ARRESTATO BERNARDO PROVENZANO CAPO DI COSA NOSTRA

La primula rossa della mafia siciliana e’ finito in gabbia dopo decenni di latitanza (ricercato dal 1963).
Il merito e’ delle forze di polizia sicule che hanno indagato in modo tradizionale senza utilizzare pentiti e soffiate.
La lotta alla mafia deve continuare.

Sensazionale colpo dello Stato Italiano:
catturato il capo delle cosche siciliane.
Bernardo Provenzano, dopo un iniziale tentativo di resistenza, si e’ arreso alzando le mani e consegnandosi alle forze di polizia.
Era da solo in un casolare nelle campagne di Corleone, utilizzava i “pizzini” (alcuni trovati in loco, pronti per essere distribuiti), per comunicare con la famiglia e per distribuire gli ordini alle cosche. Era l’uomo di riferimento della malavita, anche dopo le vicissitudini legate alla sua salute.
Noto come “u tratturi”, era la mente che tesseva la tela tra malavita-politica-società, mentre l’amato-odiato antagonista, Toto’ Riina (fino alla sua cattura primi anni 90), era considerato il braccio comandante delle forze in campo.
Provenaano e’ implicato e condannato per decine di omicidi, attualmente e’ rinchiuso a Palermo in una cella super-sicura della sede della Polizia di Stato del capoluogo siciliano.

I vertici dello stato hanno applaudito per questo successo tutte le forze coinvolte, naturalmente “la lotta deve continuare e non si deve abbassare la guardia”, questo e’ il commento unanime.

Autore

Redazione

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