Carmelo Lo Guzzo arbitro internazionale di basket

Intervista al primo catanzarese internazionale

In un mondo difficile come quello dell’ arbitraggio, in cui non si fa altro che criticare e ingiuriare questa categoria senza la quale nessuna competizione sportiva può essere svolta correttamente, è interessante vedere come gli stessi arbitri cerchino di migliorarsi partita dopo partita in modo da arrivare grazie alla loro professionalità e competenza acquisita dopo tanti anni di sacrifici a traguardi molto prestigiosi.
E’ il caso di Carmelo Lo Guzzo, arbitro FIP di anni 34 e catanzarese di nascita, alla sua nona stagione nella massima serie del campionato italiano di pallacanestro, che giorno 10 giugno 2005 è stato nominato da una commissione internazionale, arbitro FIBA e avrà quindi la possibilità di dirigere le gare internazionali di pallacanestro. Lo Guzzo che ha iniziato a far parte del gruppo arbitri di Catanzaro prima di trasferirsi a Pisa nell’ottobre 1989. Giovanissimo, si è ben inserito dimostrandosi sempre in piena forma e ben preparato.
Abbandonata la carriera di giocatore, l’escalation alla serie A e avvenuta dopo un anno di C, due di B, due di B di eccellenza arbitrando diverse finali nei tornei giovanili, nonché diverse gare di play off a livello maschile e femminile con le massime soddisfazioni, al momento, raggiunte con una finale scudetto e una finale di Coppa Italia nel femminile e due semifinali scudetto nel maschile.
Riportiamo ora una breve intervista rilasciata dal neo arbitro internazionale.

Come si sente ad aver raggiunto il massimo che un arbitro può aspirare ed avere quindi la possibilità di calcare i più prestigiosi parquet di Europa e del resto del mondo?
Essere diventato internazionale è una grandissima soddisfazione, ma non può e non deve essere considerato il massimo. Se un giorno dovessi essere designato per le Olimpiadi, allora si che potrei dire di aver raggiunto il massimo. Sicuramente comunque sono contentissimo anche perché la nomina è arrivata nello stesso giorno della nascita di mio figlio Giulio. Sarà, per me, una data indimenticabile. Spero di esordire quanto prima in una qualsiasi gara internazionale, anche se il mio primario impegno è rivolto al campionato italiano, che è in assoluto uno dei migliori, se non il migliore, d’Europa. Spero di poter dirigere quanto prima una finale scudetto.

Cosa l’ha spinta a scegliere di diventare un arbitro di pallacanestro?
Giocavo e su spinta del mio allenatore, il mitico prof. Greco (zio Gori) mi sono iscritto al corso di Tecnico Regionale che consentiva sia la possibilità di arbitrare che quella di allenare. Iniziando ad arbitrare ho scoperto che mi piaceva e che, forse, non ero male. Sicuramente essere seguito e spronato da gente come Giuseppe Monizza (mio cugino), Sergio Brogneri, Fausto Coniglio, Elio Rinaldo, Pino Pipicelli, e dall’allora Presidente Regionale Putortì di Reggio Calabria, mi ha aiutato tantissimo. Arrivato a Pisa, poi ho conosciuto due “monumenti” del settore arbitrale quali Duranti e Vitolo e sicuramente anche questo mi ha dato tanto.

Lei è il primo catanzarese ad essere arrivato a questi livelli, cosa consiglia ai giovani che vogliono intraprendere una carriera difficile e travagliata come quella di un arbitro?
Fare l’arbitro è un modo diverso di fare sport, ma è sempre uno sport. L’importante è non pensare mai di doversi ergere a protagonista perché la gente paga il biglietto per vedere uno spettacolo. L’arbitro ha la fortuna di partecipare a questo spettacolo, ma non deve assolutamente pensare di diventare l’attore protagonista. Un arbitro che fa la sua parte con umiltà e con professionalità, arrivando ben preparato (fisicamente e mentalmente) alla direzione di qualsiasi gara, verrà sicuramente apprezzato da tutti anche quando, sicuramente, commetterà degli sbagli.

Un saluto a tutti gli utenti di UsCatanzaro.net con la speranza che le sorti della nostra squadra di calcio del cuore prendano una piega diversa e migliore di quella dell’ultima tragica annata.

Nicodemo Baffa

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Redazione

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