COME LA FENICE

La voglia di risorgere di un Popolo offeso da tutti

Quando un giornalista, un pubblicista un individuo qualsiasi si accinge a scrivere degli accadimenti, il più delle volte è condizionato da molte cose. In questo solito sito che continuerà la propria esistenza, nessuno è condizionato da nessuno e questo è il vero valore aggiunto non solo di una testata giornalistica, ma degli uomini liberi.

 

L’U.S. Catanzaro  S.p.A. è morto. Lo hanno ucciso personaggi squallidi della Catanzaro squallida, imbellettata dei titoli squallidi e vuoti non essendo gli stessi sostanziati dall’agire di chi li sbandiera ai quattro venti. Nessuno vuole salire sul banco della pubblica accusa. Sarebbe fin troppo facile raggranellare querele, risposte spocchiose e altro. La recente storia lo ha insegnato a tutti noi. Gli sfoghi non bastano e le analisi? Risparmiamocele. Fare una cronistoria dell’accaduto? E’ stata già fatta e ampiamente prevista la fine… E allora? Avremmo voglia di sentire coloro che fino a qualche mese fa gonfiavano il petto sbandierando una non meglio dimostrata “condozione florida” (preelettorale), avremmo tanta voglia e con le lacrime agli occhi di chiedere “perché?”. Ma chi credono di essere costoro? Anche Achille aveva il suo “tallone”!…!…!

I “documenti non appropriati” insieme alle lacrime da coccodrillo apparterranno alla storia dello squallore e non potranno mai cancellare i fatti. Gli stessi non saranno mai quelli porti da qualche sedicente giornalista ripetutamente “corretto” dai trafiletti della propria redazione…

 

La cosa che fa più rabbia in tutto ciò è stata la tardiva reazione di frange della tifoseria alla quale è stata apposta ad arte una gigantesca museruola (interessata) o di qualche personaggio ridicolo che fa pena anche a se stesso. Ma mi domando e dico: quali interessi avrebbero mai potuto determinare certe scelte volte a portare alla morte l’Uesse?

 

Nella terra della nduja, del morzello, del peperoncino non avrei mai creduto che potesse accadere. Qualcuno… un giorno mi raccontò un aneddoto spiegandomi che a Catanzaro si “agirebbe” (il condizionale è d’obbligo visto che per fortuna non siamo tutti uguali) in codesta maniera, non lo ricordo bene, ma cercherò di narrarne la sostanza: due persone hanno la possibilità di chiedere una grazia a San Pietro, il primo dei due dice:” vorrei mille pecore” e San Pietro, rivolgendosi all’altro domanda:” e tu? Cosa mi chiedi?” – “Le mille pecore che hai dato a lui!” – risponde il secondo. Tutto il racconto fu corredato da una grassa risata conclusiva che peraltro non trovò una seppur minima complicità da parte del sottoscritto, ma dentro il mio cuore piangevo.

 

Un famigerato scienziato concludeva la propria teoria dicendo:” nulla si distrugge, tutto si trasforma”. E’ con questa filosofia adottata da piazze come Torino o Napoli che si “potrebbe” (oggi abuso dei condizionali…) ripartire. Al solo patto che nessuno dei distruttori dell’Uesse sfiorasse con il proprio respiro o a mezzo di ben disposti prestanome, la nuova creatura.

 

Il Catanzaro siamo noi, lo siamo stati in passato, dobbiamo esserlo in futuro proprio nel rispetto dei 77 anni di nobile Storia (che non moriranno mai). L’unica cosa sul serio insopportabile, sarebbe quella di sentire il puzzo olezzoso di certa gentaglia.

 
Nessuno di coloro che ha portato l’Uesse a questa fine dovrà anche lontanamente pensare un proprio interessamento al nuovo Catanzaro. Questa è la premessa indispensabile per tentare di ricominciare. NESSUNO. E noi sappiamo benissimo chi ha avuto il Catanzaro nel cuore e chi invece ha preferito cestinarlo nelle urne elettorali.
 

Al sottoscritto come a tutti, non fa piacere parlare così. Il “Lodo” è una cosa che non potrà mai cancellare il dolore per una sconfitta che appartiene a tutti, ma della quale non tutti sono stati la causa. L’unico modo per ripartire o tentare di farlo, sarà quello di fare PULIZIA TOTALE E VERA.

 

In futuro sarà simpatico vedere certa gente (che dovrà solo far parte del passato più amaro che la Città abbia vissuto) al Ceravolo vestire i panni dello jettatore (perché nessuno gli consentirà di fare più di quello). Il Catanzaro è e continuerà ad essere di tutti, come di tutti è il Nicola Ceravolo. Si il Nicola Ceravolo. E’ per rispetto a Nicola Ceravolo, a Massimo Capraro, ad Angelo Mammì a gente che ha dato il proprio sangue, la propria passione e i propri collassi/infarti per quel manto erboso, per rispetto a noi stessi, che bisogna rialzarsi. Io per primo ho manifestato la volontà di disinteressarmi a tutto e per sempre. Volontà dettata dall’amore verso l’Uesse e dall’impulso orgoglioso di chi ha vissuto una grande passione che però deve continuare e non potrà mai finire.

 

Noi tutti che siamo il vero Catanzaro dovremo avere la forza e l’umiltà di ribattezzarci. So benissimo che non si tratta solo di una sigla (da U.S. a A.S. – U.S.C), ma così come una città non è il risultato dei propri edifici o monumenti, ma del Popolo che la sostanzia, allo stesso modo il Catanzaro dovrà rinascere a nuova vita buttandosi alle spalle tutta la spazzatura che lo ha ucciso. Nicola Ceravolo forse lo vorrebbe.

 

C’è a tal proposito da precisare un aspetto importante. L’U.S. Catanzaro è registrato formalmente come U.S. Catanzaro S.p.A., punto. Il 1929 non compare in nessun documento della Società e solo in qualche logotipo. Non sarebbe male ripartire da quella data (A.S. Catanzaro 1929; oppure U.S.C Catanzaro 1929 ecc.), in modo da sottolineare il continuum con la storia (quella bella di Nicola Ceravolo e basta) della gloriosa compagine. Oltre ai fatti belli bisognerà rammentare soprattutto quelli brutti in modo da non ricommettere certi errori ed impedire a certa gentaglia di utilizzare il Catanzaro per i propri affari economico/politico/strategici.

 

E’ altresì importante ricordare che i logotipi depositati dall’Uesse alla Camera di Commercio I.A.A. di Catanzaro (depositati dal sottoscritto quando ricopriva la carica di Direttore Marketing e controfirmati dall’allora Presidente Claudio Parente – all’epoca mi accorsi che la Società non aveva provveduto a  depositare il marchio e che quindi erano tecnicamente impossibili certi contratti) sono tre e nel dettaglio.

 
1-      Scudo classico
2-      Simbolo ovale
3-      Scudo a tre punte (dell’epoca di Nicola Ceravolo) logo che scorsi apposto su vecchi documenti della società.
 

Sarà importante che nessuno pensi solo lontanamente di poter lucrare su certe cose… Sarebbe insopportabile. Il Catanzaro e tutti i suoi simboli appartengono a tutta la comunità.

 

Se saranno queste le premesse, il miracolo potrà avvenire, se invece, ripeto, si dovesse solo lontanamente sentire il puzzo di certa gente. Sarà la fine definitiva.

 

La Storia insegna che la grandezza di un Popolo sta nel saper ricominciare, alzarsi e resuscitare. Cosa ha fatto il Giappone dopo il secondo conflitto mondiale? Forse è il vero vincitore e ha conquistato con la propria cultura e la propria economia quel paese che aveva creduto di distruggerlo affossandolo con una vigliaccata. Le nostre bombe atomiche le abbiamo subite e anche in silenzio: due anni di sfaceli, di imbrogli e di ultimi posti, la cessione di Corona… mha è meglio non parlarne, direbbe il buon Dante Alighieri:” Il modo ancor m’offende”.

 

La Fede cattolica basa le propria fondamenta sulla Resurrezione del Cristo ancor più che nella Nascita. I Farisei e Barabba? I Sinedri e i saccenti ignoranti? Noi avremo il dovere di mandarli al … loro paese… e non a “quel paese”, non sono degni neanche di quello.

 

Signori resi “Onorevoli” (degni di essere onorati ??????) da coloro che avete tradito, rammenteremo della vostra ignavia, del vostro finto impegno, delle vostre complicità e delle vostre commedie. De Filippo ne era maestro, voi con il vostro dilettantismo lo avete offeso anche in questo. La gente come la maggior parte dei fruitori di questo servizio informativo, è stata costretta a scegliere di vivere, lavorare e veder nascere i propri figli altrove, grazie alla vostra ignoranza travestita da cultura grazie ai vostri discorsi (sempre uguali) e alle vostre promesse (clonate da varie generazioni). Voi che offendete anche i congiuntivi e fate bella (brutta) mostra di voi stessi nei vari Tg locali consenzienti e lecca-fondoschiena, Voi che virgolettate in grassetto la vostra nullità, sarete sempre scolpiti nella Storia di questa sconfitta. Chi continuerà a tifare per il nuovo Catanzaro ad ogni gol segnato dedicherà il proprio urlo di giubilo rafforzandolo e ricordandosi oltre che degli assassini dell’Uesse anche di Voi.

 

Non è una cosa bella da dire, non è mio costume avvalermi di sofismi per edulcorare la realtà dei fatti. L’U.S. Catanzaro S.p.A. non c’è più, ma il Catanzaro c’è, siamo noi e continuerà ad esserci per sempre “finchè morte (che non esiste) non ci separi”

 

Giuseppe Mangialavori

 
 
 
 

Autore

Giuseppe Mangialavori

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