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Un gol contro

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Dal gol di Calil a quello di Maiorano. Perché stare con Cosentino vuol dire stare col Catanzaro

018.Catanzaro_IschiaSabato 8 novembre ore 17:50 circa a Salerno: la rete di Calil al minuto 92 manda in visibilio i tifosi e la squadra granata, e condanna all’inferno calcistico Moriero ed il suo staff.

Sabato 15 novembre ore 21.20 circa a Lecce: la rete di Maiorano al minuto 92 manda in visibilio i tifosi e la squadra del Catanzaro, condannando al brusco atterraggio i salentini.

Due goal simili per molti versi, due goal contro, come qualcuno li ha definiti. Due goal che riescono nella loro essenza ad essere crocevia inimmaginabili di storie da tramandare ai posteri. Di partite che trascritte sugli almanacchi avrebbero un senso solo numerico, ma che oggi, con gli occhi del presente, rappresentano un bivio fondamentale per tutti coloro che identificano la loro cittadinanza, anche a migliaia di chilometri, con una maglia giallorossa. 

Oggi dal basso della mia scrivania, sento la necessità di scrivere, sento che l’urlo strozzato in gola e la rabbia repressa per quelle partite perse al 92esimo, d’incanto esplode con tutto il suo fragore al goal di Maiorano. Un pareggio che ha il sapore dolce della rivincita, della rinascita, della ricrescita, ma soprattutto ha lo stesso valore emotivo di un carico d’armi in una città da mesi assediata.

Perdonate il paragone infausto con le armi, ma l’assedio di tutti coloro che godono nel vedere il Catanzaro calcio ed il Presidente Cosentino in primis, in difficoltà mi regala questa immagine allegorica. Pronti a caricare cannoni e fucili a pallettoni e sparare all’impazzata su chi è reo di aver sbagliato! Un errore, certo, anzi forse più di uno; ma stiamo finalmente parlando di calcio e non di blocchetti di assegni in bianco, non di sit-in in campo, non di aumenti di capitale sulla carta. Stiamo parlando di calcio non di fumo.

Un progetto tecnico sbagliato non è la fine del mondo, l’essere prevenuto ed attendere il primo passo falso per colpire ed infierire, questo sì, è la fine. La fine del sogno per tutti coloro che amano il Catanzaro Calcio senza interesse alcuno. Gli anni bui e le continue campagne politiche anche di coloro che in città hanno solo interessi commerciali hanno finalmente sortito il giusto effetto, le pecore da comandare sono sempre di meno e contemporaneamente cresce il numero degli animali pensanti. Io sto con Cosentino, non per mancanza di alternativa, ma solo perché è riuscito a dimostrarmi che si è capaci di sbagliare con la propria testa, e con la stessa testa si prova a porvi rimedio. Io sto con Cosentino perché con gli altri amici giallorossi parlo di calcio giocato e non di altro. 

Abbiamo perso partite al minuto 92, ben tre in tredici gare, ma il resto della settimana si è parlato di incapacità del mister, di moduli, di campagna acquisti. Prima perdevamo le partite già al secondo minuto di gioco, tanto che alla fine bisognava essere muniti di pallottoliere, e durante la settimana i discorsi tecnici erano incentrati su giustizia sportiva, penalizzazioni, fallimenti e tribunali. Se intercalassimo le due situazioni sul giochino “trova le differenze” della settimana enigmistica, tutti avrebbero trovato, 20 su 20, le differenze.

cz_akragas33La contestazione al vecchio mister ed al direttore sportivo è stato quasi correttamente veicolata. Quasi perché qualcuno ci ha provato con la benzina a fare terra bruciata, ma non c’è riuscito. La sacrosanta contestazione ha indotto il Presidente a ragionare e gli imbecilli a tentare la cavalcata dell’onda. Il Presidente ha messo le ali e scavalcato il problema, gli imbecilli contro quell’onda si sono schiantati. Ed ora di che cosa parliamo?

Dell’ennesimo triste Natale alla Catanzarese, dei negozi vuoti sul corso, dello stadio ridotto ad un cumulo di macerie grazie all’intraprendenza e la lungimiranza di chi con le promesse ha scaldato e continua a scaldare la poltrona, oppure parliamo di una squadra di calcio di terza serie dal passato glorioso e dal presente difficile che ha appena cambiato l’allenatore puntando a salvare una stagione per nulla compromessa che ha bisogno del suo pubblico e dei suoi ultras per dimostrare che si può e si deve cambiare? Siamo stati bravi, anzi bravissimi, ci siamo persi, ma oggi ci siamo ritrovati, abbiamo un motore (la nostra meravigliosa curva) rinnovato, abbiamo ancora il sogno a portata di mano … visto che siamo bravi sappiamo che non dobbiamo vivere di ricordi, ma di visioni! Avanti giallorossi la prossima battaglia è alle porte e noi dobbiamo essere pronti!

Massimo Saverino

 

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