Avversario di turno

Il Bari di Carboni non riesce a decollare

I pugliesi a Catanzaro a caccia di gioco e punti. Ma aleggia il fantasma di Mammì…

ROMA – Se a Terni la contestazione verso la
società è una faccenda recente, a Bari è una costante
ormai fissa da molti anni. La famiglia Matarrese
resiste al timone, ma i passeggeri della nave sono sbarcati già da
tempo. L’astronave “San Nicola”, faraonico spreco di fine
anni ’80, è un deserto quasi paragonabile al “Delle
Alpi”. Si riempiva solo per il “Trofeo Moretti”. Ora il
torneo estivo si è trasferito a Napoli. E le notti magiche di Italia
’90 sono sempre più lontane.

MATARRESE VATTENE – I tifosi del Bari continuano a chiedere senza
remore il cambio al vertice della società. Un nuovo presidente che
riporti la squadra ai fasti di un tempo e che faccia dimenticare questi ultimi
cinque anni di delusioni, vivacchiati in serie B. I progetti, effettivamente, non
sembrano lasciare molte speranze. La squadra è affidata a un bravo ma
giovane tecnico, artefice del grande campionato di C1 della Viterbese
nell’anno della promozione del Catanzaro.

GIOVENTÙ BARESE – A Carboni è stato affidato un manipoli di
giovani emergenti (l’unico giocatore sopra i 30 anni è Brioschi) da plasmare. Alcuni arrivano proprio da quella Viterbese che due anni fa in C1 si arrese solo nella finale
play-off di Crotone, stesa da una doppietta di Vantaggiato, dopo averla
raggiunta anche grazie ai gol di Santoruvo e
Sibilano. Tre dei principali protagonisti di questo Bari, destinato a crescere
ma assillato dalla pressione di una piazza difficile.

PUGLIESI DOC – La coppia che deve fare dimenticare Gionatha Spinesi e Davide Dionigi
è formata proprio da Santoruvo e Vantaggiato,
entrambi protagonisti negli ultimi due anni contro il Catanzaro. L’ex crotonese segnò un gol splendido nel derby
d’andata della passata stagione, spianando la strada al pareggio dei
rosso-blu. Santoruvo ha punito i giallorossi
due anni fa a Viterbo, poche ore dopo il black-out che aveva lasciato al buio
l’Italia, e l’anno scorso ha pareggiato allo scadere il gol di Myrtaj. Alle spalle del duo titolare solo un paio di
ventenni, il camerunese Maah e Romanelli,
oltre al talento fragile di Luigi Anaclerio.

UNA ROSA LIMITATA – Anche gli altri reparti non sembrano coperti a
sufficienza, specie in un momento fisico precario. In difesa non ci sono
più un paio di ricambi validi come Doudou e
Bianconi. Il resto della squadra è praticamente invariato rispetto allo
scorso, deludente campionato. Le chiavi del centrocampo sono sempre affidate a Gazzi, altro ex Viterbese esploso
con Carboni. In difesa si attende la definitiva consacrazione del baby Micolucci, mentre i soliti Bellavista, Scaglia e La Vista
coprono grazie al loro eclettismo i buchi lasciati dagli infortuni.

PROBLEMI TATTICI –  Anche
contro il Catanzaro, sarà emergenza. Carboni è costretto a
rinunciare a Gazzi (squalificato) ed è alle
prese con tanti acciacchi. La vittoria sulla Cremonese ha segnato
un’inversione di tendenza nelle idee tattiche del tecnico. Convinto
fautore del 4-4-2, sabato scorso si è affidato al 3-5-2 (peraltro
già utilizzato nella passata stagione) senza risultati esaltanti in
termini di gioco. La vittoria di misura è arrivata grazie a un gol di Santoruvo, ma la squadra non ha convinto. Il gioco ha
subito un’involuzione rispetto alle precedenti prestazioni, lasciando
anche pesanti strascichi nell’infermeria barese.   

PROBLEMI FISICI – Esposito è uscito per un infortunio di lieve
entità. Bellavista ha una fastidiosa tendinite. Sibilano e il croato Rajcic sono ancora malconci. Goretti
non ha giocato l’amichevole infrasettimanale col Bisceglie
per un fastidio al ginocchio. La sensazione è che Carboni proverà
a recuperare almeno uno degli infortunati in difesa, tornando al 4-4-2. Se Goretti non dovesse recuperare, a centrocampo Carrus (sette gol l’anno scorso, già due in
sole sette partite in questa stagione) sarà affiancato da Berardi, altro giovane allievo del tecnico a Viterbo, un
po’ arrugginito dalla panchina. Qualche acciacco anche per i due
attaccanti che però saranno regolarmente in campo. In difesa potrebbe
rientrare Brioschi a destra, con Esposito o Sibilano
accanto a Micolucci e Michele Anaclerio
o Mora a sinistra. Sulle fasce di centrocampo spingeranno La Vista e il furetto
Scaglia. Difficile che Carboni rischi capitan Bellavista.

TRE VITTORIE SCACCIACRISI – Dopo i sofferti successi con Atalanta
e Vicenza, la terza vittoria casalinga consecutiva sulla Cremonese ha dato
continuità e respiro alla classifica del Bari, finora deficitario in
trasferta dove ha centrato solo tre dei suoi 17 punti (tre pareggi, altrettante
sconfitte), ma dove, comunque, ha segnato in media un gol a partita (a secco
solo nello 0-0 di Torino). 

TABÙ “CERAVOLO” – Un ruolino di marcia che i pugliesi vorrebbero
migliorare a partire da Catanzaro, campo da sempre ostico. L’unico
successo esterno del Bari sui giallo-rossi risale all’ultimo
dell’anno 1977, ottenuto però sul neutro di Reggio Calabria. Una
doppietta di Penzo e un gol di Scarrone
resero vane le segnature di Palanca e Nicolini. Negli
altri 14 precedenti, 12 dei quali in serie B, il risultato più frequente
è stato il pareggio. Il Catanzaro si è imposto sei volte, quasi
sempre di misura tranne che nel maggio del 1962: finì 3-0 con i gol di Raise, Micelli e Rambone. L’anno scorso vinsero i giallo-rossi con un
gol di Benny Carbone, dopo che Carrus
aveva pareggiato su rigore il vantaggio di Corona. Gli altri successi sono
griffati Dapas, Braca, Ferrari
e Mammì. Proprio Mammì
è la bestia nera del Bari da quel magico 1971: un mese e mezzo dopo il
gol-partita segnato in campionato al “Militare”, con uno storico
colpo di testa regalò al Catanzaro la promozione nello spareggio di
Napoli, beffando il Bari a nove minuti dalla fine.

PROBABILE FORMAZIONE (4-4-2): Gillet; Brioschi, Sibilano
(Esposito), Micolucci, Anaclerio
M.; La Vista, Berardi, Carrus,
Scaglia; Vantaggiato, Santoruvo. All.:
Carboni.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

Autore

Redazione

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