SCAVI: Reperto archeologico nell’area Felicetti?

Da pochi giorni sono iniziati i lavori per la sistemazione dell’area prospiciente il teatro Politeama e durante le operazioni di scavo, sono affiorate delle strutture che, in attesa di una valutazione della competente Sovrintendenza, dovevano essere preservate dai colpi degli escavatori. Ebbene, come spesso accade in questa nostra singolare città, ancora una volta è stata negata qualsiasi possibilità di analisi, d’indagine e di studio. Così degli ambienti ipogèi voltati, che affioravano nella parte più bassa della “voragine” scavata dalle ruspe, ora non esiste più nulla, e non sapremo mai cosa fossero e, soprattutto, cosa potessero raccontarci. Attualmente, nel cantiere, più per sensibilità dei responsabili e delle maestranze, che per intervento delle autorità competenti, è rimasta in piedi solamente una struttura muraria con accanto parti di una parete diroccata ed altro materiale inerte a testimonianza di un antico crollo. Sono ormai diversi anni, che la nostra Associazione insiste caparbiamente sulla necessità, che tutte le occasioni in cui vengono effettuati scavi, soprattutto quelli di considerevole entità, vengano utilizzate per eseguire tutti gli approfondimenti utili alla definizione della storia di Catanzaro ed alla preservazione di ogni reperto che possa degnamente testimoniarne il suo remoto ed ancora archeologicamente poco esplorato passato. Speriamo solo, che la poca attenzione finora avuta (da un punto di vista archeologico) verso quest’area, sia da monito per i prossimi lavori su corso Mazzini, per evitare che si verifichi l’ennesima mancanza ai danni della città capoluogo di regione. Inoltre, ci auguriamo che anche nei pressi dell’antica porta di Pratica, area interessata ai lavori di scavo per la posa in opera di alcuni tubi fognari, vengano effettuati dei saggi conoscitivi, affinché non si verifichino, come successo in recenti lavori portati avanti da privati, dei danni irreparabili al poco conosciuto e studiato patrimonio archeologico catanzarese. Pertanto pensiamo che sia giunto il momento di interrompere il disinteresse che gli Organi competenti riservano a questa Città ed invitiamo il Comune e la Sovrintendenza ad invertire i loro omissivi comportamenti decidendo, finalmente, di riservare alla ultramillenaria Città tra i due mari la dovuta attenzione; da parte nostra, continueremo a vigilare ed a segnalare ogni inadempienza e, di volta in volta, valuteremo se le nostre segnalazioni debbano travalicare le mura cittadine e giungere in quei Palazzi dove, certamente, l’incuria e le inadempienze di chi è preposto alla valorizzazione ed alla tutela del patrimonio storico, architettonico ed archeologico saranno attentamente valutate. “Sono ormai diversi anni – avvertono ancora da Petrusinu ogni minestra – che la nostra associazione insiste caparbiamente sulla necessità che tutte le occasioni in cui vengono effettuati scavi, soprattutto quelli di considerevole entità, vengano utilizzate per eseguire tutti gli approfondimenti utili alla definizione della storia di Catanzaro ed alla preservazione di ogni reperto che possa degnamente testimoniarne il suo remoto ed ancora archeologicamente poco esplorato passato. Speriamo solo che la poca attenzione finora avuta (da un punto di vista archeologico) verso quest’area, sia da monito per i prossimi lavori su corso Mazzini, per evitare che si verifichi l’ennesima mancanza ai danni della città capoluogo di regione. Inoltre, ci auguriamo che anche nei pressi dell’antica porta di Pratica, area interessata ai lavori di scavo per la posa in opera di alcuni tubi fognari, vengano effettuati dei saggi conoscitivi, affinchè non si verifichino, come successo in recenti lavori portati avanti da privati, dei danni irreparabili al poco conosciuto e studiato patrimonio archeologico catanzarese”. “Pertanto – si legge a margine del comunicato di Petrusinu ogni minestra – pensiamo che sia giunto il momento di interrompere il disinteresse che gli organi competenti riservano a questa città ed invitiamo il Comune e la Sovrintendenza a decidere di riservare alla ultramillenaria città tra i due mari la dovuta attenzione; da parte nostra, continueremo a vigilare ed a segnalare ogni inadempienza e, di volta in volta, valuteremo se le nostre segnalazioni debbano travalicare le mura cittadine e giungere in quei Palazzi dove, certamente, l’incuria e le inadempienze di chi è preposto alla valorizzazione ed alla tutela del patrimonio storico, architettonico ed archeologico saranno attentamente valutate”.
Emanuele Amoruso

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