Scuola di Magistratura, una vicenda tutt’altro che chiusa

Lunga ed articolata nota di Fabio Lagonia dell’Udc che sottolinea l’avvio dei corsi a Firenze mentre a Catanzaro si accettano gli strani dei minsitri di turno

Rompere l’angosciante silenzio calato sulla vicenda della Scuola Superiore della Magistratura di Catanzaro per la quale molti, cicutandola con errori e menefreghismo, hanno fatto poco a dispetto dei pochi che hanno fatto tanto, pur con limitate risorse. E’ quanto auspica il coordinatore della segreteria poilitica cittadina dell’Udc Fabio Lagonia secon cui  “l’intera politica calabrese dovrebbe adesso avvertire l’obbligo morale di mettere in campo azioni efficaci per richiedere al ministro della Giustizia Severino una decisione favorevole in vista della sede meridionale dei corsi, solo temporaneamente congelata. Infatti, dopo anni di baldanzose vicende politico-giudiziarie che hanno accompagnato il destino dell’Istituto, assegnato al capoluogo calabrese già nel 2006, ad oggi tutto tace. Attualmente, delle tre originarie sedi previste nel Paese da un’apposita legge, il Ministero ha deciso di attivarne soltanto una: cosa che è avvenuta a Firenze presso la Villa di Castelpulci proprio poche ore fa, lunedì 15 ottobre, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del ministro Paola Severino, del vicepresidente del CSM Michele Vietti e del giurista Valerio Onida. Bisogna perciò registrare – continua Lagonia – non senza rammarico e frustrazione, che dopo anni di sacrosante e giuste battaglie combattute a Catanzaro per l’ottenimento della Scuola, ad oggi vi è un nulla di fatto, figlio dell’inerzia e del pilatismo mostrati dai vari ministri succedutisi nel tempo. Soltanto col governo tecnico di Monti si è sbloccata la situazione, ancorché parzialmente, e di fatto a Firenze nel pomeriggio di lunedì 15 ottobre sono regolarmente partiti i primi corsi di formazione, per i primi 350 magistrati. L’evento dovrebbe essere d’auspicio per “risvegliare”, se non l’orgoglio, quanto meno un doveroso impegno politico affinché si richieda con vigore l’attivazione dei corsi per il Meridione d’Italia nella sede a suo tempo definita, ossia Catanzaro. Occorre rammentare che il ministro Severino, durante la sua visita nella nostra città il 26 marzo scorso, aprì uno spiraglio e sottolineò che la scelta del numero delle sedi della Scuola e delle relative ubicazioni sarebbe stata presa dal Governo in base a parametri ordinati a criteri oggettivi e non soggiacenti a particolarismi, come quelli a suo tempo brigati da Mastella e mai cancellati né da Nitto Palma e nemmeno da Alfano, nonostante le promesse fatte in occasione (meglio dire, per l’occasione) delle campagne elettorali. Dunque, la vicenda per la sede di Catanzaro non è chiusa. C’è però da sperare – conclude il coordinatore del partito di CAsini – che non sia chiusa nemmeno la volontà politica di impegnarsi per questo meritevole obiettivo che può restituire prestigio e risposte concrete ad un territorio in fortissimo debito d’ossigeno”

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CNN Red

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