PETRUSINU – La proposta di una statua in onore di Carlo V

Ogni città, ogni comunità ha un proprio gonfalone
con un proprio simbolo, quasi sempre legato ad un fatto ad un avvenimento che
ha segnato le sorti di quel comune. Così è per la nostra amata
città che ha un emblema che non ha eguali per importanza e prestigio,
degno solo di grandi capitali.

Infatti, quando l’imperatore Carlo V divenne re di Napoli,
Catanzaro dimostro’ esplicitamente la fedeltà alla corona contro le inferenze
dei francesi che nel 1528 comandati da Simone dei Teobaldi, inviato dal generale
Lautrec, con un esercito di circa 30.000 uomini avanzò verso la capitale
del Regno, che venne occupata ed assoggettata con un’azione rapida e incontrastata.
Il viceré Don Pedro D’Alarcon Mendoza scappò da Napoli e si rifugiò
prima a Castrovillari, ospite del duca don Ferrante Spinelli, quindi a Catanzaro,
ritenuta più sicura sia per la maggiore distanza da Napoli, sia perché
il castello della provincia calabrese veniva considerato inespugnabile. A Catanzaro
arrivarono, così, oltre al viceré, tutte le forze di difesa spagnole
e numerosi cavalieri e feudatari calabresi fedeli all’imperatore Carlo V, che
con i loro contingenti andarono ad ingrandire l’esercito imperiale che raggiunse
il numero di 11.000 uomini. La difesa di Catanzaro venne organizzata ripartendo
la città in dieci presidi, ciascuno dei quali venne assegnato ad uno
dei nobili che prendevano parte alle operazioni militari. Fra i difensori della
città si distinsero Don Ferrante Spinelli, Don Alfonso Sanseverino, Ferrante
Bisballis, il conte di Simeri, il capitano governatore della città Fernando
Mazza e tanti altri.

L’assediò durò quattro mesi la città,
ma alla fine i catanzaresi ne uscirono vittoriosi.

Lo stesso Imperatore definì la città “Magnifica
et Fidelissima” e concesse l’altissimo onore dello stemma imperiale dell’aquila
reale con il motto “sanguinis effusione “(in sostituzione del telaio,
precedente simbolo delle attività artigianali della popolazione) il gonfalone
della città tuttora riporta lo stemma dell’aquila reale ed il motto imperiale,
unitamente ai tre colli su cui giace la città.

Nel 1595, Filippo I° la eresse capoluogo della Calabria
ulteriore, insediandovi la R. udienza.

Ci sembra quindi giunto il momento di rendere onore ai nostri
avi, che con grande orgoglio e con immenso coraggio uscirono vittoriosi da una
così grande ed importante battaglia, infatti non capiamo come mai una
città con una storia importante e secolare come la nostra, ancora non
ha eretto un monumento in onore di un emblema che rappresenta la catanzaresità.

Vorremmo quindi che nella riqualificazione di corso Mazzini
e più precisamente a piazza Prefettura venga collocata una splendida
fontana su cui erigere la statua equestre dell’imperatore Carlo V°
(cioè colui che concesse questo importante titolo a Catanzaro) ed alle
sue spalle una grande colonna su cui possa svettare l’aquila imperiale.

Chiediamo quindi ai nostri amministratori di sposare questa
causa per rendere il giusto riconoscimento ad un popolo fiero ed orgoglioso
a cui anche un grande imperatore dovette stima e riconoscenza. Siamo sicuri
che solo con il recupero della millenaria storia di Catanzaro, si renderanno
le nuove generazioni fiere e orgogliose di essere catanzaresi.

ASSOCIAZIONE CULTURALE
PETRUSINU OGNI MINESTRA

Autore

Massimiliano Raffaele

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