CATANZARO-TREVISO 1-4: LA CRONACA

Dopo un primo tempo giocato alla pari le Aquile crollano nella ripresa con il Treviso che ha gioco facile e cala il poker. Buona comunque la prova del duo Corona-Myrtaj

CATANZARO – Il Catanzaro esce sconfitto dal secondo turno casalingo consecutivo. Un brutto Catanzaro, non quello che abbiamo visto nelle ultime partite, che ha forse pagato l’assenza di Ascoli, uomo fondamentale per l’equilibrio del centrocampo giallorosso. Anche la difesa ci è parsa insicura e in netta difficoltà quando lo sgusciante Reginaldo la metteva sul piano della velocità e serviva sulle fasce i vari Galeoto e Gallo. Gli unici che hanno raggiunto la sufficienza (forse l’hanno anche superata) nella “Caporetto” giallorossa sono Corona e Myrtaj che, soprattutto nella prima frazione hanno messo in mostra una buona intesa e hanno creato molte palle-gol.
Ma in fondo il Treviso, con molti titolari indisponibili, su tutti la “stella” Barreto, trascinato da uno straordinario Galeoto (peccato che non sia sceso in Calabria nel mercato di Gennaio) e da un onnipresente Bellotto ha dominato tutto il secondo tempo, portando meritatamente a casa tre punti.
Bolchi è costretto a schierare per varie ragioni una formazione largamente rimaneggiata, con la panchina che è composta da Vicari e da altri ragazzi della Primavera.
Primo tempo piacevole soprattutto perché, al contrario della ripresa, ci sono due squadre in campo e le occasioni fioccano da subito. Al 5’ velo di Myrtaj per Corona che dal limite calcia centrale con la palla che è facile preda di Ballotta. Al 10’ Bellotto da fuori trova un buco nella retroguardia calabrese e scaglia un tiro che sorprende Micillo e si insacca. La risposta del Catanzaro sta in un tiro da posizione angolata di Nocerino che sorvola la traversa. Al 21’ Reginaldo, servito da Galeoto, prova la magia di tacco, ma il suo tiro non ha fortuna. Le Aquile due minuti dopo raggiungono il meritato pareggio: c’è un cross dalla sinistra in area trevigiana con il pallone che si impenna e arriva a Corona, che si esibisce nella sua specialità, il tiro al volo. Ne viene fuori una bomba imparabile che Ballotta può solo osservare insaccarsi in rete. Al gol di Re Giorgio lo stadio urla di gioia, quasi come se avesse ritrovato l’entusiasmo dei bei tempi, poi durante la partita solo cori di incitamento per i giocatori, con qualche fischio per Micillo. Ma la festa dura solo pochi minuti. Già perché al 27’ Reginaldo innesca sulla fascia il velocissimo Galeoto che si invola sulla fascia e scaglia un tiro da posizione defilata che supera un insicuro Micillo. Prima della ripresa due coraggiosi tentativi di Pierotti e Pastore che non fruttano niente.
Nella ripresa c’è subito spazio per Vicari, che sostituisce Morabito e successivamente anche per il baby Salomone. Ma c’è un vertiginoso calo fisico delle Aquile, che non riescono ad arginare la manovra avversaria e non riescono a penetrare nella difesa guidata da Carrera. Così dopo soli due minuti il Treviso chiude i conti con un bellissimo tiro di Bellotto con Micillo che, un po’ troppo avanzato, non riesce ad intercettare la palla.
Al 67’ arriva il poker per i veneti: Reginaldo fugge via a Pastore che lo atterra in area: il signor Palanca non ha dubbi. È rigore, che Dall’Acqua trasforma. Il duo Myrtaj-Corona prova a rendere meno pesante il passivo, ma prima Ballotta e poi il palo negano rispettivamente all’albanese e a Re Giorgio la gioia del gol.

Pier Santo Gallo

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