POLITICA – E adesso vergognatevi …

Comunicato stampa ASSOCIAZIONE CULTURALE “LAVORI IN CORSO”

Siamo ormai in piena campagna elettorale, e come da sempre tutti gli addetti ai lavori o meglio chi ha intenzione di candidarsi cerca in tutti i modi di arraffarsi il maggior numero di voti possibili.
Come sappiano questa ricerca non è molto semplice perciò si fa tutto il possibile per convincere la gente che si è la persona giusta promettendo la realizzazione di chissà quale opera oppure cosa ancora più grave la garanzia di sistemare un figlio o un parente .
Un noto leader politico di altri tempi, un uomo che grazie alla sua preparazione e al suo carisma riuscì a sconfiggere l’ignoranza di quei tempi diceva ai suoi colleghi di partito, “ Promettete sempre meno di quello che potete mantenere “ ma purtroppo le sue parole furono dimenticate nel tempo, non riuscendo più ad essere di insegnamento per i tanti politologi che con le loro frasi tratte dal miglior libro di poesie cercano di riempirci la mente di idee difficilmente realizzabili.
Ma in questi ultimi giorni nella nostra città siamo stati in grado di toccare veramente il fondo!!!!
Ovvero siamo arrivati al punto di sfruttare la morte di una persona per i propri interessi personali , nello specifico molte associazione hanno accusato l’incompetenza dell’amministrazione comunale addebitando a loro la colpa del decesso della povera concittadina.
Sicuramente su una cosa nessuno può contraddirci che la colpa di tutto ciò non è del singolo ma di tutti, anche la nostra se è quello che volete sentire, perché noi come altri siamo un associazione socio-politico-culturale e dobbiamo rappresentare la cittadinanza nel dialogo con le istituzioni cosa che purtroppo (anche perché siamo nati da pochi giorni)in questa situazione non siamo riusciti a fare, ma a differenza di altri abbiamo deciso di protestare non pubblicando articoli sui giornali ma in sede opportuna.
Il motivo del nostro silenzio dopo il tragico fatto è giustificato da due motivi, il primo perché rispettiamo la vittima e la sua famiglia e non vogliamo strumentalizzare l’accaduto e il secondo consiste nel volere insegnare( o almeno ci proviamo ) un nuovo tipo di politica.
Questo nuovo tipo di politica non si basa più su un punto cardine di quella utilizzata dalle altre associazioni politiche ovvero la legge del “Aspettiamo che scappi il morto “ ma sulla prevenzione dei possibili fatti tragici, ma questo può solo avvenire grazie alla collaborazione di chi come noi crede in questo progetto.
Io dico che è facile parlare dell’ennesimo morto sul quadrivio di Santa Maria dopo che la tragedia è venuta , è semplice perché fingendosi eroi della domenica si arriva in modo vile al cuore della gente, ma io rivolgo una domanda a chi in questi giorni si è sentito “tanto” addolorato della morte della signora, perché non avete parlato prima???? Perché non avete organizzato manifestazione di protesta non solo in sede opportuna ma anche sul luogo tanto contestato??? Sarà forse perché fa comodo parlare solo ora che siamo in campagna elettorale???.
Se poi dobbiamo parlare del quartiere di Santa Maria è giusto non delimitare il problema al solo quadrivio ma a tutto il centro abitato.
Io penso che chi anni fa progettò il flagellato quartiere non acquisì tanto legalmente ne il titolo di studio e ne tanto meno i permessi di realizzarlo, perché non solo penso non sia tanto in norma costruire un quartiere e poi far passare all’interno un numero considerevole al giorno di autoarticolati e treni ma anche far passare un fiume che molto spesso scarica a valle rifiuti organici provenienti dalle fogne, rendendo non molto igienico l’ambiente che lo circonda.
In questi mesi la Calabria è ritornata in prima pagina sui quotidiani nazionali per l’omicidio Fortugno, purtroppo un’altra pagina che va ad arricchire il capitolo nero della nostra storia , ma la cosa che bisogna capire che non si deve parlare di mafia solo quando l’odore di polvere da sparo riempie l’aria ma anche quando si realizzano costruzioni abusive oppure si progetta un palazzo e si mette dentro la metà del ferro necessario per soddisfare i calcoli statici oppure quando si sta in silenzio in momenti in cui parlare diventa un obbligo , perciò io penso che il primo colpevole della morte della nostra povera concittadina sia chi ha realizzato nel pieno delle sue facoltà mentali un quartiere che non rispetta le minime condizioni di vivibilità perché tutti hanno il diritto di vivere in sicurezza, e la storia ha dimostrato che molto spesso chi costruisce senza senso vede guidata la propria mente non da teoremi matematici ma dal ferro delle armi mafiose.Sarebbe ora che,dopo le brevi considerazioni che precedono,occuparci di creare una strada alternativa che,una amministrazione attenta come quella attuale ha gia’ considerato e che certamente augurandoci la continuita’sara’ realizzata.

IL PRESIDENTE

Jack Di maio

Autore

Redazione

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