Serie B…evute per Verona Catanzaro.

In viaggio con Nicolò Ditta

Se volessimo descrivere Verona potremmo parlare di Romeo e Giulietta, potremmo parlare di Piazza Brà e Piazza delle Erbe, potremmo parlare dello stile “romano” dei suoi monumenti, del Festivalbar che ogni anno consegna alla memoria la “canzone dell’estate”.

Anche se si tratta di un ricordo effimero che dura lo spazio di un’estate. Ma in quel momento, in quell’estate la canzone vincitrice sarà una sorta di colonna sonora che ci accompagnerà tutto il giorno e tutte le notti.
Una gioia effimera, caduca, passeggera, ma che segnerà comunque per sempre la nostra vita.
Il vino a Verona è così. Impetuoso e avvolgente al primo impatto, ti stordisce con la sua potenza e irruenza, ma alla fine del sorso ti lascia un po’ brillo, con i riflessi annebbiati, quasi non ti fossi reso conto del tuo nuovo stato. Unico indizio, un sorriso sereno che segna il tuo viso.

E di sorrisi in faccia ai veronesi se ne vedono tanti, quasi avessero bevuto tutti già alle 8 di mattina.
Ma i veronesi sono così, lo dice pure il proverbio, “padovani gran dottori, veneziani gran signori, vicentini magnagatti (come il nostro ospite Alberto) veronesi tutti matti.
Il veronese ama vivere così la sua vita sociale, una serata di fronte a un bicchiere di Amarone, una piccola selezione di salumi e formaggi, e gli amici con cui scherzare. Tanti sono i locali che hanno il vino come protagonista.

Immaginiamo allora una serata in uno di questi locali, fuori il freddo si fa sentire e una minestra calda è quello che ci vuole. Ovvio pensare a una pasta e fagioli quasi piatto nazionale dei veneti.

Splendidi fagioli borlotti, tagliatelle all’uovo, lardo, carota, cipolla, una costa di sedano, olio extra vergine d’oliva, sale e pepe.
Senza fare soffitti o altro si coprono i fagioli con acqua e si unisce carota cipolla lardo e sale.
A cottura ultimata si avrà un brodo denso e fumante. Per renderlo ancora un po’ più denso si possono passare al setaccio una parte dei fagioli riducendoli in purea. Si unirà la pasta e si lascerà cuocere per qualche minuto.
Il piatto si condirà con una piccola fettina di lardo e un filo di olio extra-vergine d’oliva.
Piccolo consiglio è quello di unire anche un paio di pomodori tagliati a spicchi che daranno una nota di colore e mettere il sedano solo alla fine per dare un tocco di fresco sapore al piatto.

Compagno ideale di viaggio più che il nobile ma inarrivabile (come prezzo) Amarone è un altrettanto splendido ma sicuramente più abbordabile Valpolicella. Una sorta di fratello minore dell’Amarone. Che viene dalle stesse uve (Corvina Rondinella e Molinara) ma che non subisce l’appassimento che caratterizza l’Amarone.

Questo è il primo. Come secondo, vista l’informalità della serata uno splendido piatto di salumi e formaggi accompagnati, questa volta sì, dall’Amarone. Il superbo e sublime.
Finiamo con i Baicoli e un bel bicchiere di Recioto di Soave, un vino dolce che viene fatto dalle uve della zona del Soave (Garganega e Trebbiano) a cui viene tagliata la parte bassa del grappolo, lasciando solo le spalle dello stesso (le “recie” o “orecchie” appunto).
La cena è finita.

È stata breve? Forse, ma le cose belle durano poco, hanno nella loro brevità tutta la loro essenza, tutto il loro significato. Il ricordo che lasciano, però ci accompagnerà per sempre

Ma ora brindiamo!

In alto i calici e buona Serie B…evute

Nicolò Ditta

Per informazioni, critiche, richieste e suggerimenti, tranne soldi o bottiglie di vino scrivetemi pure a uctrapani@uscatanzaro.net

Autore

Redazione

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