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Catanzaro-Igea Virtus 0-0: la sintesi della gara

Catanzaro sprecone, Igea coriacea, arbitraggio scandaloso.

Metti un Catanzaro un po’ sottotono rispetto alle recenti apparizioni, metti
un’Igea Virtus che anziché giocare al calcio strattona, spintona, sgambetta,
perde tempo, metti l’arbitro più scarso visto al “Ceravolo”
in questa stagione ed eccoti servito Catanzaro-Igea Virtus 0-0. Pubblico delle
grandi occasioni, ma che delusione la curva est! Si attendevano 200 tifosi al
seguito della formazione peloritana, ne saranno arrivati si e no una ventina:
ci chiediamo, nel nostro intimo, che diritto abbiano a reclamare la C1.
Nel catino del “Ceravolo” di fronte ad 8.000 spettatori trepidanti
scendono in campo le due squadre, avvolte nella nebbia giallorossa dei fumogeni
della “Massimo Capraro”. Da mozzare il fiato. Dellisanti schiera in
campo Gentili, Milone, Corazzini, Ciardiello, Pastore, Ascoli, Ambrosino, Ferrigno,
Falco, Basile e Moscelli. Foti risponde con Monaco, Occhipinti, Alizzi, Aiello,
La Spada, Incrivaglia, Panarello, Passalacqua, Semplice, Caserta eMillesi.
Pronti via ed è subito il Catanzaro a farsi pericoloso con Falco che
recupera una palla carambolata sul corpo di un paio di avversari, ma quando
tenta di approfittarne è bravo Monaco a chiudere in disperata uscita.
All’8′ replica l’Igea: passaggio smarcante di Caserta per Millesi che se ne
va sulla fascia destra, entra in area e tira una gran botta che Gentili riesce
a deviare in angolo. Al 18′ viene ammonito Pastore per aver atterrato Semplice
che gli era sfuggito in contropiede e si stava involando a rete. Al 31′ è
ancora Semplice che tenta l’incursione ma il suo tiro viene deviato in angolo
dalla difesa. Al 38′ prodezza di Ferrigno che tira una gran botta di testa:
sembrava imparabile, ma Monaco riesce a salvarsi in angolo. Al 42′ angolo per
il Catanzaro, colpo di testa di Moscelli e Corazzini, solo a due passi dal Monaco
manda la palla tra le mani dell’estremo difensore siciliano. Tutti negli spogliatoi.

L’intervallo regala emozioni in curva: botte da orbi tra alcuni Ultras e qualche
tifoso che pare non gradisse le bandiere sventolare, forse gli oscuravano la
visuale… Morale della favola: chi vuole vedere la partita seduto e tranquillo
vada in tribuna o ai distinti se crede: in curva si tifa e si sventolano le
bandiere. Chi non è abituato, stia a casa a vedere “Domenica in”,
come al solito. Scusate il fuori tema.
Inizia il secondo tempo e l’Igea smette di giocare, chiudendosi bene in difesa.
Per il Catanzaro è un monologo. Al 5′ l’occasionissima è sui piedi
di Falco: Ferrigno serve una palla d’oro, anzi di platino, al centravanti che
solo in area di rigore, ad un metro dalla linea di porta, a cinque metri dalla
recinzione della curva ovest, si aggiusta il pallone, tira violentemente, ma
il pallone finisce a lato del secondo palo. Non è possibile! L’urlo del
gol si strozza in gola agli spettatori increduli. Due minuti più tardi
angolo di Ascoli, bel colpo di testa di Moscelli, ma Monaco compie un altro
miracolo e devia in angolo. Al 20′ episodio contestatissimo: cross in area di
Ferrigno, fallo di mani di Aiello (avremmo voluto scrivere “Aiello para”,
ma sarebbe difficile spiegare…), tutto avviene sotto gli occhi dell’arbitro
che prima fa proseguire come se nulla fosse, poi aggiunge la beffa al danno
ammonendo Ferrigno per proteste. L’ultima vera azione pericolosa dell’incontro
vede protagonista al 31′ Falco, che, servito da Corazzini in area, tenta il
numero con una rovesciata, ma prende male le misure e spara alto. L’innesto
di Bertuccelli al 34′ al posto di Ambrosino non cambia di una virgola il leit-motiv
dell’incontro. Da segnalare la direzione scandalosa di tale Sacco da Civitavecchia,
che pareva fosse orbo quando i siciliani picchiavano duro i giocatori catanzaresi,
ma bastava che questi ultimi starnutissero senza permesso, che via a sventolare
cartellini gialli. Il clamoroso fallo da rigore non rilevato ha rappresentato
soltanto la ciliegina sulla torta per una conduzione di gara indegna di una
serie professionistica.

Autore

God

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