ALLUVIONE SOVERATO – Quattro condannati e quattro assolti

6 anni fa nel camping sommerso da fango morirono 13 persone

Si e’ concluso nel pomeriggio, nel tribunale di Catanzaro,  il processo a carico delle otto persone che il 30 ottobre del 2003 erano state rinviate a giudizio con l’accusa di essere stati, a vario titolo, responsabili della tragedia del camping “Le Giare” di Soverato, costata la vita a tredici persone. La sentenza e’ stata letta dal presidente del collegio, Maria Teresa Care’.
Quattro le condanne e quattro le assoluzioni nel processo per la tragedia di Soverato, avvenuta nella notte tra il 9 ed il 10 settembre del 2000 al camping “Le giare”, dove nel corso di una alluvione persero la vita tredici persone. La sentenza e’ stata emessa oggi pomeriggio.
La condanna piu’ pesante e’ stata inflitta a Egidio Vitale, titolare del camping, condannato a quattro anni di reclusione. Tre anni e sei mesi per l’ingegnere Carlo Serrao, dirigente di settore 33 dell’assessorato regionale ai Lavori pubblic della Regione Calabria, e per Vincenzo Citriniti, direttore della sezione staccata di Catanzaro dell’Ufficio del territorio -Direzione Compartimentale per le Regioni Campania e Calabria. Un anno ed otto mesi al geometra Silvestro Perrone, dipendente della Regione  Calabria. Assoluzione, invece, per l’ex sindaco di Soverato, Giovanni Maria Calabretta, nonche’ per Pasquale De Lucia, nella qualita’ di capo del reparto III della Direzione Compartimentale di Napoli – ramo organizzativo del Ministero delle Finanze per le Regioni Campania e Calabria, Marcello Donato Agrusti, nella qualita’ di direttore della Direzione Compartimentale del territorio per le Regioni Calabria e Campania, e per Vincenzo Ceniti dirigente del settore 4 della Regione Calabria cui fa capo la Protezione civile regionale.
La decisione finale del collegio, sostanzialmente, non si distacca di molto dalle richieste formulate appena qualche settimana fa dal pubblico ministero Maria Carla Sacco, che aveva sollecitato una pena piu’ pesante solo per Egidio Vitale, per il quale aveva chiesto la condanna a cinque anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. Tutti gli imputati erano stati rinviati a giudizio nell’autunno del 2003, dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Massimo Forciniti, il quale aveva contestualmente prosciolto Giuseppe Mazzeo, e assolto, al termine del rito abbreviato con cui aveva chiesto di essere giudicato, l’ex prefetto di Catanzaro, Vincenzo Gallitto.
Anche questi ultimi erano stati coinvolti nell’inchiesta che, all’indomani della strage, fu affidata ad un pool di magistrati catanzaresi coordinati dal procuratore aggiunto Mario Spagnuolo e del quale facevano parte i sostituti Sandro Dolce e Simona Marazza, i quali ipotizzarono a loro carico le accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. (Da Admkronos)

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Redazione

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