I CalicI di Brescia Catanzaro

La rubrica di Niccolò Ditta

Un calice di vino ci aspetta a Brescia.
Un abbraccio ai nostri amici bresciani e un brindisi per salutare una bella e vecchia amicizia.
Ci prepariamo a un lungo viaggio per la prossima trasferta ma, visti i vini che ci aspettano direi che ne vale proprio la pena.
Brescia è una delle province d’Italia più felici dal punto di vista della produzione vinicola. Su 64 tra DOC e DOCG della regione, ben 46 si trovano in provincia di Brescia.
Lasciamo stare il discorso sulla validità o meno della legislazione italiana, consideriamo pure che la sola DOC Garda ne comprende 22 delle 46, ma ne avremo più che a sufficienza per ogni occasione, gusto e anche spesa.
Salutiamo Brescia, leonessa d’Italia e godiamoci una mattinata tra le sue chiese, i suoi palazzi, l’aria della piccola e familiare città di provincia.
Cittadina che è posta in posizione geografica invidiabile, a poco più di un paio d’ore da tutto.

Ci aspettano i nostri amici bresciani, ci aspettano con una tavola imbandita degna delle migliori occasioni.
La cucina povera di questa terra è dominata dalla polenta, elemento irrinunciabile della tradizione gastronomica della zona che spesso si accompagna a fette di Bagoss stagionato, passato un attimo sopra la griglia. Il Bagoss nasce in particolare dalla zona di Bagolino, da mucche di razza bruna alpina dette anche Bagosse. Penso non ci siano dubbi da dove possa derivare il nome.
Certo la polenta al bagoss non è che una delle mille versioni in cui la si prepara, dal pesce alla carne, passando per verdure e salumi, cacciagione, ragout vari. Infinite possibilità che fanno della polenta quello che il riso è per i cinesi, ovvero la base di tutto.

Certo Brescia non vuol dire polenta e basta, ma come la vicina Bergamo ci offre i ravioli che localmente si chiamano “casonsèi”, i piccoli scrigni che coperti da burro e salvia sono una vera delizia.
Scrisse l’Artusi che i casonsèi non derivano dai ravioli, ma più probabilmente dagli strangolapreti. Che sia vera o meno la sua teoria penso che a noi interessi mangiarli.
Ovvio abbinamento per questo piatto un gran “Rosso del sebino” per andare su un vino importante, ma anche un più piccolo e sconosciuto “botticino”, ovvero un uvaggio di uve più o meno autoctone che danno un vino semplice e abbastanza facile da bere.
Non dimentichiamo che la Franciacorta, oltre ad essere patria dei più grandi spumanti Italiani, dà dei vini rossi di gran corpo e spessore. Vini che tengono bene l’invecchiamento e che si ritagliano un loro posto nell’olimpo dei grandi vini rossi italiani.
Due salumi sono particolari ed interessanti, lo “strinù” e la salsiccia di castrato. Il primo viene solitamente messo a cuocere, a strinare appunto, sulla griglia. Il secondo si serve bollito o fatto rosolare nel burro, accompagnato da polenta o da patate.
Per questi piatti sceglieremo il meglio, un Franciacorta rosso. Il nome deriva dalla considerazione che la zona nei pressi del lago di Garda, sembra quasi una piccola Francia, una Franciacorta appunto.
Ma anche la qualità dei suoi vini non è seconda alla Francia, anzi…

Il lago di Garda è per altro zona di produzione di uno dei più delicati ed eleganti Extra Vergine d’Oliva Italiani.
Un olio con la O maiuscola. Un olio che al contrario dei nostri del sud Italia, molto più potenti e aggressivi, è usato più come condimento che come alimento.
Questa similitudine la feci parlando della differenza tra tartufo bianco e tartufo nero. Penso che anche con l’olio del Garda e quello del Su Italia si possa fare la stessa differenza. Sia chiaro che la estrema qualità dei due oli non è nemmeno lontanamente in discussione. Supremi prodotti di una Patria unica al mondo.

Questa piccola panoramica dimentica tanti e troppi piatti tipici della zona. A partire dal riso cucinato in un’infinità di varianti, i pesci del vicino Lago di Garda.
Quali vini per questa splendida tavola, diciamo che la produzione maggiore è data dalla Franciacorta. Una produzione di grandissimo livello che vede spumante e rossi in prima fila, lasciando un po’ indietro solo i bianchi. Se c’è un vino in cui la zona pecca leggermente sono i vin dolci. Ma in fin dei conti nessuno è perfetto!

Cin Cin
Nicolò Ditta

Ps per informazioni critiche richieste o suggerimenti, tranne soldi o bottiglie di vino, scrivetemi pure a uctrapani@uscatanzaro.net

Autore

Tony Marchese

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