CRONACA – Annuncia il suicidio per telefono e si getta dal ”Pugliese”

da www.ilquotidianocalabria.it

Chiama la polizia prima di gettarsi dalla terrazza dell’ospedale Pugliese

L’uomo era stato ricoverato giorni fa a causa di un infarto

HA COMPOSTO il numero telefonico del 113 ed ha annunciato la sua volontà di uccidersi. Senza mezzi termini e senza tentennamenti. Trasformando una delle tante telefonate mattutine al centralino della sala operativa della Questura nella comunicazione di una tragedia.
Un suicidio annunciato. Con la freddezza di chi ha già fatto la sua scelta e non lascia a nessuno la possibilità di convincerlo a tornare indietro. Un dramma che si è trasformato in realtà ieri mattina, intorno alle 8, quando W.T., impiegato catanzarese di 56 anni, ha spiccato il suo salto nel vuoto.
A trovare il suo corpo, davanti all’ospedale Pugliese, sono stati gli agenti della polizia, che, ricevuta immediata comunicazione dalla centrale operativa, erano corsi sul posto a sirene spiegate nel tentativo di fermare il folle gesto. La loro corsa, però, è stata inutile. E si è scontrata contro una volontà troppo forte di farla finita. L’ansia di quell’uomo di porre fine alla propria vita, dopo tre giorni di ricovero presso il nosocomio cittadino.
Proprio nella struttura del Pugliese, infatti, era stato trasportato quattro giorni fa, dopo che era stato colto da un infarto. All’ospedale gli erano state prestate tutte le cure necessarie e ieri mattina si trovava in reparto, dal quale si è allontanato piuttosto presto. Intorno alle 8 la telefonata alla polizia e l’annuncio dell’imminente suicidio. Senza una spiegazione. Senza una possibilità di fare cambiare il corso delle cose. Lasciando aperta la porta delle supposizioni e delle congetture. Agli uomini della Questura, che giunti sul posto non hanno potuto fare altro che effettuare i rilievi del caso, toccherà infatti fare luce sull’inquietante episodio e capire quali sono stati i motivi che hanno spinto l’uomo al suicidio. Tra i suoi effetti personali pare sia stato trovato un biglietto, nel quale l’impiegato chiedeva scusa ai familiari del gesto che si apprestava a compiere.
W.T. non era sposato e, stando ai primi accertamenti, viveva con i genitori molto anziani.

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Redazione

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