Rassegna stampa

Giallorossi, vietato arrendersi

Franco Dellisanti si mostra fiducioso al termine dei 90′ giocati dai suoi uomini
Buffoni: «La partita doveva farla il Catanzaro»
Claudio Parente carica i tifosi
La curva Capraro celebra con una coreografia ad hoc l’anniversario della nascita degli Uc ’73

Nella gara d’andata con la Nocerina comanda il gioco ma non riesce
a segnare
Il Catanzaro resta a secco
Traversa di Ferrigno. Giallorossi ora costretti a vincere

CATANZARO ­ Resta al palo il Catanzaro. Contro la Nocerina, nella partita
d’andata della semifinale play off, la squadra giallorossa prende l’iniziativa,
attacca, ci prova per quasi tutta la partita ma non riesce a segnare e deve
anche ringraziare il proprio portiere per una prodigiosa parata che, nel finale,
impedisce ai campani di cogliere il punteggio pieno. Adesso il Catanzaro si
gioca tutto nella partita di ritorno, quando dovrà necessariamente vincere
per conquistare la finale. La Nocerina, infatti, può godere del vantaggio
di una migliore posizione alla fine della regular season: un altro eventuale
pareggio, con qualunque risultato, promuoverebbe i salernitani.
Non è stata una partita bellissima, diciamolo subito, né, d’altronde,
era lecito attendersi di più: troppa l’importanza della posta in palio,
troppa la tensione, troppo, se vogliamo, il tatticismo da parte delle due contendenti.
In questo ha particolarmente brillato (o, forse, esagerato) la Nocerina. Buffoni,
forte del vantaggio della migliore posizione in classifica, ha impostato una
gara tutta votata al contenimento, rinunciando in partenza a una punta e schierando,
in appoggio a Belmonte, un trequartista come l’ex catanzarese Campo. Con il
numero 9, poi, l’esperto tecnico ha inserito il giovane Giordano, che ha agito
da supporto a Barone nella zona mediana del campo. La Nocerina, inoltre, ha
fatto ricorso al fallo sistematico, per spezzare il ritmo del Catanzaro: niente
di violento, intendiamoci, ma tanti interventi “tattici” volti a frenare
sul nascere le iniziative dei padroni di casa e anche qualche “furbizia”,
tipo i “crampi” accusati da un numero davvero eccessivo di giocatori,
sin dai primi minuti del secondo tempo. Il gioco ostruzionistico dei rossoneri
è stato anche favorito dall’arbitro Mazzoleni che ha fatto un uso eccessivamente
“parco” dei cartellini: solo nel secondo tempo il direttore di gara
si è ricordato di estrarne qualcuno.
Ma, al di là della tattica utilitaristica, si è avuta l’impressione
che la Nocerina costituisca un complesso davvero molto solido: quasi impeccabile
la difesa, particolarmente dotato, soprattutto in fase di interdizione, il centrocampo,
veloci (e, dunque, particolarmente adatte al gioco di rimessa) le punte. Non
a caso indossano la casacca rossonera tre elementi che vantano presenze in serie
A: il portiere Balli, l’attaccante Campo e il sempiterno (39 anni) centrocampista
Barone.
Di fronte a un avversario tanto ostico, il Catanzaro non ha affatto sfigurato.
Anzi, la formazione di Dellisanti ha combattuto con coraggio e lucidità,
cercando di aggirare il fortino ospite con ripetute manovre sulle fasce laterali,
presidiate dagli uomini in giallorosso più efficaci. Ma, al momento della
finalizzazione, il Catanzaro ha manifestato lacune che, d’altra parte, si porta
dietro dall’inizio della stagione. Le punte giallorosse non sono sembrate all’altezza
della situazione: Falco si muove con dimestichezza soltanto sui palloni alti,
il Moscelli attuale è un lontano parente dell’attaccante svelto e insidioso
di un tempo. Così la montagna (leggasi un dominio territoriale quasi
costante) ha partorito pochissimi tiri in porta e tante conclusioni da fuori,
quasi tutte terminate sul fondo. Per vedere il primo intervento di Balli si
è dovuto attendere il 23′ del primo tempo (respinta con i pugni del portiere
su punizione di Alfieri. Nella prima frazione di gioco, c’è poco altro
da segnalare se non una conclusione sballata di Falco al 30′, su invito di Moscelli
(il centravanti forse avrebbe fatto meglio a passare al liberissimo Ferrigno),
e un tentativo di forcing negli ultimi 5 minuti, con una serie di cross che
nessuno è riuscito a sfruttare opportunamente.
A inizio ripresa (5′) l’azione più pericolosa del Catanzaro: punizione
dalla destra di Alfieri e Ferrigno, in area, salta benissimo di testa ma il
pallone sbatte sulla traversa e ritorna in campo. Dopo un’altra serie di occasioni
non sfruttate al meglio, per poco non ci scappa la beffa: al 23′ rinvio sbagliato
di Falco, la palla finisce a Belmonte che vede Gentili avanzato e tenta un pallonetto
che scheggia la traversa prima di perdersi sul fondo. Al 42′, poi, su cross
di Magliocco Campo colpisce di testa e Luca Gentili deve superarsi per evitare
la capitolazione. Da segnalare, inoltre, due presunti calci di rigore non concessi:
uno per fallo su Falco (15′ st), l’altro per un intervento su Magliocco (43′
st).
Siparietto finale per un tifoso della curva che entra in campo per abbracciare
i giocatori e viene braccato dalla polizia. Per evitare peggiori conseguenze,
il poveretto si ripara vicino ai calciatori giallorossi, inginocchiandosi davanti
a uno, quasi che implorasse dai propri beniamini, la “grazia” di un
successo nella gara di ritorno che spezzi la “maledizione” dei play
off e apra la strada della finale. Solo fra una settimana sapremo se sarà
esaudito.
Antonino Catera – Il Quotidiano


Franco Dellisanti si mostra fiducioso al termine dei 90′ giocati dai
suoi uomini
Giallorossi, vietato arrendersi
«I rossoneri non ci hanno lasciato nessuno spazio»

CATANZARO ­ Di primo acchito, casa giallorossa reagisce con evidente delusione
allo 0-0. Il risultato dei primi novanta minuti, del doppio confronto con la
Nocerina, condanna il Catanzaro a dover vincere in Campania. Solamente un colpaccio
esterno permetterebbe alla squadra calabrese di proseguire il cammino verso
la promozione. Una rincorsa che si protrae ormai da tredici anni, e che puntualmente
s’interrompe quando si è in prossimità del traguardo. Non c’è
rabbia, ma un misto di rassegnazione e assuefazione alle tante sconfitte collezionate
nell’ultimo decennio. Più di 12.000 spettatori locali rimangono annichiliti
di fronte ai festeggiamenti inscenati dal migliaio di tifosi ospiti. Un’atmosfera
surreale che si trasferisce direttamente in sala stampa.
Franco Dellisanti, però, non ci sta. Preferisce guardare avanti. Come
ha sempre fatto, con i suoi modi garbati e discreti, anche quando la sua formazione
si trovava, a metà stagione, sull’orlo del precipizio. Una perseveranza
che ha fruttato al Catanzaro l’accesso ai play off. Un atteggiamento mentale
che il tecnico pugliese pretende dai suoi uomini, a maggior ragione vista l’importanza
della posta in palio, tra sette giorni. «A Nocera ­ afferma sicuro
di sé il trainer ­ sarà più facile impostare tatticamente
a nostro favore la partita. Nella gara di oggi, si è visto che fisicamente
stiamo meglio noi. Dobbiamo vincere e ci proveremo. Il passaggio del turno non
è affatto una partita chiusa». D’altronde, lo stesso Buffoni, allenatore
dei molossi, ha ammesso candidamente che la sua squadra è a terra dal
punto di vista atletico. Il tecnico di casa non ha molto da rimproverare a sé
stesso o ai suoi uomini. La Nocerina ha imbrigliato, per buona parte del match,
Moscelli e compagni. A Dellisanti non resta, quindi, che elogiare la disposizione
tattica dei rossoneri: «La Nocerina ci ha lasciato pochi spazi. Non ha
concesso la possibilità alla mia squadra di esprimere il proprio gioco.
I campani hanno fatto bene ­ continua Dellisanti, facendo però un
appunto al team di Buffoni -, ma solo in fase difensiva. C’erano dieci uomini
della Nocerina nella loro metà campo, ogni qual volta dovevano difendersi,
poi ripartivano». Dellisanti ripercorre il film della gara, rivelando:
«Mi aspettavo questa partita. Ero anche cosciente, però, che un
singolo episodio avrebbe potuto cambiare il corso della gara. L’arbitro, dal
canto suo, ha ammonito troppo poco».
Pressato dalle domande, l’allenatore glissa sulle prestazioni dei singoli: «Ascoli
sottotono? E’ un elemento di un collettivo che deve giocare in una certa maniera.
Nel secondo tempo ho inserito Machado. Un cambiamento che ho ritenuto di non
dover fare prima perché avrebbe, altrimenti, intaccato l’equilibrio tattico.
Con la difesa a tre, infatti, negli ultimi minuti abbiamo subito due pericolose
azioni offensive della Nocerina. In una, abbiamo rischiato un calcio di rigore
contro, nell’altra occasione ci ha pensato Gentili. Sulle fasce, non potevo
sostituire nessuno, lì ci sono uomini buoni. Ferrigno è stato
chiuso bene, ha subito raddoppi continui. Viste le premesse, ha fatto bene».
Nell’altra semifinale play off, l’Acireale ha battuto la corazzata Brindisi
per 1 a 0. Dellisanti commenta così: “I siciliani sembravano in
crisi nell’ultimo periodo di campionato, invece hanno vinto contro il Brindisi.
Dubito, però, che basti l’uno a zero». Le ultime parole sono incentrate
sull’incontro in programma domenica prossima in Campania: «Tatticamente
non cambierò nulla ­ afferma perentorio Dellisanti ­ Loro hanno
a disposizione due risultati su tre. Sono, quindi, favoriti. Noi abbiamo le
possibilità, però, di ribaltare questo dato».
Venerdì, la squadra lascerà il capoluogo per raggiungere la sede
del ritiro anticipato, ancora da stabilire così come lo stadio dove sarà
disputata la gara di ritorno. Imperativo categorico per il Catanzaro: non mollare
mai.
Enrico Foresta – Il Quotidiano


Buffoni e l’elogio del catenaccio «La partita doveva farla il
Catanzaro»

CATANZARO ­ In sala stampa davanti a microfoni e taccuini si presenta un
Buffoni soddisfatto e felice come un bambino. Il tecnico rossonero, sa di avere
scampato un grosso pericolo non subendo gol al “Ceravolo”. La prima
domanda dei cronisti presenti alla conferenza stampa è una mini-polemica
che il navigato tecnico campano devia abbilmente.
Mister, i suoi giocatori soffrono spesso di crampi?
«La partita doveva farla il Catanzaro non noi», risponde seccamente
il tecnico.
Era questa la gara che aveva preparato?
«Si. Mi aspettavo un Catanzaro forte e cinico, che avrebbe potuto crearci
molti problemi. Ho cercato di arginare il centrocampo, perché giocatori
come Ferrigno, Alfieri e Ascoli sono molto pericolosi, credo di esserci riuscito.
Però sono convinto che ancora siamo a metà dell’opera».
Quale è stata secondo lei la chiave tattica dell’incontro?
«La nostra serenità, e la nostra organizzazione. Ci ha permesso
di gestire al meglio la gara. Sul finire del primo tempo, forse siamo un po’
calati e il Catanzaro è riuscito a venire fuori creandoci parecchi grattacapi.
Però siamo stati bravi e fortunati. Poi nella ripresa anche noi abbiamo
avuto qualche buona palla gol che non siamo riusciti a sfruttare, quindi credo
che sia stata una gara molto equilibrata».
Il pareggio, quindi è giusto?
«Si credo che le due squadre di più non potevano dare. Per i valori
espressi in campo, il risultato di parità è quello più
giusto, adesso vedremo nella gara di ritorno».
Che partita sarà quella di Nocera?
«Sarà una gara molto tattica. Prevarrà la maggiore lucidità».

f. c. – Il Quotidiano


La curva Capraro celebra con una coreografia ad hoc l’anniversario
della nascita degli Uc ’73
Trenta, indimenticabili, anni da Ultras

CATANZARO ­ Rabbia delusione, ma anche tanta speranza oltre all’attesa
per la gara di ritorno. Finisce cosi Catanzaro-Nocerina. Con i tifosi giallorossi
che abbandonano lo stadio Ceravolo con il magone in gola per quell’urlo strozzato.
Un urlo che non sono riusciti a mandar fuori, quando tutti erano pronti a festeggiare.
Che questa era una gara difficile lo si sapeva fin dalla vigilia. La tifoseria
organizzata ormai stanca dei dodici anni passati in serie C2, ci credeva è
ha organizzato le cose in grande.
L’amicizia con la tifoseria campana ha fatto il resto. L’inizio era da serie
“A”. una grande coreografia sugli spalti una grande maschera giallo-rossa
che avvolgeva tutta la curva Capraro. Nella curva storica del tifo catanzarese
capeggiava uno striscione: “1973 ­ 2003: 30 anni da Ultras nelle strade
e sugli spalti dell’Italia intera”. Dodicimila, forse tredicimila i tifosi
presenti sugli spalti per quello che doveva essere una festa. La festa giallo-rossa,
che però è solo rimandata, gridano i tifosiÅ  “a Nocera
tutti a Nocera”Å . I mille o poco più tifosi provenienti dalla
Campania sono stati accolti calorosamente dal pubblico di Catanzaro.
Prima dell’inizio della gara scambio di gagliardetti al centro campo tra i rappresentanti
del tifo. Poi dagli spalti una sana rivalità. Verso la fine del primo
tempo nella curva ospite faceva capolino uno striscione “Il san Francesco
non si tocca”. Chiaro il riferimento alla mancata autorizzazione all’uso
dello stadio di Nocera Inferiore per inagibilità.
Si infiamma il “Ceravolo” ad inizio ripresa quando i giallorossi,
tentano la via delle rete, fermati solo dalla traversa con un colpo di testa
di Ferrigno. Di controbalzo brividi in curva perché proprio sotto di
loro Gentili prima vede un pallonetto che fa la barba alla traversa, poi deve
volare per deviare un colpo di testa ravvicinato. Era scritto da qualche parte
doveva finire in pareggio. Come era scritto che il Catanzaro doveva fare i play
off. Lo chiedevano i tifosi, dopo un’inizio di stagione abbastanza travagliatoÅ lo
sperava la nuova societàŠlo hanno raggiunto un manipolo di giocatori
che Dellisanti ha saputo amalgamare e portare avanti nonostante tutti i problemi.
Da adesso tutti stretti intorno alla squadra. Tutti. Dirigenti, tecnici, giocatori
e media devono fare la loro parte.. perchè la curva più bella
del mondo è stanca di questa categoria.
Filippo Cutrupi – Il Quotidiano


«Fondamentale confermare le 2000 prenotazioni di tagliandi per
la gara di ritorno»
Claudio Parente carica i tifosi
Il presidente a Coverciano alla ricerca di un campo neutro

CATANZARO ­ Il presidente dell’Us Catanzaro, al termine del deludente 0-0
con la Nocerina, prova a scuotere l’ambiente: «Domenica, dovremo fare
la partita. Ma non è cambiato nulla. Anche se l’incontro fosse terminato
con il risultato di 1 a 0 a nostro favore, avremmo, comunque, dovuto tenere
noi il pallino dl gioco».
Claudio Parente tenta di pungere nell’orgoglio i supporters giallorossi, consapevole
dell’importanza che questi possono rivestire in vista della partita di ritorno:
«Io confido tantissimo nei tifosi ­ afferma il numero uno della società
di via Lombardi, spiegandone i motivi ­ Domani mattina (oggi ndr), andrò
a Coverciano e parlerò col presidente della Lega. Spero si possa giocare
la gara di ritorno in un altro stadio, per dare l’opportunità ai tifosi
di vedere la partita. Per questo motivo, è importante che le oltre 2000
prenotazioni del match di domenica prossima, arrivate in società nella
scorsa settimana, siano confermate anche da domani in poi».
è questa la crociata che il sodalizio giallorosso si appresta a portare
avanti già da stamattina: riuscire a convincere le autorità competenti
che il “San Francesco d’Assisi” non è in grado di ospitare
un evento di tale portata. A fronte dei 1500 posti riservati nella curva est
del “Ceravolo” al pubblico campano, infatti, solamente 500 sono i
tagliandi che la società rossonera è intenzionata a mettere a
disposizione degli ospiti. Gli impianti sportivi di Avellino o di Benevento,
per esempio, potrebbero sopperire brillantemente al deficit di capienza che
palesa la struttura di Nocera Inferiore (6000 posti).
Parente commenta, ad ogni modo, la gara con un tono non proprio entusiastico:
«Sono deluso dal risultato. Se avessimo segnato all’inizio della gara,
si sarebbe vista un’altra partita. Ci si gioca la qualificazione in 180′, ne
mancano 90. Comunque, sono convinto che loro si sarebbero difesi anche sull’uno
a zero per noi. Anche questo risultato li avrebbe accontentati». Il presidente
rispedisce al mittente le critiche di non aver affrontato con il massimo impegno
la gara: “Ma siamo impazziti, non abbiamo sottovalutato la Nocerina. Si
trattava di una semifinale play off, non avremmo sottovalutato neanche il Torretta
di Crucoli». Anche l’amministratore delegato prova a mantenere alto l’umore:
«Adesso siamo condannati a vincere. Cosa sono quelle facce? ­ si rivolge
perentoriamente verso i presenti in sala stampa Massimo Poggi ­ I tifosi
dovranno darci una mano nella gara di ritorno». Luca Gentili non si discosta
dai precedenti interventi, mostrandosi non contento del risultato ottenuto:
«Sono un po’ deluso, è chiaro che in casa si provi a vincere».
Il numero uno giallorosso, che ha salvato il risultato al 41′ della ripresa
con una parata in tuffo su colpo di testa di Magliocco, dice: «Nel nostro
girone, è normale che ci siano tensioni a Catanzaro, come a Brindisi
o a Nocera. Quando Milone ha atterrato in area un avversario, ho avuto paura
che l’arbitro fischiasse il rigore». Domani riprenderanno gli allenamenti
in vista della gara di ritorno. Sarà importante mantenere alto il morale
della squadra fino a domenica, giorno in cui Ciardiello e compagni si troveranno
di fronte ad un bivio fondamentale per la recente storia del Catanzaro: arrendersi
o continuare a lottare.
e. f. – Il Quotidiano

 

Autore

God

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