INDAGATO IL VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE

Nicola Adamo (Ds) e sua moglie Enza Bruno Bossio hanno ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Catanzaro. Numerose perquisizioni.

COSENZA, 5 SET – Il vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Nicola Adamo, dei Ds, e sua moglie, Enza Bruno Bossio, hanno ricevuto un avviso di garanzia. Lo ha reso noto, in tarda mattinata, lo stesso Adamo che ha fissato per le 17 di oggi pomeriggio una conferenza stampa a Cosenza. Secondo quanto si è appreso nell’ avviso di garanzia sarebbero contestati i reati di truffa, abuso d’ ufficio e associazione per delinquere. Adamo ha reso noto, inoltre, che è stata compiuta una perquisizione nell’ abitazione della moglie, a Cosenza.
L’informazione di garanzia nei
confronti del vicepresidente Adamo e della moglie è stata
emessa dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro
Luigi de Magistris, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda
presunti illeciti nell’erogazione di finanziamenti a società
operanti in vari settori tra cui l’ informatica in cui avrebbe
svolto un ruolo, in diversi periodi, la stessa Enza Bruno
Bossio.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Adamo si sarebbe attivato per
favorire l’elargizione dei finanziamenti in favore della moglie.
Finanziamenti che sarebbero stati erogati, comunque, non
soltanto dall’attuale Giunta regionale, ma anche da quella
precedente, espressione di una maggioranza di centrodestra.
L’arco temporale compreso dall’inchiesta, infatti, va dal 2000
ad oggi.
Una terza informazione di garanzia è stata emessa, inoltre,
nell’ambito della stessa inchiesta, nei confronti di Giulio
Grandinetti, di 67 anni, indicato come uno dei soci di Enza
Bruno Bossio.
Perquisizioni, oltre che nell’abitazione di Enza Bruno
Bossio, sono state effettuate dai carabinieri del Reparto
operativo di Catanzaro, cui è delegata l’attività di polizia
giudiziaria, anche negli uffici e nell’abitazione di
Grandinetti. Altre perquisizioni, inoltre, sono state fatte
nelle sedi della società alla cui attività sarebbe stata
interessata Enza Bruno Bossio: Intersiel, Fincal, CM System sud,
Telcal, Clic, Sispi (con sede a Palermo), Finsiel e Sviluppo
Italia Calabria. Oggetto d’indagine sono anche i finanziamenti
concessi al Consorzio tecnologico del sud (Tecnsud) ed alla
società Agroinnova, promotrice di progetti da realizzare
all’Università della Calabria.
Perquisizioni sono state fatte anche nella sedi di
Fincalabra, la finanziaria della Regione Calabria, e del Bic
Calabria.
 L’inchiesta che ha portato all’emissione dell’informazione di garanzia nei confronti del vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, sarebbe partita da un esposto che lo stesso Adamo aveva presentato il 23 dicembre scorso al procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi. E’ quanto si è appreso in ambienti giudiziari.   Adamo aveva presentato l’autodenuncia dopo la pubblicazione di un articolo sul Corriere della Sera in cui si faceva riferimento a presunti incarichi conferiti dalla Regione Calabria, grazie all’interessamento del vicepresidente della Giunta, alla moglie dello stesso Adamo, Enza Bruno Bossio. Nell’articolo si faceva anche riferimento alla relazione extraconiugale di Adamo con l’allora sindaco di Cosenza, Eva Catizone, relazione dalla quale è nato un figlio.   Adamo, nell’esposto, aveva chiesto alla Procura della Repubblica di “svolgere, anche con riferimento alla mia persona ed alla mia attività istituzionale ogni opportuna indagine” per accertare se siano stati conferiti incarichi “a società riconducili in qualsiasi modo alla dottoressa Enza Bruno Bossio”.   Il procuratore Lombardi, sulla base dell’autodenuncia presentata da Adamo, aveva aperto un fascicolo che aveva poi affidato al sostituto procuratore de Magistris, la cui attività ha portato al’emissione delle informazioni di garanzia nei confronti dello stesso Adamo, della moglie e di Giulio Grandinetti in cui vengono ipotizzati i presunti favoritismi di cui avrebbe beneficiato la moglie del vicepresidente della Regione Calabria sia nell’attuale legislatura che in quella precedente, quando l’esecutivo era espressione di una maggioranza di centrodestra.  L’atto di autotutela prodotto da Adamo avrebbe consentito, in realtà, alla Procura della Repubblica di Catanzaro, di avviare un’inchiesta nell’ambito della quale sarebbero emerse presunte responsabilità dello stesso Adamo e della moglie, con l’avvio un filone d’indagine che potrebbe essere suscettibile, secondo quanto si è appreso, di ulteriori sviluppi.  (ANSA).

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Redazione

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