INCHIESTA – Disoccupazione Laureati in Scienze Motorie

Negli anni 30 nasceva il primo Istituto Superiore di Educazione Fisica, in 50 anni di attività, si sono “Laureati” un numero esiguo di persone, circa 80.000, di questi circa 40.000 (50 %) sono presenti sul mercato del lavoro. Con l’istituzione della Laurea In Scienze Motorie, all’interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia nel 1998, in pochi anni vi sono stati 11.000 laureati e attualmente vi sono 35.000 studenti. Secondo gli studi effettuati a livello Europeo, si tratta di un settore in pieno sviluppo, che nel nostro paese dovrebbe essere già in grado di assorbire tutti i laureati in SM e quelli che in prospettiva conseguiranno la laurea nei prossimi anni. Tuttavia la disoccupazione e la sottooccupazione dei laureati in SM è altissima. Ciò non dipende dalla mancanza di posti di lavoro, ma dal fatto che questi posti vengono coperti in massima parte da personale non qualificato, in assenza di una anche minima regolamentazione professionale. Tale personale non qualificato svolge la sua attività molto spesso come secondo lavoro e in “nero” , accontentandosi di paghe non molto elevate. Inoltre l’utente non è messo al corrente del grado di qualificazione professionale di chi ad esempio si propone come “personal trainer”, alle cui pratiche si sottopone con finalità di miglioramento dello stato di salute. Poiché nella scuola italiana, soprattutto a livello di scuola primaria, l’attività motoria e sportiva è svolta in maniera insufficiente, le famiglie sono costrette a cercare al di fuori le occasioni di esperienza motoria e sportiva indispensabili per completare l’educazione dei giovani. Nella gran parte dei casi i genitori affidano i propri figli ad improvvisati “istruttori sportivi”, con il rischio di gravi danni dal punto di vista pedagogico e sanitario. Con la legge 27/2006 si sancisce l’equipollenza della Laurea in Scienze Motorie con la laurea in Fisioterapia, previo tirocinio su paziente di 1500 ore, da istituire con Decreto Ministeriale dalle Università. Ciò rappresenta un passo importante per la definizione del settore disciplinare, questo passaggio fondamentale assicurerà agli utenti (cittadini) una migliore prestazione professionale, ciò non creerà collisioni tra fisioterapisti e laureati in Scienze Motorie, ma ne stimolerà la collaborazione creando le giuste sinergie per la ricerca scientifica, come riconosciuto da una importante Associazione ovvero la Federazione Italiana Fisioterapisti. D’altronde, nel Piano Sanitario Nazionale, al punto 2.9 è previsto l’articolo “Attività Motoria come Prevenzione Sociale”. Clamoroso il caso della nuova Specialistica, Laurea Magistrale in Scienze delle attività motorie preventive ed adattative (oggi LM 67 ex 76/S), infatti dopo 3 anni di Università, 2 anni di specializzazione, prevalentemente indirizzata alla cura di soggetti patologici, essi non possono avvalersi delle competenze acquisite poichè queste rischiano di sconfinare o di sovrapporsi a quelle delle professioni sanitarie. Alla luce di tutto ciò i corsi di laurea in Scienze Motorie dovrebbero essere chiusi, visto che di sport non possono occuparsi (spetta al CONI) di fitness neanche (spetta a chiunque), di attività motorie preventive e adattate neppure (spetta ai Fisioterapisti) di attività per anziani e disabili manco a parlarne (spetta alle professioni sanitarie degli educatori professionali e dei terapisti occupazionali). Per chiunque volesse aderire vi sarà nei prossimi giorni un incontro relativo ai problemi sopra esposti. Per info 3402898314 info@catanzaronelcuore.it

Andrea CANTELMI Portavoce Catanzaro Nel Cuore – Settore Sport e Attività Motorie

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