Notizie

IL SENSO DI UNA SVOLTA SOCIETARIA

L’editoriale di Francesco Ceniti

La tanto attesa svolta societaria è arrivata. Certo, la ratifica ci sarà il 28 ottobre, quando i cinque soci si ritroveranno per la programmata assemblea che sancirà l’uscita di scena della coppia Princi-Procopio. In teoria fino a quel giorno tutto può accadere, ma noi vogliamo credere che sia finalmente iniziata una nuova stagione all’interno della dirigenza giallorossa. Cesare Zavattini diceva: “Vorrei vivere in un Paese dove buongiorno vuol dire buongiorno”. Noi molto più prosaicamente speriamo di poter sostenere “una società che si comporti da società”. Qualcuno ci ha dipinto come il diavolo, forse non accorgendosi di cadere nel ridicolo. Abbiamo a cuore le sorti del Catanzaro, questo sì. E proprio per questa ragione avevamo alzato la voce: uno dei due gruppi doveva lasciare spazio all’altro. Così, per fortuna, è stato. L’impasse è durato fin troppo ed ha penalizzato in modo evidente la squadra, costringendo il Catanzaro a ritrovarsi di nuovo ultimo in classifica. Comunque, meglio tardi che mai. L’accordo trovato lo scorso venerdì elimina le tossine interne e non intacca le casse societarie. Princi e Procopio come buonuscita riceveranno circa due milioni di euro (la metà di quanto avevano versato al loro ingresso), ma soprattutto il pagamento avverrà nei prossimi 24 mesi. E’ di sicuro un bel modo per abbandonare la nave: evitando di lasciarla piena di falle. Per questa ragione ringraziamo Princi, più volte attaccato (a ragione) per le sue pretese da novello Moggi e (a torto) per le sue origini reggine da qualche tifoso, dimenticando che la serie B conquistata porta anche il suo marchio. Nello stesso tempo il distacco non lo consideriamo un’occasione persa: il suo carattere lo avrebbe portato a scelte impulsive. In altre parole: difficilmente si sarebbe fatto ingabbiare in un ruolo di semplice azionista.
Un insegnamento che dovrebbero tenere a mente i tre soci rimasti in sella. A loro va il nostro sostegno: rappresentano il Catanzaro, vanno aiutati e incoraggiati. Sempre. Anche loro, però, devono fare lo stesso. Evitare di frequentare gli spogliatoi come il gabinetto di casa propria, accettare le critiche senza soffrire della sindrome da accerchiamento, recuperare il rapporto con i tifosi (specie quelli più lontani), maggiore attenzione nelle varie iniziative (biglietti, abbonamenti, marketing) e soprattutto riallacciare i rapporti con la grande comunicazione (compito dell’ufficio stampa e non dei singoli soci). Sono solo alcune cose lasciate a se stesse negli ultimi mesi e che una società forte, con programmi ambiziosi, deve tenere sotto controllo.
Abbiamo battuto il tasto della solidità economica. Parente è una persona misurata e sa bene quali siano i suoi limiti. Non ci stupiamo, quindi, che all’indomani della svolta societaria abbia aperto le porte a nuovi soci. Non avere i miliardi di Abramovich non è una colpa. Lo diventa se invece si continua a negare l’evidenza con pervicace insistenza: l’ultima campagna acquisti è stata fatta con quello che passava il convento (fermo restando che anche nel mercato degli svincolati o in quello dei prestiti si poteva pescare meglio). Ci pare che la dichiarazione del presidente giallorosso sia un’apertura importante. E qui facciamo un passo indietro. Non ci siamo dimenticati di Saverio Procopio. Lo abbiamo saltato volutamente. In questi mesi abbiamo imparato a conoscere meglio il suo equilibrio, ma soprattutto l’entusiasmo con cui ha vissuto l’avventura nel Catanzaro. E’ un imprenditore catanzarese, tifosissimo del Catanzaro, con voglia d’investire capitali nella squadra del cuore. Non tutti hanno compreso perché sia uscito anche lui. Si chiama correttezza: era entrato con Princi ed era giusto andare via insieme. La nostra speranza è che si possa recuperarlo e siamo convinti che questa sia anche l’intenzione dell’attuale maggioranza. Se poi in città ci sono altri imprenditori pronti a sostenere la società, si diano una mossa: di chiacchiere siamo stufi.
Il futuro del Catanzaro, però, passa soprattutto dal campo. Domani si gioca una partita delicata: è inutile fare appelli alla tifoseria che in questi mesi è stata l’unica a non tradire. Piuttosto ci aspettiamo delle risposte dalla squadra: non è più tempo di nascondersi dietro le difficoltà. La svolta societaria darà i suoi frutti solo se arriveranno i risultati. Altrimenti le polemiche ritorneranno a dilaniare il Catanzaro. Come nella passata stagione, quando con la squadra ben lontana dalla zona retrocessione qualcuno ha pensato bene di scatenare la rivoluzione dopo la sconfitta di Vicenza. Vorremmo non ripetere l’esperienza. Chiediamo troppo?

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento