Avversario di turno

”Ceravolo” imbandito per la festa dell’Atalanta

In un incrocio di destini, la squadra di Colantuono a Catanzaro per una promozione annunciata

ROMA – Era la squadra più forte del campionato. Lo
ha dimostrato. un allenatore emergente, un centrocampo stellare, un vivaio che
sforna talenti in continuazione, un gruppo di giocatori da rilanciare. Un
presidente coraggioso che non ha mollato neanche dopo un periodo di
contestazione dura. Sabato al “Ceravolo” l’Atalanta
taglierà il traguardo della promozione, a meno di clamorosi e
improbabili rovesci. Tornerà meritatamente in serie A dopo un anno di
purgatorio. Lo farà nel giorno che sancirà con altrettanta
probabilità la seconda retrocessione consecutiva del Catanzaro. Anche in
questo caso meritatamente.

CASSAFORTE “AZZURRI
D’ITALIA” –
Una
promozione costruita tra le mura amiche e consolidata in trasferta, dove
l’Atalanta, nonostante il girone di ritorno, rimane una squadra
normalissima. Lontano da Bergamo solo 5 vittorie e ben 7 sconfitte. Ma in casa
i nerazzurri sono stati un rullo compressore: una sconfitta col Catania, un
pareggio col Cesena e ben 17 vittorie. Un segnale in controtendenza rispetto al
Perugia di Colantuono che nello scorso campionato fece le sue fortune lontano
dal “Curi”. I numeri sono chiari: quando si vince un campionato
come la serie B con questa scioltezza, vuol dire che tutto ha funzionato a
meraviglia.

LE CHIAVI DELLA PROMOZIONE – I fattori decisivi per il ritorno in serie A sono
stati due: la grande forza del gruppo plasmato da Colantuono e l’apporto
decisivo di Nicola Ventola. Il tecnico è riuscito a gestire alla
perfezione una rosa molto ampia a centrocampo e in attacco, non altrettanto nel
reparto arretrato. Le larghe rotazioni dei suoi uomini di qualità gli
hanno permesso di dribblare fatica e infortuni, senza creare malcontento nel
gruppo. I 15 atalantini andati a segno dimostrano la forza del collettivo e
l’unità d’intenti. In questo quadretto armonioso, una
menzione particolare va a Nicola Ventola, 
un attaccante ritrovato dopo anni di buio passati a cercare di
dimenticare gli anni di gloria e il grave infortunio al ginocchio. I suoi 15
gol sono lo specchio della sua rinascita. Le sue prestazioni hanno fatto
passare in secondo piano gli addii di Budan e Saudati,
l’immaturità di Soncin. La ciliegina è stata l’arrivo
di Zampagna che, pur non segnando tanto (3 gol, 2 nel derby), ha dato il
necessario apporto in termini di quantità e di peso fisico in un attacco
tecnico ma leggerino.

TRA PRESENTE E FUTURO – Dopo qualche accenno di polemica, Colantuono
è stato confermato anche per la prossima stagione. Intanto, per la
trasferta di Catanzaro, il tecnico romano ha portato tutta la rosa a sua
disposizione ad eccezione di Capelli, Loria e Centi. In difesa, davanti a
Calderoni, Rivalta si sposterà al centro al fianco di Terra con Adriano
a destra e Ariatti a sinistra. Qualche chance anche per Bellini. A centrocampo
giocheranno sicuramente Migliaccio e Marcolini, con Bernardini al posto di
Ariatti. Bombardini favorito su Lazzari per un posto dietro a Ventola e
Zampagna.

INCUBO PALANCA – L’Atalanta ha vinto due volte a Catanzaro:
1-3 una settantina d’anni fa e 0-3 nel 1983. Le ultime tre vittorie
giallo-rosse, invece, portano tutte le firme di Palanca (tra il ’74 e il
primo Guerini). Tra le due squadre ci sono anche due precedenti in serie A,
entrambi terminati in parità. All’andata vinse l’Atalanta
3-1, ma il Catanzaro fece tremare i bergamaschi fino a 5 minuti dalla fine,
quando Ventola sigillò con il terzo gol un successo meno scontato del
previsto. La festa bergamasca può iniziare. Sul prato profanato di una
città sonnolenta e distratta dalle elezioni.

PROBABILE FORMAZIONE (4-3-1-2)
–
Calderoni; Adriano,
Rivalta, Terra, Ariatti (Bellini); Migliaccio, Bernardini, Marcolini;
Bombardini; Ventola, Zampagna. All.: Colantuono.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net  

Autore

Redazione

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