Bar Mangialavori

Quando i bambini fanno oh….

Anche l’aritmetica condanna il Catanzaro alla C1
di Giuseppe Mangialavori

Sembrano trascorsi cinquant’ anni e invece solo dodici mesi orsono, il Catanzaro respirava aria di promozione, aria di serie B dopo ben quattordici anni!
Sabato sette maggio 2005 anche l’aritmetica ha decretato la retrocessione del Catanzaro in serie C1 e il tutto con ben cinque giornate di anticipo! Per ben cinque lunedì i tifosi del Magico dovranno “sopportare” un pesante asterisco sul nome da tutti amato, ad indicare che L’U.S. Catanzaro 1929 è retrocesso in C1. “Peccato! Di certo questa squadra non meritava la retrocessione – e ancora – auguriamo un pronto ritorno nel calcio che conta… ecc. ecc. “ . Prepariamoci a questa litania per i prossimi trentacinque giorni e a tutti gli sfottò malcelati dei conterranei.

Il campionato 2004/2005 è stato nefasto soprattutto perché porterà sempre con se lo strascico di un ambiente che si è ingrigito e di una Dirigenza che sembra si sia proprio sforzata per allontanare i tifosi di tutte le fasce d’età. Cinque minuti di serie B, cinque minuti di squallida notorietà per i narcisi di turno, cinque minuti di ebetaggine per gli “avvocati” che di volta, in volta si sono prodigati a difendere questo o quello con i teoremi della pasta asciutta, cinque minuti di serie B per i Presidenti, segretari, responsabili territoriali di una parte della tifoseria intenta più a ricoprire ruoli di prestigio (quale?) nell’organizzazione dell’oramai famigerato C.C.C.C., il cui acronimo ricorda più la serie che le aquile andranno a disputare il prossimo anno, che la ragione per la quale è nato.

Quindi? Tutti colpevoli, da coloro che hanno decretato con le loro squallide scelte la retrocessione, a coloro che , pur dovendo avere un ruolo di controllo si sono limitati a fare mielose riunioni senza alzare la voce o impuntarsi seriamente con chi di dovere.
Non vogliamo in questa sede cadere nell’errore di fare i giudici, come condanniamo senza appello alcuno, gli avvocatucoli da strapazzo di personaggi squallidi che hanno distrutto l’annata che volge al termine. Tre allenatori sulla panchina, ventiquattro punti, squadra costruita, smantellata, ricostruita con atleti arrivati con la formula del prestito che non hanno fatto in tempo ad arrivare a Catanzaro, che già sono stati restituiti al mittente. Tarallucci e vino a incorniciare il tutto e tifoseria intenta ad accapigliarsi per questo o quell’allenatore senza rendersi conto che la barca stava andando a fondo. Ma ammesso che i capitani… della stessa abbiano sbagliato inavvertitamente attracco al porto della B, non gli possono essere perdonati i modi con i quali è stata gestita la brevissima, amara esperienza. Non ci dilunghiamo nell’anamnesi del malato terminale, ma non si può fare finta che non sia successo nulla, anzi!

Il Catanzaro ritorna in serie C1 e con quali prospettive non è dato ancora saperlo o capirlo. A giugno, forse si capirà. Voci e pettegolezzi a decretare una situazione economica più che florida della Società, e le stesse voci a sentenziare che i soldi non ci sono e che se non fosse per Nino Princi…

Paradossalmente quest’ultimo, ultimamente (Perugia compreso) sta iniziando ad aprir bocca e a manifestare tutto il proprio disappunto ( e che disappunto…) nei confronti di tutti, proprio tutti nessuno escluso. Lo stesso Claudio Parente, tranne qualche fugace apparizione volta a quietare gli animi, non ha svolto il ruolo di Presidente agendo in maniera pilatesca con le proprie mani consumate per tutte le volte che ha dovuto provvedere a lavarsele… (e menomale che è il Presidente!!!), Procopio e Mirante hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco perché il loro ruolo lo esigeva. Quante (perdonateci il termine) schifezze abbiamo dovuto ingoiare! Rivoluzioni, epurazioni, professori analfabeti, giocatori in organico inutilizzati per stupide ripicche, il nome di Catanzaro sui quotidiani nazionali legato alla più assoluta negatività.

Questo lunedì è, permettetecelo, un lunedì “amaro” per chi crede ancora nel valore di una maglia sacra e nel valore dei colori che la impregnano. E’ pur vero che la Roma gioca con i colori della Pistoiese e l’Udinese con quelli del Palermo…! Anche nei riferimenti cromatici non si capisce più niente in un modo totalmente (è il caso di dirlo) “nel pallone”.
Il Catanzaro, forse è una delle poche squadre che quest’anno è scesa in campo con i propri colori. Noi aggiungiamo un laconico “purtroppo”, perché molti dei protagonisti non avrebbero assolutamente meritato di vestire il giallo ed il rosso delle aquile.
Noi vorremmo ritrovare l’entusiasmo scippatoci, vorremmo rivedere volti sereni, vorremmo vedere meno gente protesa a raccogliere applausi o consensi perché i numeri ottenuti non glielo permettono.

La cosa che ci auguriamo è ovviamente un pronto ritorno…ma, nel contempo, che i molti lecchini sparpagliati a destra e a manca, la finiscano nella pratica dell’antico hobby fantozziano. Gli interessi privati sono una cosa, il Catanzaro è un’altra. E’ una S.p.A. nella proprietà, ma è soprattutto una fede sacra che appartiene a tutti e va rispettata. Da questa testata, il sottoscritto non emulerà mai il formichiere o le chilometriche linguette che sono state complici inconsapevoli di questa retrocessione. Ci auguriamo che l’anno prossimo si possa parlare in modo diverso, che si possano elogiare le gesta di una Dirigenza che vince un campionato e di un Parente o di un Princi, Procopio, Mirante che raccolgono applausi e umilmente (cosa molto importante), continuano a fare il proprio dovere/piacere.

Nel volto corrucciato di Corona a Perugia nel dopo-gol, sta racchiusa tutta un’annata, nella voglia di giocare dei giovani, il futuro di un Popolo che ha sete di vittoria e di rivincita.

Per ora ringraziamo tutti coloro che l’anno scorso ci hanno permesso di vivere un sogno che quest’annata ha provveduto a riporre velocemente nel cassetto… insieme ai protagonisti, primi attori dello stesso sogno fugace.

Noi vorremmo tornare a fare “oh” con la stessa passione fanciullesca che si addice ai tifosi delle aquile, ma finchè i cretini fanno “boh”…, nulla può cambiare. Forza Catanzaro, tornerai a volare!

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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