GLI APPROFONDIMENTI- IL CONSERVATORIO A CATANZARO

Così comincia il percorso de “Il Catanzaro nel Cuore Sanguinis Effusione, editrice di UsCatanzaro.net, e l’associazione Ulixes,  un sodalizio nato nel segno dell’approfondimento su una città che deve ritrovare un progetto e un futuro.
Fu Vito Cristofaro, associato ulixes e studente a Vienna,a  inaugurare il dibattito sul conservatorio a Catanzaro con il seguente articolo.

Correva l’anno 1938 e i colpi di piccone del “modernismo” e del Regime, affamato di nuovi spazi per le adunate, si abbattevano sul “Teatro Comunale”, già “Teatro Real Francesco”.
Così commentava Giuseppe Casalinuovo:
“Ed ora ? Ora ti rompi, ti sfaldi, ti sfasci, ti distruggi. E certo in ogni rumore che fai, in ogni cigolio con cui ti scardini, in ogni stridore con cui ti spezzi, in ogni colpo con cui parte di te cade su te stesso, tu dici, tu ripeti qualche cosa della tua vita secolare. E noi, passando, ti guardiamo con rammarico, con rimpianto, con pianto”.
Quei colpi non abbattevano solo un edificio, quei colpi cancellavano 108 anni di storia, di cultura, di uno stile di vita fatto di incontri e scambi di idee tra musicisti, scrittori, poeti, cantanti, professionisti, uomini d’affare, politici, gente comune.  
Il vecchio Teatro Comunale, ridotta imitazione architettonica del Teatro San Carlo di Napoli e quindi ribattezzato col nomignolo di Sancarlino (anche perché spesso venivano eseguite le anteprime delle opere in scena nel teatro partenopeo)- per oltre un secolo (1830-1938) aveva infatti rappresentato il tempio della cultura cittadina.
Dopo più di sessantanni (se si esclude la limitata ma pur sempre significativa attività del cine-teatro Politeama-Italia , anch’esso abbattuto a inizio degli anni 90), Catanzaro si riappropria di un teatro comunale, il modernissimo Teatro Politeama, inaugurato  nel 2002.
Da allora si sono susseguite quattro stagioni liriche, concertistiche e di prosa che hanno visto l’alternarsi di orchestre e artisti provenienti da tutta Italia e dall’estero.
“Ed ora ?…” si chiedeva Casalinuovo. Ed ora bisogna ricostruire quello che il cemento armato e i mattoni non possono ricostruire. Una generazione di amanti della cultura che possano ridare linfa vitale alla città, al comprensorio e a tutta la Calabria.
A Catanzaro c’è una scuola media intitolata proprio a Giuseppe Casalinuovo. In questa, come in decine e decine di altre scuole della provincia e della regione (ed in questo una volta tanto non siamo stati gli ultimi della classe!), sono attivi, da svariati anni, dei corsi di musica gratuiti dove centinaia di studenti possono imparare a suonare uno strumento che non sia la diamonica o il flauto dolce! Molti di questi alunni, terminato il corso triennale, avrebbero il desiderio di portare avanti lo studio dello strumento in maniera più approfondita e più professionale. Ma la difficoltà di dover frequentare contemporaneamente una scuola superiore ed un conservatorio che si trova a centinaia di chilometri di distanza ( il più vicino è a Vibo Valentia) lascia nel cassetto i sogni di tanti.
E cosa succederebbe se il Conservatorio o l’Università della Musica (secondo una ormai non più nuova ma non ancora del tutto attiva riforma) si trovasse a Catanzaro?
Probabilmente molti di quei ragazzi potrebbero decidere di continuare a studiare musica nella loro città. Forse non tutti diventerebbero dei musicisti professionisti ma probabilmente nella maggior parte di loro nascerebbe la curiosità di andare ad assistere ad un concerto di musica classica od ad un’opera lirica spinti da un sincero amore per quest’arte e non dalla voglia di mondanità.
Da circa due anni mi trovo per motivi di studio nella città tempio della musica, Vienna. Decine di teatri, sale da concerto, chiese, palazzi privati offrono ogni sera a centinaia di musicisti e decine di migliaia di spettatori la possibilità di condividere l’emozione di un concerto. E se non bastasse, durante l’estate, innumerevoli festival ospitano schiere di amanti della musica.
Non voglio essere utopico pensando che la nostra terra possa mai eguagliare una realtà come questa.
Ma non voglio neanche essere pessimista e rassegnarmi all’idea di un sud incapace di produrre altro che non sia cattiva gestione delle sue risorse.
I segnali di ripresa ci sono. Nel 2002 è nata a Catanzaro l’Orchestra della Provincia. Dopo tre stagioni (a mio parere troppe) l’orchestra ha finalmente partecipato all’attività di produzione del Politeama durante la messa in scena della Madama Butterfly di Puccini. L’opera è stata poi eseguita nei teatri di Cosenza e Reggio che a loro volta hanno portato a Catanzaro una loro produzione.
Questa sinergia tra le realtà del comprensorio e della regione costituisce il volano della rinascita che può rilanciare e rivalutare la nostra immagine. Purchè il tutto diventi pane quotidiano di una società affamata di cultura e non un’oasi nel deserto dell’interesse politico e personale.
Mi auguro che l’eco di quei colpi inferti ormai settantanni or sono si sia definitivamente dispersa nella notte buia di una terra che si affaccia lentamente ad un nuovo, lungo, interminabile giorno.        

      

Autore

Redazione

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