DIOCESI CATANZARO-SQUILLACE, visita pastorale di mons. Antonio Ciliberti

Una settimana per incontrare il Signore. Il Signore nella persona del Vescovo, suo vicario. Nella Chiesa, sette giorni per “costruire”. Un evento ecclesiale importante, dunque. Una missione di bontà, in un tempo di grazia. Dal 17 al 23 settembre, visita pastorale dell’Arcivescovo Mons. Antonio Ciliberti in due parrocchie della vicaria di Sersale. Domenica 17, le prime due celebrazioni. Sarà la volta di Uria prima, con la Santa Messa alle ore 10 e 30, e poi, nel pomeriggio, di Simeri Mare: alle diciassette per di più il conferimento del sacramento della cresima ad alcuni giovani della parrocchia. Per l’occasione l’arcivescovo sarà accompagnato dal parroco don Flavio Placida. Ma siamo solo alla seconda tappa del primo anno di un viaggio triennale che terrà e vedrà impegnato il “buon Pastore” dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, Mons. Antonio Ciliberti, nelle undici vicarie del capoluogo di regione. Una visita canonica, un atto di apostolato –  animato dalla carità, e contro il superfluo -, per  mantenere l’unione e i contatti con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio, con tutto il suo gregge in una fruttuosa collaborazione. Essere di aiuto a tutte le comunità parrocchiali ed attualizzare le proprie potenzialità per una maggiore e più convinta operosità in un continuo rinnovamento: lo scopo della visita pastorale. Molteplici e diversi gli organismi di partecipazione ecclesiale coinvolti per il raggiungimento di tale e nobile meta; il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio per gli Affari Economici: i due validi “Collaboratori”, strumenti insopprimibili e d’eccezione; “sale, lievito e luce” dei tempi moderni. Associato a Cristo nell’opera salvifica, il vescovo si muoverà soprattutto tra i malati, i poveri, i sofferenti, i piccoli per donare una parola di verità, conforto e di consolazione.
Anche le realtà socio-politiche, in primis l’Amministrazione comunale sarà chiamata a quest’incontro, perché la società degli uomini, ovvero la sua costruzione – come regno di giustizia, di pace, di amore e verità -, ha bisogno di una partecipazione corale e plenaria; tutti, vicini e lontani, inclusi. Un ponte di comunione e per la comunione di molteplici “realtà” civili, culturali, sociali, sportive e militari, ci sembra di capire. Per il cammino delle varie Comunità, finalmente un’apertura alla fraternità: ecco il senso di questa venuta, dell’ormai prossima visita pastorale.

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Redazione

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