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Affaire Ceravolo, se la toppa è peggio del buco

Scritto da Redazione
Dopo il clamore mediatico, in Consiglio comunale arriverà una proposta che sa di beffa: «Sì ai matrimoni allo stadio comunale. E solo in Luglio»
 
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È iniziato tutto lo scorso primo giugno con un pezzo pieno d’entusiasmo di Alessia Burdino: «Non stropicciatevi gli occhi, non è uno scherzo, è tutto vero!». Ora stropicciateli pure ma sappiate che quell’articolo cominciava proprio così. Tra le pagine catanzaresi del “Quotidiano della Calabria”, si raccontava l’evento mondano dell’estate: il matrimonio del consigliere comunale di Forza Italia Andrea Amendola, noto in città per essere considerato da diversi anni il leader della curva Capraro. La nostra curva.

Una premessa a questo punto è d’obbligo: gli ultras e il loro particolarissimo mondo in questa vicenda c’entrano davvero poco, anzi, intervengono solo in quanto invitati (e gli invitati sono almeno mille).

La questione è tutta politica. Riguarda un consigliere, il suo sindaco e una particolare attitudine alle scorciatoie che a Catanzaro sembra essersi definitivamente impadronita degli uomini di potere (piccolo o grande che sia).

Chi in merito a questa vicenda usa termini quali passione, amore, calcio, sogni, “carinerie” o perfino “privato” lo fa in maniera del tutto inappropriata, oltre che, diciamocelo pure, un po’ strumentale.

Il 3 dicembre scorso -come rivelano i documenti in nostro possesso e che vedete pubblicati- arriva al sindaco Sergio Abramo la richiesta del consigliere Amendola con un oggetto molto particolare, decisamente inedito per la storia della città: “Richiesta concessione stadio comunale N. Ceravolo per evento e cerimonia matrimoniale“. Tre dicembre, ricordate bene questa data.

C’è da dire che con la crisi economica alcuni comuni d’Italia hanno aperto alla possibilità di celebrare matrimoni all’interno degli stadi (con la prescrizione però di tenere il ricevimento all’esterno della struttura o in locali interni e idonei), ottenendo un duplice risultato: sposi-tifosi contenti e casse comunali rimpinguate. Ovunque però la città è stata informata e invitata a partecipare a dibattiti spesso animati che hanno infine sempre trovato una sintesi nella delibera del Consiglio comunale. Dibattito pubblico, discussione in consiglio, decisione trasparente. Passaggi scontati che a Catanzaro sembra non lo siano proprio. 

Il sindaco infatti semplicemente firma e autorizza la concessione. In città in molti cominciano ad apprendere la notizia del “matrimonio allo stadio” da questo o quel conoscente, amico, parente. Ma è ancora soltanto una voce, e per lo più tutti pensano che all’interno dello stadio Ceravolo verrà celebrato il rito in sé, magari all’interno della curva. Non si immagina certo un ricevimento.

In questo senso l’articolo del quotidiano, che avrebbe voluto essere solo una scanzonata celebrazione del potere,0ilquotidiano priva di spunti critici, ottiene l’effetto contrario. Nella maggior parte dei casi preoccupa o indigna.

E a preoccuparsi è innanzitutto il presidente Cosentino, Pantalone: mille invitati all’interno del campo la cui semina costerà parecchie migliaia di euro sono un rischio troppo grosso. Chioschi per la birra e per il cibo, perfino un palco con orchestra all’interno di una struttura che in quella data dovrebbe essere un cantiere in pieno fermento, sono quasi da considerarsi un’offesa per un presidente che aspetta lo stadio completo da tre anni.

Mr. Gicos non intrattiene  rapporti di massima cortesia con il consigliere Amendola (anche questo in città non è un mistero per nessuno). D’altronde le relazioni società-ultras sono dappertutto turbolente e neanche la decisione di concedere per qualche tempo (fino al rimpasto di Giunta) al consigliere la “delega per i rapporti istituzionali con l’Uesse” (a proposito, era poi così opportuna?) sembra aver sanato la situazione.

Anzi. Mr. Gicos decide di chiedere conto all’Assessore Sgromo che si dichiara subito contrario allo scenario mirabilmente disegnato dal Quotidiano e spera si tratti solo di una boutade, uno scherzo. Ma così non è.

Prima di proseguire facciamo però un passo indietro. Cosentino dichiara al nostro portale e ad altri organi di stampa di “non essere stato informato da nessuno del matrimonio“. Manifesta la sua contrarietà e chiosa “in ogni caso le chiavi ce le ho io…“. Ma allora perché nella richiesta del consigliere Amendola si legge: “[…] tengo a precisare che la richiesta in oggetto è stata repentinamente concordata con la Società di calcio Us Catanzaro che ha dato la propria disponibilità“?.

Interpellato dal Fatto Quotidiano il sindaco Sergio Abramo è stato netto: “Che c’è di male? È una cosa carina, non crede?”. E ancora:  “Non vogliamo che qualche maligno pensi che stiamo favorendo qualcuno: la possibilità sarà estesa a chiunque”.

Ed ecco la notizia del giorno. Sta per approdare in Consiglio comunale una proposta molto particolare con un oggetto che spiega tante cose: “Modifica parziale del regolamento per l’uso degli impianti sportivi, ed alle tariffe impianti sportivi allo scopo di consentire manifestazioni religiose e matrimoni nell’impianto sportivo stadio Nicola Ceravolo nei soli mesi di Luglio.”

Matrimonio, stadio Ceravolo, Luglio. I maligni a cui fa riferimento il sindaco Abramo, potrebbero addirittura sospettare si tratti di una norma ad personam, meglio: ad Amendolam.  

Ricordate la data della richiesta firmata dal consigliere? Tre dicembre. E dunque perché, se l’intenzione era quella di estendere a tutti la possibilità di sposarsi al Ceravolo, si è aspettato addirittura giugno per presentare questa proposta che ha tanto l’aria di essere una brutta pezza realizzata a danno compiuto? 

Con una comunicazione giunta stamattina, l’opposizione in Consiglio – che secondo il pezzo del Quotidiano avrebbe dovuto partecipare in massa all’evento- spiega: “Precisiamo che al momento non siamo a conoscenza, in merito, di atti formali (Delibere o Determine) e legittimi prodotti dall’Amministrazione, e che nessun consenso, verbale o formale e nelle forme consone alla gestione trasparente e democratica della cosa pubblica, è mai stato espresso dal Consiglio comunale“.

Trasparenza, democrazia…sì, comunque la si pensi, in fondo sono cose carine anche queste.

Fabrizio Scarfone

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