Bar Mangialavori

La coperta corta

In attesa dei “rinforzi”, quattro gol romagnoli nel sacco di Belardi!
di Giuseppe Mangialavori

Se agli “aggiustamenti” societari non fanno seguito i risultati, allora il dramma è dietro l’angolo. Il caos regna sovrano in tutti i cuori giallorossi e le figuracce rimediate non si contano più.
Contro i Romagnoli sarebbe stato negativo anche un pareggio, figuriamoci una sconfitta con quattro reti al passivo tra le mura amiche.

Risulta difficile ogni volta commentare disfatte di tale portata, e trovare il senso del tutto risulta compito ingrato. Non abbiamo la possibilità di difendere l’operato, o meglio, il “non operato” di chi dovrebbe avere l’onestà morale almeno di chiedere scusa e non trincerarsi dietro difese ad oltranza che non portano da nessuna parte. Sembra quasi che per qualcuno il Catanzaro sia diventato una cosa personale, un capriccio e dimostrazione di forza (quale?). Ma a chi? E soprattutto, perché?

Con l’arrivo del nuovo DS Pavarese la Società ha intenzione di pianificare e costruire, oppure rimediare e mettere pezze qua e là? Si parla della GEA come di un’entità miracolosa. Andatelo a raccontare a Karl Heinz Rummenigge che ha esternato sul “capo” della stessa affermazioni gravissime.

Comunque si giudicherà l’operato di Pavarese solo dopo avere appreso se lo stesso accontenterà le richieste di Mister Guerini e non solo quelle dei giovani puledri della GEA sparsi ovunque in cerca di gloria. Non vorremmo assistere alle solite infornate invernali “Robertiane”… figlie di prestiti che assumono le vesti più di lasciti caritatevoli che di vere e proprie strategie di mercato.
Il rischio serio è che si retroceda per l’ennesima volta e allora non si accetteranno scusanti da parte di nessuno. Né da parte degli attori, nè da parte degli spettatori passivi di tanto disastro. Tornare nel limbo della “C” significherebbe avere oneri fiscali maggiori a fronte di minori entrate. Il Napoli di De Laurentiis, nonostante tutti i capitali a propria disposizione, ne sa qualcosa.

Si parla ancora al condizionale malgrado il distacco dalla zona salvezza. Eppure il condizionale è d’obbligo. Il Catanzaro non ha di fronte la Juventus dei record. Albinoleffe, Avellino, Ternana & C. non sono di certo paragonabili in proporzione alla squadra di Capello. Eppure c’è un non so che di arrendevole nell’ambiente e anche negli occhi già intristiti di Guerini. Ottimo il lavoro quello svolto dal mister che con il materiale umano a propria disposizione non può fare di certo miracoli. Le sue dichiarazioni post gara (“… qualcuno a centrocampo mi ha deluso…”) e la palingenesi della ripresa, suonano come campanello d’allarme. Nella passata stagione si assistette alla triplice panchina (Braglia, Cagni, Bolchi), non vorremmo doverci sin d’ora preparare a ripercorrere le stesse tristi vie…

Un Catanzaro dai due volti quello visto sabato sera. Primo tempo senza personalità, secondo tempo commovente per impegno, ma con il risultato già ampiamente compromesso i nuovi entrati non hanno potuto fare di più.

E ora si riparlerà di rivoluzioni di gennaio? Di “fughe da Catanzaro?” Di allarme? Perché? C’era proprio bisogno di umiliazioni su umiliazioni per dare il via all’ “allarme”? Già si assiste alle smentite sui nomi fatti (vedi Volpato) , già sono all’uscio, pronti a vestire la maglia giallorossa i nuovi “prestiti” , giovani rampanti in cerca di gloria. E menomale che la Bastiglia non abita al Ceravolo, altrimenti a furia di rivoluzioni…

37 punti in due anni di B! Che magro bottino! Questa è la realtà e non si può scherzare su questo drammatico dato numerico. Chi non tace il vero, lo fa solo per amore di questi colori, offesi da molto tempo e ,in primis, dalla realtà dei fatti. Dicevamo, rivoluzioni e new GEA-dipendenza (o presunta tale) a parte, la prossima gara in terra etnea, vedrà i giallorossi confrontarsi con la seconda della classe, quel Catania “vecchio” compagno di scorribande in C2 e che ora aspira alla massima serie. Saranno certamente presenti gli ultras che sono consapevoli del fatto che i rossoblu non potranno vestire i panni di Babbo Natale.
Un’ennesima defaillance degli uomini di Guerini è da mettere in preventivo (anche se nel calcio non si sa mai…).

Quali allora le prospettive? Quali le speranze da coltivare? Quali le motivazioni da addurre?
Ahimè non so dare risposte, non ne ho più. Affido le stesse ai pessimi sofisti del falso che continuano a etichettare come “disfattisti” coloro i quali soffrono per le sorti e per le continue umiliazioni rimediate dal Catanzaro, oramai etichettato come realtà perdente a livello nazionale.
La colpa di tutto ciò è di chi scrive (?), la causa di tante obbrobriose uscite casalinghe e non è della sfortuna (?), la causa di tutto ciò è di chi “rema contro” pur non possedendo… un barlume di vascello (?).

Siamo oramai giunti sull’orlo di una crisi di nervi, e fa anche freddo perché come qualcuno dice da più tempo :” la coperta è corta” . E menomale che costui ha gli occhi per vedere una coperta, io non vedo neanche quella.

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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