Occhi sul Prato e Forza Catanzaro!

Sensazioni e stati d’animo prima della gara di oggi

Venerdì scorso è andato forse in scena l’ultimo atto della commedia più seguita a Catanzaro e dintorni nelle ultime settimane: la paventata cessione delle quote fra i due gruppi al fine di costituire una proprietà totalitaria e indiscussa in luogo della preesistente situazione fatta di una maggioranza regnante a periodi alterni per motivi ai più oscuri. Su ciò che sarebbe successo oramai si rincorrevano in città e oltre il Sansinato le ipotesi più fantasiose (si parlava perfino di facoltosissimi imprenditori più o meno Noti pronti a subentrare nell’US facendo un sol boccone di vecchi e nuovi azionisti, di rinnovate mire da azionista di riferimento di Nino Princi, di un Mirante che con una piccola quota azionaria avrebbe fatto da spartiacque fra i due paritetici gruppi antagonisti e dunque da padrone di fatto delle assemblee del sodalizio ma con l’investitura di Procopio come Presidente).
Ciò che in realtà è successo nelle segretissime stanze di un commercialista di Catanzaro sala è poi stato rivelato ai pochissimi presenti dai protagonisti via via usciti alla spicciolata dall’incontro e sancito da uno scarno comunicato ufficiale sul sito ufficiale: “Da pochi minuti il gruppo Parente, Poggi, Mirante ha rilevato il 46% delle azioni dell’U.S. Catanzaro facenti capo ai signori Princi e Procopio.
Pertanto il 100% del pacchetto azionario dell’U.S. Catanzaro è detenuto dal gruppo Parente, Poggi, Mirante”.

Il colpo di scena, già ampiamente anticipato nelle ore precedenti dalle voci di qualche bene informato e soprattutto dalla fin troppo emblematica assenza di molti pezzi di tifo organizzato dal proscenio della madre di tutte le trattative, si concretizzava in serata e vedeva il gruppo Parente-Poggi-Mirante assumere la totalità delle azioni dell’U.S. Catanzaro S.P.A. e il gruppo Princi-Procopio lasciare sportivamente la scena a chi aveva messo sul piatto della bilancia una quantità di denaro ed una voglia di guidare la società superiore a quella da loro dimostrata. Come sia andata veramente in questa settimana da commedia all’Italiana e cosa sia davvero successo nel finale di scena di venerdì non è dato a noi comuni mortali poter sapere, e né possiamo prevedere oggi quello che succederà domani. La verità è puttana, e va con chi vuole. Nessuno potrà più vantare gli alibi di ieri, da oggi si guarda solo al campo. Finalmente si rimette il codice civile nel cassetto e si va allo stadio. Anche Lei Dott. Parente, che vari richiami ha fatto in passato al codice e ai principi contabili, potrà concentrarsi di più e meglio sulla gestione umana e tecnica di un gruppo con molti problemi. Non è più il Presidente ostaggio di una maggioranza non abbastanza forte da non poter esser messa in discussione, e il tempo delle assemblee è finito. Si passa al campo, al prato verde, e Lei è il responsabile di ciò che si vede al sabato. O al lunedì…

L’ingombrante socio Princi con le sue velleità da uomo di calcio e i suoi tanti, tantissimi errori è forse già sulla strada del ritorno, lontanissimo da Via Lombardi. Questo per Lei dovrebbe rappresentare qualche problema in meno e molte responsabilità in più. Il sig. Procopio non è al suo posto, nella scrivania più importante di Via Lombardi. Da oggi può lavorare con più serenità.
Anche il Dott. Poggi, autore in passato di una indiscutibile operazione simpatia allorquando prese in mano il Catanzaro e lo avvicinò a colpi di morzellate ed sms ai catanzaresi, vorrei fosse con la sua affabilità il simbolo di una rinascita e non della farsa a trentadue denti a cui abbiamo assistito fino ad oggi. Io ci avevo creduto, oggi ci credo di meno ma vorrei ricominciare. In fondo, sognare era bellissimo, e Max sapeva farci sognare. Ma oggi servono rinforzi, stabilità nello spogliatoio e punti, tanti punti. Tralasciando discorsi altrettanto importanti come stadio e biglietti per chi va in trasferta che sarà il caso di approfondire in seguito.

L’ottimismo sarà pure il profumo della vita ma poi quando ti ritrovi sempre a veder festeggiare gli altri e non capisci perché sei passato dal sogno alla farsa in più atti veder ridere ti fa un po’ girare i testicoli. Siamo sull’orlo di una crisi di nervi e dopo aver visto sul prato del Ceravolo bovini e suini di vario genere vorremmo riconquistare un briciolo di dignità.

Gli alibi sono finiti anche per i signori Martino e Buso. Al primo vorrei ricordare che a Catanzaro non è il primo anno che si gioca al calcio (e neanche l’ultimo, vogliamo sperare) e che la nostra piazza merita tanta considerazione. A me interessa più la tradizione calcistica di Catanzaro che non i suoi sbandierati 30 anni di carriera che non vuole rovinare. Se ritiene di aver allestito una formazione competitiva, faccia quadrato attorno ad essa. Se ha individuato delle cellule malate le estirpi ma per carità si faccia dare i soldi per sostituirle, che una rosa così corta in serie B non si ricorda dai tempi di Brondi e Panero. E se la rosa non fosse da Lei ritenuta all’altezza perché fatta con pochi spiccioli, non avrà che da dimettersi o alzare la voce. La ascolteranno, ora che le beghe societarie sono risolte.

Mister Buso finora ha lavorato con una rosa insufficiente. Migliorarla servirà anche a poter dare un giudizio più sereno e obiettivo sul suo operato. A tutt’oggi, giudicarlo non è facile e non sarebbe onesto, ma metterlo nelle migliori condizioni di lavorare vorrà dire poterlo fare. E sarebbe anche ora…

Quello che possiamo e dobbiamo fare in questo lunedì 17 ottobre anno di grazia (se Dio vuole) 2005 è partire da quel comunicato della società e, per una volta, lasciarci alle spalle una stagione di veleni, bugie e contraddizioni e tifare per il Catanzaro, con tutto il fiato che abbiamo in gola. Perché ora nessuno può più accampare scusanti.

Con la speranza che un successo sportivo possa spazzare via tutto il nervosismo che ha contagiato in questi ultimi mesi tutto l’ambiente Catanzaro, e con gli occhi fissi sul prato del Ceravolo, torniamo a parlare solo di calcio. Perché la felicità, come titolava la biografia di un vecchio portiere*, è solo sul prato…

Giannantonio Cuomo

*Nota: No, non Manitta… Tony Harald Schumacher, indimenticato guardiapali tedesco negli anni 70-80

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Redazione

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