Bar Mangialavori

Un po’ di calma, nel rispetto della memoria

Scritto da Redazione
Il Catanzaro pareggia contro la corazzata Lecce e Antonio Rapuano

breviFinisce in parità la gara con il temutissimo Lecce. Mister Brevi preferisce bloccare il salentini e limitare i danni al cospetto di una squadra che annovera tra le proprie fila atleti che hanno militato in serie A. Miccoli è solo uno dei tanti, ma alla fine il risultato di parità può essere considerato positivo.

L’involuzione di risultati, che ha fatto da prologo al match, ha condizionato oltremodo i giudizi dedicati al tecnico giallorosso che già da Frosinone ha iniziato ad inserire i nuovi arrivati step by step. L’ambiente giallorosso anche se a macchia di leopardo, ha manifestato più di un dissenso nei confronti di un atteggiamento giudicato rinunciatario. In questa sede non si vuole (sarebbe stupido) correre in soccorso o fare l’avvocato difensore di nessuno. Non ci compete e non è il nostro ruolo. Si tenterà serenamente di dare il giusto peso alle cose soprattutto nel rispetto di chi sta profondendo importanti sforzi economici per riportare il capoluogo di regione su palcoscenici più consoni alle Aquile.

L’anno scorso un certo Francesco Cozza dopo avere contribuito ad una storica promozione “diretta” in Prima Divisione, non rinunciò a nulla e beccò gol a valanga in casa da chiunque: dal Frosinone, dalla Carrarese (che non era il Lecce di oggi) e così via. Brevi ha tentato, ripeto, di limitare i danni per poi cercare di offendere. Il tutto al cospetto del pessimo ventottenne riminese Antonio Rapuano che ha diretto la gara condizionandola con un atteggiamento che offende l’intera categoria arbitrale. Gli assistenti Bottegoni di Terni e Fraschetti di Perugia lo hanno seguito imitandone le inqualificabili gesta e qualcuno in casacca giallorossa ci ha rimesso anche qualche dente (con allegati punti di sutura), colpito da un gancio da box da parte del diretto avversario.

Risultato? Brevi espulso, seguito a ruota dal vice Passariello dal DS Armando Ortoli. Cose da pazzi. In situazioni analoghe, nelle precedenti circostanze avevamo “limitato” i commenti, ma vedere un guardalinee e il quarto uomo che a seguito del fattaccio si allontanano dalla location imputata invece di collaborare con l’arbitro è a dir poco allucinante. Per quale ragione si definiscono “collaboratori” dell’arbitro?

Catanzaro-Benevento_29Chi scrive non vuole fare il lamentone, ma certi accadimenti vanno denunciati e la società, oltre al silenzio stampa (non sappiamo se dovuto agli accadimenti di cui sopra), non potrà esimersi dal ricorrere nelle sedi opportune e soprattutto con i professionisti che strumentalmente garantiranno i risultati voluti. Nelle circostanze sopra esposte non c’è la colpa, c’è il dolo. Non può un guardalinee non aver visto e soprattutto non può allontanarsi dopo il fattaccio. Questa è malafede. Molto spesso mi ritrovo a fare discorsi critici ma alla fine garantisti, questa volta, no. Chiedete a Marchi (e non solo) che ha dovuto temere per la propria incolumità e sopportare il gancio ricevuto dall’avversario che gli ha dedicato attenzioni particolari e provocazioni nel corso di tutta la gara.

Ed ora passiamo al calcio “giocato”. Ad un inizio gara guardingo, purtroppo nelle occasioni avute i giallorossi non sono riusciti a finalizzare. Se il palo colto da Russotto avesse avuto un destino diverso, forse avremmo parlato di un’altra gara. Ma i se, lo diciamo sempre, non sono consentiti. Troppa confusione in fase di costruzione del gioco, troppa approssimazione nella fase di attacco. Brevi dovrà sistemare il tutto senza destabilizzare determinati equilibri. Non è così semplice. E’ un lavoro certosino che richiede del tempo e se consideriamo il fatto che i pugliesi arrivavano al Ceravolo da cinque successi consecutivi, il fatto che siano stati costretti all’inferiorità numerica ed alla melina di fine gara dovrebbe far ben sperare e soprattutto pensare tutti.

Un miglioramento rispetto a Frosinone c’è stato. Madonia (ancora non in condizione), Fioretti (poco in vena in quest’ultimo periodo), Germinale (utilizzato con discontinuità a vantaggio dell’inserimento di Madonia) e Russotto (bravissimo e volenteroso ma troppo isolato per tutto quello che produce) dovranno avere il giusto supporto di un centrocampo che è ancora in fase di rodaggio dopo gli ultimi innesti. Vacca sta iniziando a inserirsi nei meccanismi e già domenica ha iniziato a muoversi meglio e a servire i compagni. Uno schieramento quello visto contro il Lecce (un inedito 4-4-2, 4-5-1 in fase difensiva) che la dice lunga sui tentativi che il mister sta facendo per migliorare in fase di costruzione.

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Certe esternazioni a fine gara, volte a chiedere al Presidente Cosentino la sostituzione del tecnico, hanno fatto male allo stesso, molto male. Soprattutto perché rivolte con i modi che non si addicono ad una piazza come quella giallorossa. La cartaccia gettata dal tifoso non era certamente dedicata al massimo dirigente. Lo stesso tifoso (ci sono testimoni che lo possono confermare) aveva gettato la carta senza l’intenzione di “dedicarla” al Presidente tanto è vero che lo stesso supporter dopo avere visto Cosentino, si è sbracciato per chiedergli scusa, ma oramai era troppo tardi.

Questa esasperazione degli animi deve assolutamente rientrare, anche perché non è giustificata, né giustificabile. Cosa sarebbe dovuto accadere quando al nome “Catanzaro” era anteposto l’acronimo “F.C.”? Cosa sarebbe dovuto accadere quando languivamo al cospetto di “Tribune”… varie che non sono state capaci di regalarci neanche i “distinti”, né prima … né dopo …? Attenti ai giudizi affrettati e soprattutto rispetto per la memoria e per chi ha resuscitato un morto che nessuno, ripeto nessuno ha voluto.

Il Catanzaro si trova in piena zona playoff. Il Catanzaro ha la tifoseria che se vuole, può essere il fattore determinante, il più importante dell’intera categoria (e non solo). Diamo il nostro contributo dunque! Sostenendo la squadra e la Società. Muovendo (se le circostanze lo richiedono) le giuste e sacrosante critiche, ma con i modi che si addicono ad un pubblico che ha visto giocare Falcao, Zico, Platini, Palanca.

Ricordiamo altresì dove eravamo due estati addietro e dove siamo adesso. Chiamatela riconoscenza, chiamatela come volete, io la chiamo realtà suffragata dai fatti. Calma dunque, ricreiamo il giusto spirito intorno a chi ci sta permettendo di parlare di calcio. Se e quando qualcuno sbaglierà, pagherà così come ha pagato Cozza, il prossimo avversario, che con il suo Pisa farà di tutto per darci un dispiacere. Ma al momento non è così. Quantomeno educazione e garbo vestono la professionalità dell’ex atleta granata che siede sulla panchina giallorossa e non è poco. Ancora una volta, memoria ragazzi e soprattutto dipingiamo la torre di giallorosso … con una bella vittoria in terra toscana. Avanti tutta Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

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