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IL FUTURO DEL CATANZARO CORRE SU DUE BINARI

L’editoriale di Francesco Ceniti

Il futuro del Catanzaro corre su due binari paralleli. Sono entrambi importanti e meritano attenzione. Partiamo con il primo, quello più da bar: le possibilità di salvezza dei giallorossi dopo le due sconfitte consecutive. E’ inutile prenderci in giro: in otto giorni le nostre quotazioni sono precipitate e la retrocessione sembra vicina. Però. C’è un però che va oltre la semplice affermazione “finché la aritmetica non ci condanna…”. Restano dieci gare e vanno giocate con lo spirito di chi ha molto poco da perdere. In altre parole, la squadra ha il dovere di crederci fino in fondo, così come ha fatto dopo l’arrivo di Giordano, quando anche il più inguaribile degli ottimisti era sull’orlo della depressione. Si ha il dovere di inseguire la salvezza perché il campionato di B spesso ha tramutato in realtà i sogni più incredibili. Bisogna reagire subito, così come ha fatto la Cremonese proprio all’indomani della sconfitta interna contro l’Arezzo o l’AlbinoLeffe reduce da tre pesanti stop di fila. Le prossime quattro gare da sole valgono come due anni: Brescia, AlbinoLeffe (in casa), Ternana e Bari. Un filotto di risultati utili ci consentirebbe di rientrare nel gruppo e puntare alle squadre che ci precedono mostrando segni di cedimento (occhio alla Triestina).

Certo, comprendiamo benissimo lo sconforto dei giocatori giallorossi (e dei tifosi), ma restando con le mani in mano non si ottiene nulla. Anzi, si accelera la nostra discesa negli inferi. Non mollare mai, si canta negli stadi e ci piacerebbe che la frase fosse appesa negli spogliatoi del Catanzaro. Non mollare mai, perché la retrocessione fa parte del gioco, ma anche chi perde deve mostrare una dignità, cosa che nella passata stagione è stata seppellita nel finale di torneo a circa venti metri sotto terra. Non mollare mai, perché i 13 punti conquistati in 6 gare non possono essere frutto di casualità. Non mollare mai, perché per ritornare in B abbiamo atteso troppi anni. Non mollare mai perché una salvezza quasi insperata non si dimentica più. Non mollare mai perché l’ultima squadra capace di firmare una impresa partendo dall’ultimo posto è stata il Siena e noi non ci sentiamo da meno. Non mollare mai, allora. Magari cercando di sfruttare ogni giocatore della rosa. Ogni riferimento a Mattioli (e Adami) è puramente voluto.

Passiamo al binario due. Qui la squadra non c’entra nulla. Il futuro, infatti, lo deve pianificare la società che non deve aspettare l’ultima partita per decidere che cosa farà da grande. Caro presidente Colao, lei ha il dovere di far sapere al più presto quali sono le sue intenzioni per la prossima stagione. Se, ad esempio, darà seguito alle sue dichiarazioni di acquistare la maggioranza delle azioni o se invece quelle dichiarazioni erano state fatte solo per allentare una cappa che stava rendendo irrespirabile l’aria intorno al Catanzaro. Le chiediamo queste cose perché una società attenta deve già iniziare a muovere adesso i passi per pianificare il nuovo campionato. Qualunque sia. Anzi, se malauguratamente dovesse essere la C si ricordi che non è possibile attendere gli eventi come è stato invece fatto nel 2005. Le diciamo questo perché siamo reduci da diversi binari morti. L’esperienza ci ha insegnato che non c’è cosa peggiore dell’impasse societaria. Lei è il presidente ma non ha la maggioranza. Come pensa di andare avanti se, ad esempio, le sue idee non collimano con quelle degli altri dirigenti? Come si può pensare positivo quando chi ha gestito il Catanzaro ha trasferito le sue quote a una neonata società (a responsabilità limitata)? A proposito: di chi è la Sinergica? Perché nessuno ha sentito la necessità di informare i tifosi dell’uscita quasi clandestina della Medical dal Catanzaro? E perché i club organizzati non hanno chiesto spiegazioni?

Presidente Colao, non ci piacciono i silenzi. Chi l’ha preceduta ha nel corso degli ultimi anni annullato qualunque contatto con i tifosi (non tutti, qualche privilegiato c’era). Ma il tifoso si nutre anche di parole, vuole sentire parlare il proprio presidente, magari vederlo soffrire e protestare per un rigore non dato. Prenda esempio da Rozzi o dal nostro Ceravolo. E ci dica, per favore, che la nuova stagione non sarà piena di tribolazioni come le ultime due. Non bastano le parole, però. Occorrono i fatti. Se arrivano prima del 9 aprile saranno molto graditi perché spazzeranno via molti sospetti. Se dovessero arrivare dopo, pazienza: a qualcuno resteranno i dubbi, ma almeno il Catanzaro avrà basi certe. Se però sarà ancora il silenzio a farla da padrone, allora dovranno essere i tifosi a far sentire la propria voce.

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Redazione

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