Bar Mangialavori

Il giorno del giudizio

Nel Paese dei balocchi, in attesa del verdetto
di Giuseppe Mangialavori

Il Paese dei balocchi. Non si tratta dell’idea di Collodi, non c’è nessun burattino di legno con nasino allungabile. C’è un Popolo, quello italiano (sportivo e non), c’è un Paese dove divisione dei poteri, gradi di giudizio ecc. ecc. sono cose che si studiano solo all’Università. Stupidi strumenti per bocciare aspiranti Dott. Avv. e così via.

Il Paese che dopo essere stato faro di Diritto per tutto il mondo, traduce le forme contrattuali infettandole con gli oramai inflazionati ”ing” . Chi non conosce l’inglese giuridico? A casa! In un Paese dove la giustizia è solo un optional e le teorie montesquiane avrebbero trovato facile applicazione, spunta in più la “giustizia sportiva”. Cos’è questo oscuro oggetto non meglio identificato?

Mah! Dipende.
Telegiornali e allenatori mondonichiani da una settimana si agitano ricordando a tutti che al massimo lunedì 8 agosto 2005, sarà decretato il destino del più vecchio club italiano: il Genoa! Tutti a dire come nel famoso film con Troisi e Benigni,:”ricordati che devi morire”.

E allora si punta il dito sulla Magistratura della CAF che emula gli studenti che in tenera età si scambiavano amorevoli pensieri utilizzando i famigerati “bigliettini” senza peraltro preoccuparsi di parlare dei ”bigliettoni” trovati nella valigetta direzione “gondola”. Un tempo nella cosiddetta “prima Repubblica” si utilizzavano le bustarelle, ma ora siamo nel terzo millennio! Buon Dio! Meglio le valigette! Anche perché le bustarelle non sono più sufficienti a contenere tanto!

Ma quelle sono bazzecole. Se qualche tifoso del Genoa avesse telefonato al portierone lagunare pregandolo di favorire il Grifone, allora si! Quella si che sarebbe stata una gran bella prova di colpevolezza…! Ma trovare solo 250.000,00 euro in una valigetta e registrare telefonate del massimo responsabile della Società, quello no. Non si può fare e, ammesso che si provino certe cose, tutto ciò non potrà mai avere la gravità di una telefonatine come quella che condannò l’U.S. Catanzaro a 14 anni di inferno.

Allora i supporters giallorossi non bloccarono traghetti, non occuparono stazioni, non ci fu un solo, ma uno solo dei grandi politici catanzaresi che si affannò (vedi Biondi) a proferir verbo. Qualche timido tentativo si. Qualche starnuto alla pari di una vecchia Fiat 500 che dopo i primi sussulti si arrende alla ruggine che blocca i propri ingranaggi e si riaccomoda polverosa e con le ruote semi-sgonfie nel proprio “vecchio” parcheggio. Ma nulla più.

Nella scorsa settimana abbiamo assistito alla rivoluzione di Messina, ridestatasi dalle ceneri delle rivoluzioni del 1670 contro i viceregni spagnoli! E il TAR del Lazio? Che esempio per gli studenti di Diritto Amministrativo. Se all’esame andassero a riferire prendendo ad esempio l’operato dei Giudici del TAR gli anni fuori corso, non finirebbero mai!
In tutto questo (passatemi il termine) casino targato Italia, è lecito prevedere o sperare nella giustizia? Badate bene il mio dire “amaro” non è dovuto al fatto che l’U.S. Catanzaro sia parte interessata, purtroppo i fatti gridano da soli verità fino a poco tempo fa nascoste dall’ignavia del Paese della pasta asciutta.

Per non parlare della giornata di ieri. La domanda nasce spontanea: ma come avranno fatto i tifosi genoani a fare entrare sugli spalti un arsenale così imponente di “tricchetracche e bombe a mano”, quando a qualsivoglia tifoso giallorosso che si reca a vedere una partita, ci manca poco che non gli facciano una rettoscopia???????

Come la mettiamo con i TG che divulgano la notizia come “atto dovuto” e quasi come un “diritto” dei tifosi genoani? Come la mettiamo con le Forze del Disordine?
La partita viene sospesa e nessun giornalista (nessuno) si preoccupa di dire su quale risultato e a che minuto viene interrotta la gara contro il Catanzaro. Quisquiglie, sono solo quisquiglie. Corona & C. ritornano sotto la doccia e salutano i grifoncini di Torrente. Televideo RAI, e tutti i TG danno la notizia del lancio dei petardi come fosse un atto dovuto e tutti attendono con il fiato sospeso il verdetto dei magistrati monellacci che giochicchiano scrivendo frasi ingiuriose contro il povero(?) Preziosi. “Giochi” tutti italiani, giochi che appartengono al “Brutto Paese”.

Certo, con il fiato sospeso attende anche un’altra tifoseria speranzosa di “rimuovere” oltre che psicologicamente, anche nei fatti il peggiore campionato della storia dell’U.S. Catanzaro 1929, e non è dato a nessuno fare previsioni.

Una sola cosa è certa: tra CAF e Consiglio di Stato, questa settimana ne vedremo delle belle, ma la cosa che ci farà sempre piacere vedere è quel 1929 sullo scudetto dei nostri sogni. Sogni che né la CAF, né il Consiglio di Stato, né la malagiustizia made in Italy, né qualsivoglia campionato che andremo a disputare, ci potranno mai togliere.

Orgogliosi e fieri di essere Catanzaresi. In B o in C1, ovunque tu sia, Forza Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

Il giorno del giudizio

E’ attesa per questa mattina la sentenza della Commissione Disciplinare di serie C sul processo calcio-scommesse

Buongiorno Catanzaro! Il giorno che tutti aspettavamo è arrivato. Tra qualche ora la Commissione Disciplinare della Lega di C riunita a Firenze, leggerà una sentenza determinante per il futuro dell’Unione Sportiva Catanzaro 1929.

Un generale del calcio, Italo Pappa, e un egocentrico procuratore, Emidio Frascione, hanno accusato la nostra società, e in particolar modo il tesserato Pasquale Logiudice, di illecito sportivo chiedendo “nientepopòdimenoche” la revoca del titolo di vincitore della C1 girone B. Una frase lunga e tortuosa che potrebbe significare tante cose. La più ovvia sarebbe la retrocessione, o meglio ancora la non promozione del club giallorosso in B, ma di ipotesi se ne sono fatte e dette in quantità enormi: qualcuna probabile, qualcuna assurda, qualcun’altra anche un po’ ironica.

Fatto sta che un anno di sacrifici potrebbe finire polverizzato a causa di una banale telefonata che nessuno (a parte i Carabinieri che la hanno intercettata) ha mai sentito, che nessuno ha mai ricordato e che nessuno potrà mai valutare con il giusto raziocinio.

La ragione ci regala un po’ di tranquillità: non ci sarebbe il tempo per applicare l’eventuale retrocessione, il nostro caso è molto più “lieve” rispetto a quello di Modena e Chievo, l’arringa difensiva dell’avvocato Pittelli è stata eccezionale, i media nazionali hanno smontato l’intero processo già qualche giorno fa. Insomma, il Catanzaro dovrebbe dormire sonni tranquilli ma purtroppo la giustizia non è sempre uguale per tutti, e allora è bene guardarsi intorno e prepararsi comunque al peggio.

Il nervosismo in questi momenti raggiunge livelli un po’ troppo elevati e la nostra fantasia ci proietta negli occhi immagini che mai vedremo, scene di complotti ai nostri danni a dir poco assurde, tranelli e inganni targati NA che non potrebbero mai materializzarsi.
La sentenza dovrebbe essere soft nei nostri confronti, più leggera di quanto possiamo immaginare. Un punto di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato sarebbe già una mazzata assolutamente insostenibile dalla realtà dei fatti. Non esiste neanche una prova che possa in qualche modo indirizzare i giudici verso l’ipotesi dell’illecito anche soltanto tentato.

A decidere tutto sarà Salvatore Lombardo, presidente della Commissione Disciplinare di serie C, un uomo che nella sua vita ha fatto tante cose: ex arbitro, ex presidente dell’AIA nazionale, più volte sindaco di Marsala e anche candidato alla Camera dei Deputatati nella vecchia Lista Rutelli. Alla fine sarà lui a dire l’ultima parola, quella decisiva per le sorti del Catanzaro.

UsCatanzaro.net seguirà minuto per minuto le tappe della mattinata di oggi, aggiornando tempestivamente voi lettori su ogni importante novità riguardante il nostro amato Catanzaro.

Massimiliano Raffaele

Autore

Giuseppe Mangialavori

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