri consiglieri azzurri e dei dirigenti – a estromettere lo stesso Tallini e Fausto Orsomarso.

Il consigliere catanzarese prende la parola a inizio seduta e, in segno di protesta, sventola la bandiera del partito di Berlusconi, che poi tiene sulle spalle per tutta la seduta. È un fiume in piena, l’ex assessore regionale, che richiama Scalzo «al rispetto delle norme». 
La collocazione nel gruppo Misto di Tallini e Orsomarso sarebbe «un gravissimo atto d’imperio. Noi siamo stati eletti nelle liste di Forza Italia, ma Scalzo ha impedito che migliaia di calabresi si sentissero rappresentanti. Siamo stati espulsi dall’Ufficio di presidenza con la complicità di alcuni membri del gruppo. Il presidente non può nascondersi dietro i formalismi. La nostra espulsione è illegittima ed è stata il risultato di un patto trasversale. Una mancanza di rispetto delle regole che sta caratterizzando il mandato di Scalzo, il chiaro segno del trasversalismo in atto in questa legislatura».

Per Tallini, Scalzo si sarebbe «piegato a oscure manovre, con la compiacenza di direttori generali che sperano in una riconferma». Scalzo, insomma, «non è degno di rappresentare quest’aula».
Più pacato l’intervento dell’altro “escluso”, Orsomarso: «Mai in 40 anni di regionalismo si era verificato un fatto del genere».
Tutte accuse rimandate al mittente dallo stesso Scalzo: «L’Ufficio di presidenza, all’unanimità, ha assecondato tutte le richieste di adesione che, essendo arrivate in ritardo, sono state poi sottoposte direttamente al gruppo di Forza Italia. Che, in riferimento alla vicenda, ha deciso all’unanimità di non valutare alcuna richiesta di adesione. L’Ufficio di presidenza dunque si è limitato a una semplice presa d’atto».

In sintesi: sono stati gli altri consiglieri azzurri a non accettare la presenza di Tallini e Orsomarso.

BAGARRE CON D’AGOSTINO

Ma l’ira di Tallini non si placa e arriva allo scontro diretto con il vicepresidente del Consiglio, Francesco D’Agostino.

L’Aula cambia argomento e passa al nuovo punto all’ordine del giorno: i fondi comunitari. Oliverio espone la sua relazione e poi tocca ai vari consiglieri. Al momento del suo intervento, però, Tallini torna sulla sua esclusione da Fi.

Prova a esporre le sue ragioni ma viene subito ripreso da D’Agostino (Scalzo si è da poco allontanato), che invita Tallini ad attenersi al punto in discussione.

L’ex assessore va su tutte le furie e rivendica il diritto di esporre le sue ragioni. D’Agostino gli toglie la parola. Scoppia la bagarre: «Lei è un provocatore – urla il consigliere  –, non le consento un comportamento del genere. Contesto chi le ha fatto assumere quel ruolo in Consiglio. Tra l’altro ho difficoltà a capire il suo italiano». Cala il gelo. È Giovanni Nucera (La Sinistra) a difendere D’Agostino: «Lei – dice rivolto a Tallini – non  può permettersi di rivolgersi così a un consigliere regionale».

La polemica rientra. E Tallini si decide a parlare di fondi comunitari.

Pietro Bellantoni

corrieredellacalabria

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