ULIXES – SECONDA PUNTATA – RIPRENDIAMOCI IL CAPOLUOGO

Catanzaro e il vuoto comunicativo

di Alessandro Russo
Associazione Ulixes

… una vecchia città, un labirinto di viuzze, di case vecchie e nuove, di palazzi costruiti in epoche diverse e intorno la cintura di nuovi quartieri periferici con le strade rettilinee e regolari e con i caseggiati tutti eguali. Firmato Ludwig Wittengstein.

A leggerla bene sembrerebbe la descrizione fisica della nostra città. Strade disordinate che si rincorrono nervosamente rievocando lontane storie di vita, sensazioni miste di speranza e abbandono. La fatiscenza del centro storico che non si fregia della maestosità dell’Antico, della romantica decadenza prodotta dal placido fluire del Tempo, ma cede il passo al fetore dell’incuria, alla puzza del Vecchio, alla criminale cupidigia dei profeti della palazzina e del mattone forato a vista. Un centro storico ricco e ferito, vestito di cenci ma con un cuore pulsante, con una voglia di riscatto da ritrovare nei vicoli contorti del nostro orgoglio catanzarese. E poi le periferie, monotone, afflitte dalla pesantezza dei quartieri-dormitorio, con un senso di cittadinanza tristemente sbiadito e che trova un discutibile surrogato nei neon del centro commerciale. Una ghetto culturale dove spesso i sogni sbattono violentemente contro il grigiore del cemento armato e ti riporta in una fangosa rassegnazione che a 20 anni non dovresti tollerare.

Forse non renderà totale giustizia alla nostra città ma questa descrizione aderisce al vero.

Wittengstein, noto linguista viennese, per l’esattezza paragonava la Lingua alla suddetta città vecchia. Ecco, Catanzaro sembra essere una lingua logora, consumata dalla demagogia delle promesse elettorali, dalla pedanteria dei soliti tromboni. Una città che sembra essere incapace di esprimersi e di esplicitare con veemenza le necessità vitali per la cittadinanza, dove la polverosa polemica da bar affoga la rappresentazione lucida dei bisogni e colonne dei giornali vengono usate come braccio repressivo della macchina del potere (o del contro-potere?). No, non è tollerabile.

Aggiungiamo a ciò di essere usciti da un’imbarazzante impasse, cioè la mancanza di un referente istituzionale per la città, da pochi mesi. Almeno ora abbiamo un sindaco! Certo una persona di grande carisma e caratura politica, ma che rischia di essere tirato dentro al gorgo del compromesso bilanciato, del “contenti tutti”, dei rapporti di forza tra i partiti (e mai più tornati verrebbe da dire!).

Ogni tentativo nella direzione della ricucitura comunicativa con la cittadinanza deve essere apprezzato, specie nel momento in cui la città è interessata da un cruciale intervento di riqualificazione urbana, per nulla paragonabile alla “politica della fontanella”, dei posti riservati a teatro e dei nastri tagliati. Che la Politica torni a parlare alla gente e che la Politica ascolti la gente, che si consideri l’Ascolto come tecnica d’indagine e non come strumento per estorcere consenso!

Credo che non ci sia più esemplificativa triade dialettica capace di rappresentare il presente della nostra città – e lo scandalo intercettazioni lo proietta anche a livello nazionale- di questa: Comunicazione-Democrazia-Rilancio. E’ qui che si gioca la partita decisiva. Non c’è possibilità di rilancio senza una comunicazione democratica, senza una costruzione reciproca dei significati.

Comunicare vuol dire rendere comune, con-dividere, rendere ed essere partecipe. La radice del termine è la koinè greca, la Comunità e la comunicazione coltiva la Cittadinanza.

E badate bene, essere capoluogo di regione vuol dire assumersi la pesante responsabilità di rappresentare tutta la Calabria, vuol dire essere seri e non reclamare con gli occhi di fuoco l’etichetta nelle previsioni meteorologiche perché alla fine saremo ridotti a raccogliere mestamente i calcinacci del Campanile.

L’amministrazione comunale dovrà proporre un nuovo patto comunicativo con la città, mi riferisco alla trasparenza sulle delibere e alla consultabilità telematica delle stesse (ferme nel sito del comune al 2004), all’aggiornamento costante del sito-web del Comune, al maggiore sviluppo di strumenti capaci di intercettare il feedback dei cittadini sull’operato della giunta (oltre allo “scrivi al sindaco”). Non ci sarà reale crescita e con essa un operato fruttuoso dell’amministrazione comunale senza il coinvolgimento di due grandi soggetti emergenti: il primo fa capo a quella vitalità straordinaria e trascinante propria dell’associazionismo, fattore di civilizzazione della società secondo Alexis de Tocqueville, che sta caratterizzando il vissuto cittadino degli ultimi tempi in modo assolutamente inaspettato e nuovo; il secondo è per forza di cose il mondo giovanile che spesso ha molto da dire ma non ha gli spazi e i modi per farsi sentire.

Pregevole è l’iniziativa del Forum delle associazioni cittadine, perché così sarà possibile da una parte sentire gli “umori della piazza” e dall’altra avere l’opportunità di inserire nell’agenda della politica le istanze della cittadinanza attiva. Queste sono iniziative che ci rallegrano, un ago ipodermico che comincia ad iniettare nelle coscienze il Nuovo, ma non si devono fermare. Bisogna dare importanza alle singole voci, in un periodo storico in qui davvero la cifra della democraticità è data dallo spazio comunicativo offerto ai cittadini, Communico ergo sum avrebbe detto ora Cartesio.

Senza comunicare si muore… su Catanzaro di’ qualcosa!

 

Alessandro Russo.

Autore

Redazione

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