Avversario di turno

Ciao Tardelli, bentornato Marino

Gli amaranto con l’acqua alla gola cercano punti-salvezza contro il Catanzaro

Continua
il tour della solidarietà del Catanzaro in giro
per la penisola. Incassati i tre gol di Pescara, l’armata Brancaleone di Bolchi è
pronta per affrontare l’Arezzo, su un campo che, nell’ultima
trasferta della scorsa stagione (per la finale di Supercoppa di C), vide una
giornata di festa tramutarsi in una lunga serie di diffide nei confronti dei ultras giallo-rossi. Dopo il
ritorno di Gasperini sulla panchina del Crotone e di Viscidi su quella del Vicenza, anche
l’Arezzo torna all’antico: dopo due mesi riecco Marino, profeta di
un calcio offensivo mai troppo apprezzato in terra toscana. Dopo Agostinelli e Bellotto, anche Tardelli ha esaurito il suo credito di tempo per riportare
l’Arezzo in una posizione più consona alle aspettative
dell’ambiente, lontano da quella zona calda che ha risucchiato i toscani
e le loro grandi ambizioni d’inizio stagione. Chissà perchè
a Piero Braglia questa seconda chance
non è stata concessa.

IL CAMPIONATO – Il patron dell’Arezzo
Piero
Mancini è un tipo molto ambizioso. Subito dopo la promozione dello scorso anno – ottenuta con largo
anticipo – acquistò prima della fine del campionato Gionatha Spinesi, bomber del
Bari, piazzando il colpo grosso prima che le altre società iniziassero
il mercato. La spesa proseguì con una serie di altri
arrivi, volti famosi (Amerini e Torricelli)
e giovani interessanti (Del Core, De Zerbi, Gentile, Sinigaglia). L’Arezzo ambiva insomma ad un campionato
tranquillo, strizzando l’occhiolino alla serie A via play-off,
soprattutto dopo le due vittorie iniziali. Invece il 3-4-3
di Marino non ha dato i frutti sperati, così come inutili si sono
rivelati gli innesti di gennaio. Ancora volti noti dalla massima serie: i centrali difensivi Mirko Conte, arrivato dal Messina dopo
gli anni doriani, e Gonnella, ex Atalanta
e Verona, il “vecchio” combattente Jimmy Maini, dai trascorsi importanti, ma famoso soprattutto per
aver negato con un suo gol in maglia leccese la serie
A al Cosenza. Anche l’arrivo di Tardelli non ha sortito gli effetti sperati: sette punti in sei partite,
due vittorie consecutive prima dell’inopinata sconfitta di Bergamo contro
l’Albinoleffe. L’esonero è
arrivato tuttavia non per motivi tecnici ma – pare – per screzi
personali tra il campione del mondo ’82 e il presidente Mancini. Una
telenovela che rischia di pesare su una classifica ormai allarmante.
Gli amaranto occupano il quartultimo posto, a quattro
punti dalla salvezza, ma anche alla stessa distanza dalla retrocessione diretta
(posizione ora occupata dal Crotone). Un contributo decisivo all’attuale
situazione è venuto dal gran numero di pareggi (ben 14), segno di una
difficoltà a chiudere le partite dovuta a
carenza di personalità. Che pure non dovrebbe
mancare visti gli uomini d’esperienza e un grande Spinesi,
capocannoniere della serie B con i suoi 18 gol.

LA SQUADRA – Dal punto di vista tattico, il caso-Arezzo è molto interessante. Marino ha da
subito provato il suo 3-4-3 con De Zerbi
trequartista alle spalle di Spinesi
e Abbruscato. Ma non ha dato
mai la sensazione di avere a disposizione gli uomini giusti per questo modulo e
per un campionato difficile come la serie B. Venuto meno De Zerbi,
Marino ha preferito ripiegare su un 4-4-2 classico,
molto simile a quello del suo successore Tardelli. L’ex
allenatore dell’Inter e dell’under 21 ha inserito nel suo scacchiere il greco Kyriazis, utilizzato in diverse posizioni, complici
infortuni e squalifiche. Nelle ultime gare Torricelli
è finito in panchina, con l’utilizzo in difesa di Pasqual a sinistra, Gonnella al centro, con Scotti e Conte ad
alternarsi sulla fascia destra. A centrocampo, Kyriazis
e Vigna sulle fasce (dopo l’infortunio di Lavecchia)
con Gentile, Maini e Passiglia
(appena rientro da un lungo stop) ad alternarsi al centro. Spinesi
e Abbruscato i due attaccanti, ma spesso Tardelli ha inserito anche un altro centrocampista
(discreto minutaggio anche per Boscolo
e Roselli) con l’ex barese unica punta. Col
ritorno di Marino è difficile ipotizzare un repentino cambio di modulo.
Contro il Catanzaro, sicura la conferma di Pagotto in porta. In difesa Torricelli
dovrebbe occupare la fascia destra con Scotti e Gonnella centrali e Pasqual a sinistra, stante l’infortunio di Conte. A centrocampo, ormai pienamente ristabilito Passiglia
che dovrebbe andare in cabina di regia con Gentile al suo fianco
. Ancora
fuori Lavecchia e Maini,
sulle fasce dovrebbero agire Teodorani e Vigna,
alfieri di Abbruscato
nell’Arezzo vincente di Mario Somma. In attacco i due bomber, col rientro
di Abbruscato dal primo
minuto. Una formazione spregiudicata per un partita da
vincere a tutti i costi.

Probabile
formazione (4-4-2): Pagotto; Torricelli,
Scotti, Gonnella, Pasqual; Teodorani,
Passiglia, Gentile, Vigna; Spinesi,
Abbruscato.

I PRECEDENTI – Così come all’Adriatico di
Pescara, anche i precedenti ad Arezzo sono abbastanza positivi
per il Catanzaro. In tutto undici le gare tra le due squadre, nove in B e due
in C. Il bilancio è in perfetta parità con due vittorie per parte
e sette pareggi. Pochi i gol segnati (nove a sei per gli
amaranto
) a differenza delle partite al “Ceravolo”,
sempre ricche di segnature. Le vittorie giallo-rosse,
entrambe di misura, risalgono al ’66-67 e al ’70-71 con un gol di Bertuccioli. Negli ultimi due precedenti è finita
sempre 0-0. 3-0 per i toscani nell’ultimo precedente di
Supercoppa l’anno scorso.

L’ANDATA – Una partita thrilling, sbloccata negli
ultimi minuti, al termine di una prestazione del Catanzaro
francamente deludente
. L’Arezzo è una bella squadra
orchestrata dalla fantasia di De Zerbi che fa
ammattire la difesa giallo-rossa. Il primo tempo è scialbo, ma nella
ripresa gli amaranto prendono in mano le redini
dell’incontro bucando ripetutamente le maglie larghe della difesa del
Catanzaro, dopo l’occasione divorata in apertura da Corona a porta vuota.
Spinesi e Abbruscato sprecano almeno tre palle-gol clamorose a tu per tu con Manitta, che si salva grazie a una strepitosa parata, a un
palo e a un clamoroso liscio dell’ex bomber del Bari. Che però, a
cinque minuti dalla fine, raccoglie un assist del compagno di reparto e batte Manitta, con Dal Canto e Bonomi immobili. Sembra fatta per l’Arezzo, ma al
’93 l’arbitro Pantana inventa un rigore a
favore del Catanzaro per una spintarella in area su Cammarata. Alfieri trasforma con freddezza per un pareggio
ormai insperato. L’arbitro fischia la fine. Il “Ceravolo”
fischia impietosamente il Catanzaro di Cagni.

I TIFOSI – Tifoseria dai gravi problemi interni, con una tradizione non
certo eccelsa. Gli abbonati sono solo 1.800, nonostante la campagna acquisti
della società. Poco più di 5.000 le presenze medie allo stadio
Comunale. All’andata tutto si svolse nella massima tranquillità,
con una ventina di tifosi amaranto arrivati al “Ceravolo” super scortati dopo gli incidenti
dell’anno scorso e portati via a metà secondo tempo tra
l’indifferenza dei sostenitori giallo-rossi. Nella finale
di Supercoppa di fine stagione, invece, gravi incidenti coinvolsero le forze
dell’ordine e i sostenitori del Catanzaro giunti nel fatiscente stadio
aretino, mentre i tifosi amaranto si rifugiavano in tribuna per ripararsi dalla
pioggia. La ristrutturazione estiva del Comunale e l’indifferenza
dovrebbero evitare il ripetersi di quei fatti.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

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Redazione

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