STRAGE CARAFFA, TOMAINO RESTA IN CARCERE

Resta in carcere Claudio Tomaino, il giovane accusato di avere ucciso Camillo Pane, la moglie Anna Maria, e i figli Eugenio e Maria, il 27 marzo scorso nelle campagne di Caraffa. Il Tribunale del Riesame, nell’udienza di oggi, ha respinto l’istanza presenta dalla difesa.
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro (presidente Adalgisa Rinardo, giudici a latere Ida Sonni e Carlo Fontanazza), ha accolto in pieno l’istanza dell’accusa rappresentata dal procuratore aggiunto Salvatore Murone che aveva chiesto, questa mattina durante l’udienza , che l’istanza di remissione in liberta’ presentata dagli avvocati difensori Clara e Armando Veneto venisse respinta perche’ sussistevano ancora ”tutti gli elementi cautelari posti a fondamento dell’ordinanza del gip”. Quindi Claudio Tomaino, il giovane accusato di avere compiuto la strage di Caraffa, resta in carcere.
La sentenza con la quale e’ stata respinta l’istanza della difesa di Tomaino e’ stata deposita questo pomeriggio a poche ore dalla conclusione dell’udienza nel corso della quale l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Salvatore Murone al posto del sostituto Salvatore Curcio impegnato in altra udienza, ha sostenuto che l’autore della strage di Caraffa doveva restare in carcere.
”Perche’ – ha spiegato ai magistrati del riesame – sussistono tutti gli elementi cautelari posti a fondamento dell’ordinanza del gip. Sussiste, tutt’ora – ha aggiunto Murone – il pericolo sociale dell’individuo, che ha preparato questo eccidio nei minimi particolari per motivi legati a interessi patrimoniali. Se poi – ha concluso il procuratore aggiunto al termine dell’udienza – Tomaino abbia agito da solo o abbia avuto dei complici e’ cosa che in questo momento non interessa”. Una tesi quella dell’accusa non condivisa dall’avvocato difensore di Claudio Tomaino, Clara Veneto, che ha sollecitato i giudici del riesame a rimettere in liberta’ il suo assistito ”in quanto ci sono risultanze molto complesse che lasciano spazi a diverse interpretazioni”. ”Anche le celle del telefono cellulare del mio assistito – ha spiegato il difensore – non agganciano i ponti della zona del delitto, nei momenti in cui i periti fanno risalire la strage. Esistono inoltre – ha aggiunto l’avvocato Veneto – altri indizi che non sono univoci”.
Durante l’udienza il difensore di Tomaino ha precisato che ”per ora non sara’ chiesta una perizia psichiatrica sul suo assistito, ma in futuro sara’ approfondita la situazione del giovane”. Sulle condizioni attuali di Tomaino, l’avvocato Clara Veneto si e’ limitata a dire che ”sono quelle di un uomo che sta in carcere”. Gli avvocati, pur contestando gli indizi a carico del proprio assistito, questa mattina non hanno presentato alcuna memoria difensiva”.

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Redazione

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